Lanciata una pioggia di zanzare sulle foreste hawaiane

Sulle foreste hawaiane sono state lanciate milioni di zanzare mediante un drone. L'iniziativa, andata in scena lo scorso giugno, sembrerebbe, a uno sguardo superficiale, perlomeno bizzarra. La mossa, invece, ha un obiettivo particolare. Vediamolo.
Lo scopo principale, come spiega la CNN, è preservare gli uccelli autoctoni. Attualmente, infatti, i volatili presenti sulle isole dell'arcipelago del Pacifico sono decimati da zanzare invasive. Per mettere un freno al fenomeno, si è allora pensato di provare a controllare le popolazioni di questi insetti invasivi immettendo in natura zanzare maschio, non pungenti, allevate in laboratorio. Caratteristica principale di questi animaletti è di essere portatori di un batterio che provoca la formazione di uova che non si schiudono quando i maschi si accoppiano con femmine selvatiche.
Già, perché gli uccelli delle Hawaii, oltre che essere centrali nella cultura locale, svolgono anche un importante ruolo di impollinatori e dispersori di semi. Ruolo messo a rischio dalla malaria aviaria, diffusa appunto dalle zanzare invasive.
I primi esemplari di zanzare alloctone furono segnalati nel 1826; arrivarono alle Hawaii trasportati probabilmente da navi baleniere. Da allora hanno causato problemi alle popolazioni di volatili. Fino a qualche tempo fa, tuttavia, gli uccelli avevano trovato un modo di difendersi, almeno parzialmente, dalle minacce causate da questi insetti. Le zanzare, infatti, prediligono ambienti tropicali caldi e quindi prosperano alle basse latitudini. Alle latitudini più alte, come ad esempio sulle montagne presenti sulle isole di Maui e Kauai, quindi, i volatili erano relativamente al sicuro perché non c'erano zanzare in grado di diffondere la malattia. «Con il riscaldamento climatico, tuttavia, le temperature si stanno alzando anche sulle montagne e, di conseguenza, anche gli insetti alloctoni si stanno spostando sempre più in alto», spiega alla CNN Chris Farmer, direttore del programma delle Hawaii per l'American Bird Conservancy. Gli uccelli, pertanto, stanno a loro volta migrando sempre più in alto. Ma, a un certo punto, se la tendenza dovesse confermarsi, non troveranno più un habitat che ne garantisca la sopravvivenza.
Gestire le zanzare su scala paesaggistica è difficile, afferma Farmer, che spiega che l'uso di pesticidi, ad esempio, danneggerebbe anche le popolazioni di insetti autoctoni, vitali per gli ecosistemi. Ecco allora che si è pensato di rilasciare in natura zanzare maschio portatrici di un ceppo di batterio naturale chiamato Wolbachia, che causa la deposizione di uova non vitali quando si accoppiano con femmine selvatiche. Nel tempo, con ripetuti rilasci, la popolazione selvatica dovrebbe così diminuire.
Prima di agire immettendo in natura gli insetti allevati in laboratorio era però necessario individuare il giusto ceppo di Wolbachia, quello cioè in grado di bloccare la diffusione della specie di zanzare che diffonde la malaria aviaria. Per fare ciò ci sono voluti diversi anni.
«Oggi abbiamo una stima del numero di zanzare presenti in natura. Sulla base di ciò, cerchiamo di rilasciare un numero dieci volte superiore di insetti allevati in laboratorio», spiega Farmer. «Attualmente stiamo rilasciando 500.000 zanzare a settimana a Maui e 500.000 zanzare a settimana a Kauai».
Per capire se questo approccio di lotta alle specie invasive avrà successo, spiega Farmer, ci vorrà circa un anno.
