La guerra in Ucraina e i legami di Assad
È di un paio di settimane fa la notizia della visita di Assad negli Emirati Arabi Uniti, dopo anni di relativo isolamento. Ma questa visita traccia inevitabili parallelismi e collegamenti anche tra il Paese siriano e la situazione in Ucraina. Alcuni sottolineano di come la Siria sia stata un banco di prova per Putin, un modello per la successiva guerra in Ucraina. Dall’intervento militare russo nella guerra civile siriana, che risale al settembre 2015, uno degli obiettivi della Russia è stato quello di convincere gli Stati del Golfo a fare i conti con la sopravvivenza del regime del presidente siriano Bashar al-Assad e l’accettazione della sua «legittimità» alla guida della Siria.
In questo contesto gli Emirati sono il principale attore del Consiglio di cooperazione del Golfo (GCC) e una visita di Assad negli Emirati è certamente un evento da non sottovalutare. Mentre il mondo occidentale si muove per isolare diplomaticamente la Russia, gli Emirati Arabi Uniti paiono apparire inclini a mantenere una posizione neutrale nei confronti di Mosca. Bashar al Assad ha incontrato principe ereditario di Abu Dhabi Mohammed bin Zayed (MBZ) e lo sceicco Mohammed bin Rashid al-Maktoum, vicepresidente e primo ministro degli Emirati Arabi Uniti e emiro di Dubai.
La Siria era stata espulsa dalla Lega araba nel 2011 e, per la prima volta dallo scoppio delle violenze e della guerra civile (sempre dal 2011), Assad si è recato in visita in un Paese arabo.
Un’altra notizia recente è che, oltre alle truppe cecene, Mosca abbia reclutato esperti dalla Siria per combattere in Ucraina.
La Russia probabilmente spera che l’esperienza dei siriani possa aiutarla in combattimenti urbani. Se, da un lato, i rapporti sulla Russia che reclutano combattenti siriani per la guerra urbana in Ucraina possono rivelarsi indicatori di carenze affrontate dall'esercito russo, dall’altra un dispiegamento di forze straniere su terreno ucraino potrebbe collegare la guerra a dinamiche mediorientali. E mentre Mosca appare sempre più isolata, Damasco si sta facendo sempre più attiva con i rapporti diplomatici.
Assad e la Russia
La Russia, sin da quando è entrata nel conflitto siriano, è stata uno dei sostenitori chiave del presidente siriano Bashar al-Assad. L’intervento militare russo aveva garantito a Damasco la capacità militare per respingere le milizie di opposizione e recuperare il controllo della maggior parte del territorio del Paese, sbaragliando le forze islamiste e terroristi jihadisti. Uno degli aspetti strategici nei rapporti tra Russia e Siria è certamente rappresentato dalla posizione geografica della Siria. La Siria, infatti, si affaccia sul Mar Mediterraneo Orientale e rappresenta un’importante base operativa ed economica per la Russia. La presenza militare russa nella base aerea di Hmeimim in Siria, affacciata sul Mar Mediterraneo, è altamente significativa.
Inoltre, nel 2019, la Russia si è assicurata per 49 anni il porto di Tartous, un importante porto siriano.
La Siria rappresenta anche un interesse strategico. Mosca, attraverso la Siria, ha assunto un ruolo assai rilevante in Medio Oriente.
All’inizio del mese di marzo, nelle strade di Damasco sono apparsi cartelloni in cui appaiono Assad e Putin in relazioni ufficiali amichevoli.
Abu Dhabi
Gli Emirati Arabi Uniti hanno riaperto la loro ambasciata in Siria nel dicembre 2018 e hanno inviato il loro ministro degli esteri a Damasco nel novembre dello scorso anno. Ma la visita di Assad, soprattutto vista nel contesto della guerra tra Russia e Ucraina, implica molto più che un semplice atto di cortesia. Un ipotetico avvicinamento tra Abu Dhabi e il Cremlino potrebbe essere un evento particolarmente preoccupante per Washington. E questo perché Abu Dhabi ha strette relazioni con gli Stati Uniti, essendo Washington una sorta di garante di sicurezza e difesa per il Paese. Gli Stati Uniti hanno di recente contribuito alla difesa degli Emirati dai missili Houthi e dai droni. L’avvicinamento degli Emirati a Israele e la conseguente normalizzazione dei rapporti tra i due Paesi hanno segnato un punto di svolta. I riallineamenti geopolitici pare abbiano un effetto anche sulle dinamiche mediorientali. Allo scoppio della guerra con l’Ucraina, gli Emirati hanno sottoscritto la risoluzione di condanna all’aggressione russa in Ucraina, ma stanno tenendo un atteggiamento poco ostile nei confronti della Russia. Con la visita di Assad negli Emirati Arabi Uniti del 18 marzo, il mondo arabo sta cercando di riabilitare Bashar al-Assad, con il sostegno russo? Questa è una domanda da porsi. Certo, in America non l’hanno presa bene. Ned Price, portavoce del dipartimento di Stato USA, in merito alla visita di Assad, aveva detto «siamo profondamente delusi e turbati da questo apparente tentativo di legittimare Bashar al-Assad, che rimane responsabile della morte e delle sofferenze di innumerevoli siriani».
In più, c’è il fatto che molti russi stanno guardando agli Emirati come a un’ancora di salvezza per fuggire dalla morsa delle sanzioni occidentali.
La situazione in Siria
Mentre il mondo si concentra sulla crescente sofferenza in Ucraina, la Siria sta sprofondando in una miseria ancora più profonda. Il regime di Assad controlla circa due terzi della Siria, mentre le altre parti sono controllate da forze di opposizione e da forze islamiste e da forze democratiche siriane. Dopo 11 anni di guerra, la situazione nel Paese rimane altamente instabile, tra criminalità, ribellioni latenti, città distrutte e un grave collasso economico. Assad è sopravvissuto con un sostanziale aiuto russo, ma siede sulle rovine di uno Stato. Mancano medicine e servizi di base; milioni di persone hanno lasciato il Paese e moltissime persone vivono in condizioni precarie. Con il conflitto in Ucraina, che sposta l’attenzione russa, Assad diventa più vulnerabile. Il crescente scontro russo-occidentale si potrebbe manifestare anche in Siria, non con scontri militari diretti, ma attraverso competizione intensificata e minori opportunità di cooperazione. Con la Russia impegnata prevalentemente in Ucraina, le forze russe in Siria probabilmente non avranno interesse a scontrarsi.
Parallelismi
In questo articolo di El Pais, si paragona il modello di distruzione usato dai russi in Siria alla situazione in Ucraina. Qui, invece, lo scrittore siriano Yassin al Haj Saleh, spiega perché secondo lui l’Ucraina è una causa siriana.