Ecco come la NASA vuole trasformare l'aviazione del futuro

Anche la NASA, l'Agenzia aerospaziale statunitense, ha a cuore il futuro dell'aviazione commerciale. E, di riflesso, del pianeta. Ne avevamo già parlato. Ora, però, sono emersi nuovi dettagli del doppio progetto cui sta lavorando la stessa Agenzia, di concerto con Boeing. L'impressione, netta, è che la NASA non solo voglia puntare, con forza, alla sostenibilità di questi aerei, ma spinga verso un concetto di bellezza. Proprio così: bellezza.
NASA e Boeing, dicevamo, nello specifico stanno lavorando all'X-66A. Il progetto, per contro, è denominato Sustainable Flight Demonstrator. Entro la fine del decennio, indicativamente nel 2028, i due colossi a stelle e strisce intendono costruire, testare e, soprattutto, mettere in aria un velivolo a corridoio singolo e, va da sé, a emissioni ridotte.
Verso una minore resistenza
«Il nostro obiettivo – aveva dichiarato al riguardo Bill Nelson, l'amministratore della NASA, lo scorso gennaio – è che la collaborazione con Boeing contribuisca alla realizzazione di futuri aerei di linea più efficienti dal punto di vista dei consumi, con vantaggi per l'ambiente, l'industria dell'aviazione commerciale e i passeggeri di tutto il mondo». Tradotto: se il «dimostratore», ovvero l'X-66A, dovesse rivelarsi un successo, l'intero settore ne beneficerebbe. E potremmo vedere le tecnologie applicate a questo velivolo «negli aerei commerciali a partire dal 2030».
Secondo l'Agenzia aerospaziale, il progetto cui stanno lavorando gli ingegneri della NASA assieme alla Boeing potrebbe ridurre il consumo di carburante e le emissioni di gas serra fino al 30% rispetto ai modelli più efficienti utilizzati oggi dalle compagnie aeree. Fra le novità introdotte con l'X-66A c'è la cosiddetta Transonic Truss-Braced Wing, un'ala allungata e sottile stabilizzata alla carlinga grazie a puntoni diagonali. L'insieme, leggiamo, crea una minore resistenza aerodinamica e, quindi, un minore utilizzo di carburante. E, a giudicare dalle foto, è anche piacevole per gli occhi.
L'X-66A, aveva specificato Bob Pearce, amministratore associato della NASA per l'Aeronautics Research Mission Directorate, «è un velivolo sperimentale». Non adatto, o non ancora meglio, ai passeggeri normali, complice la presenza di tecnologie, al momento, ad alto rischio. Il primo volo di questo aeromobile, come detto, è previsto per il 2028. L'auspicio di NASA, e Boeing, è che l'X-66A apra la strada un giorno a voli più sostenibili sul corto e medio raggio.
Il fatto che la NASA abbia deciso di concentrarsi su aerei a corridoio singolo, e quindi sui citati corto e medio raggio, non è certo casuale: quasi la metà delle emissioni, a livello mondiale, è infatti causata da voli di questo tipo. Non solo, Boeing stima che la domanda di nuovi aerei di questa categoria aumenterà di 40 mila unità tra il 2035 e il 2050.
Quel vecchio Saab...
La NASA, ad ogni modo, non sta lavorando soltanto sul Sustainable Flight Demonstrator. No, l'Agenzia ha messo mani e testa anche su alcuni velivoli ibridi elettrici, sviluppati assieme a GE Aerospace e magniX, nell'ambito del progetto Electrified Powertrain Flight Demonstration (EFPD). L'obiettivo, in questo caso, è arrivare a una nuova generazione di velivoli a propulsione elettrica. Per farlo, la NASA sta passando da nuove tecnologie che comprendono motori più leggeri ed efficienti, nonché materiali che aiutano a ridurre le emissioni.
Un Saab 340B, un aeromobile che noi ticinesi eravamo abituati a vedere ad Agno ai tempi di Crossair, al pari del Saab 2000, verrà utilizzato per voli di prova e per alcuni test a terra. Lo scopo, beh, è testare un sistema di propulsione ibrido-elettrico sviluppato appunto da GE Aerospace. I test in aria dovrebbero avere luogo entro il 2025. Il sistema sviluppato da magniX, invece, verrà montato su un DeHavilland Dash 7 modificato.
Se tutto dovesse andare per il meglio, ha concluso la NASA, gli Stati Uniti potrebbero introdurre a livello commerciale le novità in fase di studio fra il 2030 e il 2035.