La crisi dello Sri Lanka
Le auto fanno la fila per acquistare benzina, nelle stazioni di servizio ci sono code lunghe chilometri, frequentissime sono le interruzioni di corrente, le riserve in valuta estera sono scese ai minimi storici e mancano le riserve che servono per le importazioni di beni primari, tra cui cibo, medicine e carburante: la situazione in Sri Lanka è sempre più difficile. Ora, una delle ultime notizie è che, secondo il Ministro dell’Energia del Paese, le scorte di carburante dureranno solo per altri cinque giorni. E mentre il mondo ha gli occhi puntati sulla guerra in Ucraina, lo Sri Lanka sta affrontando quella che è la peggior crisi finanziaria degli ultimi sette decenni.
Un’altra notizia di questa settimana è che i dipendenti del settore pubblico sono stati invitati a prendersi un giorno libero in più alla settimana per coltivare cibo nelle loro terre, nel tentativo di arginare una futura carenza di alimenti. La riduzione del pendolarismo nel giorno libero servirebbe anche a ridurre il consumo di carburante e aiuterebbe le persone a sfamare le proprie famiglie.
«L'attuale carenza di carburante ha interrotto il trasporto passeggeri, rendendo difficile per i lavoratori del settore pubblico l'accesso ai propri mezzi di trasporto. A causa di questa situazione, sembra opportuno concedere ai funzionari del governo un congedo per un giorno lavorativo alla settimana e fornire loro le strutture necessarie per impegnarsi in attività agricole nei loro cortili o altrove come soluzione alla carenza di cibo prevista in futuro», ha affermato il governo dello Sri Lanka in una dichiarazione pubblicata il 14 giugno sul suo portale di notizie. La misura sarebbe valida per tre mesi.
Di quanto sta accadendo in Sri Lanka si sta parlando troppo poco, la popolazione rischia la fame.
Una difficile situazione
Attualmente, lo Sri Lanka non è in grado di pagare le importazioni di beni essenziali, come cibo, medicinali e carburante. La rupia ha perso gran parte del suo valore. I tagli alle tasse promossi dal governo a partire dal 2019, il divieto improvviso di importazione di fertilizzanti, la povera resa dei raccolti sommati al crollo del turismo durante la pandemia, hanno contribuito a spingere il Paese nella peggiore crisi economica dalla sua l'indipendenza.
Ad essere terminate, però, sono anche le scorte di medicine: la crisi economica si sta anche trasformando anche in un dramma sanitario. Lo Sri Lanka importa oltre l'80% delle sue forniture mediche e ora mancano articoli medici, inclusi i farmaci essenziali e salvavita: dagli anticoagulanti agli antibiotici, dai vaccini ai farmaci chemioterapici. In questo articolo del 31 maggio, quella che emerge è una situazione tragica.
Le persone sono preoccupate per la scarsità di farmaci e hanno paura di morire. I continui blackout, poi, non aiutano di certo durante gli interventi chirurgici.
Le reazioni
Le Nazioni Unite avevano già avvertito che lo Sri Lanka stava affrontando una terribile crisi umanitaria, ma queste novità aggiungono ancora più urgenza alla questione. Lunedì, dopo una telefonata con il primo ministro dello Sri Lanka Ranil Wickremesinghe, il segretario di Stato americano Antony Blinken ha scritto su Twitter che gli Stati Uniti »sono pronti a lavorare con lo Sri Lanka, in stretto coordinamento con il Fondo Monetario Internazionale e la comunità internazionale«.
Il 16 giugno, gli Stati Uniti hanno anche annunciato che contribuiranno con 6 milioni di dollari di aiuti di emergenza per rispondere alla crisi economica dello Sri Lanka. Si tratta di aiuti che contemplano anche assistenza su misure di riforme di tipo economico e finanziario con il fine di stabilizzare l’economia.
All’inizio di giugno, Wickremesinghe aveva dichiarato che il paese necessitava di almeno 5 miliardi di dollari per pagare le importazioni essenziali e, alla fine di maggio, Mahinda Amaraweera, il ministro dell’Agricoltura aveva invitato gli agricoltori a coltivare più riso in vista del peggioramento della situazione. Lo Sri Lanka è anche sull’orlo di un’emergenza umanitaria e pare che diversi singalesi, per scappare dalla crisi, abbiano cercato di raggiungere l’Australia a bordo di imbarcazioni. Molti cittadini si sono già trasferiti nella vicina India.
Come siamo arrivati fino a qui
Il governo dello Sri Lanka ha accumulato 51 miliardi di dollari di debito estero. Il Paese, con i suoi 22 milioni di persone, è stato colpito duramente dalla pandemia, dall’aumento dei prezzi dell’energia e dall’inflazione alle stelle. La riduzione delle tasse, una misura populista introdotta dal presidente Rajapaksa nel 2019, è stata vista come una delle cause della situazione attuale. Il governo ha, da diversi anni, acquisito numerosi prestiti da altri paesi e organizzazioni internazionali per finanziare la fornitura di servizi pubblici.
Il governo dello Sri Lanka non è riuscito a pagare 78 milioni di dollari di interessi sul suo debito, costringendo due delle più grandi agenzie di rating a dichiararlo inadempiente. Nel 2019 il governo dello Sri Lanka aveva ridotto le tasse per stimolare l'economia, ma tale decisione aveva invece ridotto notevolmente le sue entrate.
Ad aprile, quando la crisi economica peggiorava, lo Sri Lanka aveva sospeso i pagamenti sul suo debito estero.
E mentre il governo incolpava la pandemia e il Coronavirus, cose che hanno dato un duro colpo al turismo (uno dei settori vitali dello Sri Lanka, già colpito duramente da attacchi estremisti nel 2019), molti pensano che il disastro attuale sia derivato da una cattiva gestione economica. Lo scarso export e le elevate importazioni di beni hanno esaurito le riserve di valuta estera del Paese. Ciò ha reso la nazione incline al debito e alla dipendenza dai flussi di capitali esteri. Il governo ha accumulato debiti con diversi Paesi, specie la Cina. Il costo della vita è salito di parecchio, l’inflazione è alle stelle, la valuta è deprezzata. L’'invasione russa dell'Ucraina ha anche fatto aumentare i prezzi globali di cibo e carburante. All'inizio del 2021, il governo dello Sri Lanka aveva cercato di limitare i danni vietando le importazioni di fertilizzanti chimici, dicendo agli agricoltori di utilizzare fertilizzanti organici di provenienza locale. Ma questa mossa aveva peggiorato la situazione, portando raccolti più scarsi. Così, il Paese aveva dovuto ricorrere alle importazioni di scorte alimentari. Allo stesso tempo, il divieto di fertilizzanti chimici aveva danneggiato le esportazioni di thè e gomma. Alla fine del mese scorso, lo Sri Lanka è andato in default per la prima volta nella sua storia.
Le proteste
Interruzioni di corrente elettrica, mancanza di medicinali, sistema sanitario al collasso: le persone, all’inizio di aprile, avevano iniziato a protestare per le strade della capitale Colombo. Poi, queste proteste si sono estese al resto della nazione insulare e il malcontento è arrivato al culmine all’inizio del mese di maggio. La rabbia popolare è diretta prevalentemente contro il presidente Gotabaya Rajapaksa e suo fratello Mahinda, che era stato nominato primo ministro. Mentre lo Stato si muoveva per reprimere le proteste, Watchdog le mappava con il suo Protest Tracker, al fine di sfidare la narrativa del governo secondo cui le masse sostenevano ancora la famiglia Rajapaksa. Le violenze non si sono fatte attendere. Il Primo Ministro è stato costretto a dimettersi e i manifestanti continuano a chiedere le dimissioni del presidente Rajapaksa.
Il Consiglio per i diritti umani delle Nazioni Unite, il 14 giugno ha aggiunto una nota di preoccupazione sulla situazione dei diritti umani nello Sri Lanka: «notiamo che i manifestanti, negli ultimi mesi, hanno esercitato i loro diritti alla libertà di riunione e associazione pacifica e alla libertà di espressione. Siamo profondamente preoccupati per gli attacchi violenti ai manifestanti pacifici e le successive violenze contro politici e sostenitori allineati al governo».