Guerra

«Le immagini satellitari smentiscono Mosca: i corpi dei civili in strada da settimane»

Un'analisi del New York Times mostra come i corpi fossero nelle strade di Bucha quando la città era ancora occupata dalle truppe di Putin - Il sindaco Anatoliy Fedoruk parlava di fosse comuni già il 28 marzo: «Se credete sia falso, venite a vedere»
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Michele Montanari
05.04.2022 12:18

I soldati russi non avrebbero lasciato Bucha prima della strage di civili, come invece sostiene il Cremlino. Emerge da un'analisi del «New York Times», che ha messo a confronto le immagini satellitari fornite da Maxar Technologies (società di tecnologia spaziale con sede a Westminster, in Colorado) con il video girato il primo di aprile da un membro del consiglio locale, in cui si vedono i corpi dei civili sparsi lungo via Yablonska. Le terribili immagini mostrano cadaveri alla luce del sole, alcuni con le mani legate, altri con ferite d'arma da fuoco alla nuca. Gli ucraini hanno puntato il dito contro le truppe di Putin, parlando di crimini di guerra e genocidio. Mosca ha subito rispedito le accuse al mittente, spiegando che i corpi sarebbero stati posizionati nelle strade solo dopo che «tutte le unità russe si sono ritirate da Bucha» intorno al 30 marzo. La Russia ha parlato di fake news e ha chiesto una riunione di emergenza del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite su quelle che ha definito «provocazioni dei radicali ucraini». Dalle immagini satellitari ottenute dal NYT però emerge un'altra realtà: almeno 11 corpi si trovavano in strada già dall'11 marzo, quando i militari russi avevano occupato la città. Gli specialisti del quotidiano statunitense hanno condotto un'analisi delle immagini satellitari: queste mostrano oggetti scuri di dimensioni simili a quelle di un corpo umano che appaiono lungo via Yablonska tra il 9 marzo e l'11 marzo. Gli oggetti si trovano nelle stesse posizioni in cui sono stati filmati i corpi dei civili il primo di aprile. Gli oggetti sono rimasti in quelle precise posizioni per oltre tre settimane. Un secondo video girato nella medesima strada mostra altri tre cadaveri: un è situato nei pressi di un'auto abbandonata. Le immagini satellitari mostrano che il corpo vicino alla vettura appare tra il 20 e il 21 marzo.

I media russi inoltre hanno accusato il sindaco di Bucha, Anatoliy Fedoruk, di aver mentito sul massacro, mostrando un video del primo aprile in cui il politico annunciava la liberazione della sua città senza mai menzionare i civili uccisi. Fedoruk in realtà aveva già parlato lo scorso 28 marzo dei presunti crimini di guerra a Bucha. L'«AdnKronos» in quella data riporta un'intervista proprio al sindaco di Bucha, in cui parla di stupri, fosse comuni e cadaveri senza sepoltura. Nell'articolo si legge: «La comunità di Bucha è stata tra le prime attaccate perché sul nostro territorio si trova la pista di decollo dell’aeroporto di Hostomel. Questo è il varco di Kiev da cui Putin voleva far scendere le truppe aviotrasportate, per prendersi la capitale, ma siamo riusciti a rovinare il suo piano (...). Dei quasi 50 mila residenti che abitavano a Bucha prima del conflitto, ora ne sono rimasti 5-6mila, costretti a nascondersi nelle cantine, a vivere senza connessione internet, senza corrente e senza gas». Il sindaco poi aggiunge: «È un piano del terrore contro la popolazione civile: qui a Bucha vediamo tutti gli orrori di cui abbiamo sentito parlare come crimini compiuti dai nazisti durante la Seconda guerra mondiale. È difficile credere che una cosa del genere possa accadere nel XXI secolo (...). Non hanno pietà neanche per gli anziani, non consentono ai medici di prestare soccorso ai feriti e ai parenti di recuperare i corpi dei loro cari. Alcuni cadaveri sono lì dall'inizio dell'occupazione, li stanno mangiando i cani affamati».

In una intervista pubblicata oggi dal «Corriere della Sera», Fedoruk dichiara che «la città è stata tagliata fuori dal mondo per settimane. Solo quando l’hanno liberata abbiamo potuto vedere la realtà e renderci conto della dimensione dell’orrore. Appena ho visto e capito ho raccontato». Il sindaco inoltre spiega di esser rimasto in casa sua quando un giorno i soldati sono entrati e gli hanno puntato una mitragliatrice alla testa: «Hanno chiesto di me, ma non mi hanno riconosciuto, non avevo il passaporto. Poi sono stato ospitato dai cittadini». A chi sostiene che le immagini di Bucha siano false, Fedoruk risponde: «Che vengano qui di persona a vedere di chi sono le armi, di chi sono le mani, da quanti giorni i corpi giacciono nelle strade».

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