Putin, le dimissioni di Yumashev e il taglio con la Russia di Eltsin
Non è che con questa notizia gli equilibri del mondo possano essere scombinati, ma si tratta di una di quelle vicende che hanno richiami con la storia e con il passato: ecco che Valentin Yumashev lascia la carica di consigliere del Cremlino. Sul significato e sui motivi di questa scelta non si possono che aprire interrogativi. Si, perché Valentin Yumashev, oltre a essere il genero dell’ex leader russo Boris Eltsin e marito di Tatyana, la figlia di Eltsin, è stato anche uno degli uomini che hanno contribuito a portare Putin al potere.
La fine di qualcosa
La figlia di Yumashev si era unita a quegli eredi di oligarchi e potenti di Russia che avevano recentemente commentato negativamente l’entrata in guerra sui social; aveva pubblicato sul suo account Instagram un’immagine della bandiera ucraina con la scritta «Нет войне», «no alla guerra».
E ora anche suo padre sembra percorrere la stessa strada della figlia. L’addio di Yumashev non sta a significare solo l’abbandono di una posizione o di un incarico, ma è un segno: si tratta della fine di un’epoca e la fine di una sfera di influenza. Valentin Yumashev, infatti, è uno degli uomini che hanno aiutato il presidente Vladimir Putin a salire al potere. Valentin ha lasciato il suo incarico non retribuito di consigliere del Cremlino, interrompendo uno degli ultimi legami tra l'amministrazione di Putin e l'era della liberalizzazione di Eltsin. Ora è come se si fosse spezzato un altro filo di collegamento con il passato. E anche se il ruolo di Valentin Yumashev era più una questione onorifica che operativa, questa rinuncia alla carica segna lo scioglimento del legame di Putin con quella schiera di parenti, amici, uomini d’affari e oligarchi che avevano rapporti con il suo predecessore: insomma può essere vista come una sorta di «addio» di quell’influente gruppo legato a Eltsin, conosciuto da tempo come «la famiglia». Valentin Yumashev viene infatti spesso definito come un membro della cerchia ristretta di Boris Eltsin che si dice abbia esercitato un'influenza sull’ex presidente verso la fine degli anni '90: «la famiglia», appunto.
La notizia è stata data da Reuters. Lyudmila Telen, vicedirettore esecutivo della fondazione Boris Eltsin Presidential Center, di cui Yumashev è un membro del consiglio di amministrazione, ha detto a Reuters che Yumashev ha rinunciato al suo ruolo di consigliere del Cremlino ad aprile. «È stata una sua iniziativa», ha aggiunto poi Telen. Peskov, il portavoce di Putin, invece non ha voluto commentare la notizia.
Già Anatoly Chubais, altra figura di spicco dell’era Eltsin e l’uomo delle grandi privatizzazioni, a marzo aveva fatto questo passo. E questi due addii, se sommati, possono significare una presa di distanza da Putin.
Yumashev e l’avvento di Putin
Quando Putin ottenne il primo lavoro al Cremlino, nel 1997, Yumashev dirigeva l’amministrazione presidenziale di Eltsin. Per Putin, ex spia del KGB, quell’avanzamento di carriera servì come trampolino di lancio. Inizialmente sconosciuto, il suo profilo era pieno di lacune, in particolare riguardanti il periodo in cui si trovava a Berlino. Durante gli anni '90, Putin poi è passato a diventare vicesindaco di San Pietroburgo.
Durante la presidenza di Eltsin, tra il 1991 e il 1999, Yumashev ha servito come consigliere presidenziale e successivamente come capo di stato maggiore.
Dopo le dimissioni di Eltsin, che hanno lasciato campo a Putin, Yumashev ha continuato a lavorare come consigliere al Cremlino. E anche se Valentin Yumashev non ha più svolto un ruolo importante nel processo decisionale russo, rappresentava uno dei pochi legami che ancoravano Putin all’amministrazione Eltsin.
Eltsin, nell’agosto del 1999, aveva rimosso il primo ministro Serghei Stepashin e aveva nominato come nuovo premier Vladimir Putin. Era un chiaro segno che il presidente Eltsin stava preparando Putin per il Cremlino. Durante un messaggio alla nazione aveva indicato lo stesso Putin come suo candidato alle elezioni presidenziali dell’anno successivo (qui un vecchio articolo del 1999). Putin fu poi eletto il 26 marzo del 2000 come nuovo presidente della Russia con il 53% dei voti.
«Cosa ne pensi di Putin?»
In questa intervista del 2019 alla BBC, Yumashev risponde alle domande su Putin e dice come il suo nome sia stato segnalato a Yumashev da Anatoly Chubais: «Il capo dell'amministrazione uscente di Eltsin, Anatoly Chubais, mi ha detto che conosceva un manager forte che sarebbe stato un buon vice per me», ricorda Yumashev. Valentin Yumashev ha svolto un ruolo essenziale nella nomina di Vladimir Putin alla presidenza della Russia.
Eltsin, all’epoca, aveva in mente diversi candidati alla successione come presidente della Russia. Da Boris Nemtsov, a Sergei Stepashin, a Nikolai Aksenenko. Ma la scelta ricadde su Putin. A un certo punto, Yumashev e Eltsin hanno iniziato a parlare del futuro presidente. «Eltsin mi ha chiesto: 'Cosa ne pensi di Putin?'. Penso che sia un ottimo candidato, ho risposto. Penso che dovresti prenderlo in considerazione. Dal modo in cui fa il suo lavoro è chiaro che è pronto per compiti più difficili», aveva risposto Yumashev, sempre secondo questa intervista della BBC.
Eltsin avrebbe dovuto restare in carica per un altro anno. Invece, «tre giorni prima del nuovo anno, Eltsin ha convocato Putin nella sua residenza di campagna. Ha chiesto a me al suo nuovo capo di gabinetto, Alexander Voloshin, di essere presenti». Ed è stato proprio durante quell’incontro che Eltsin ha comunicato l’intenzione di dimettersi.
«Solo un piccolo gruppo di persone lo sapeva: io, Voloshin, Putin e la figlia di Eltsin, Tatyana. Eltsin non l'ha nemmeno detto a sua moglie», ha continuato Yumashev nell’intervista alla BBC. Yumashev avrebbe poi scritto il discorso di dimissioni di Eltsin. Alla vigilia di Capodanno del 1999, Boris Eltsin ha infatti registrato il suo ultimo discorso televisivo al Cremlino. Il presidente russo Vladimir Putin presterà giuramento il 7 maggio del 2000. Una volta eletto, Putin ha garantito l’immunità a Eltsin.
Le differenze tra Putin e Eltsin, gli equilibri di potere
La popolarità di Putin era cresciuta per le sue posizioni e conseguenti azioni in Cecenia, ben diverse da quelle di Stepashin. Ma Putin ha sempre mantenuto, nonostante le sue politiche si siano discostate parecchio da quelle del suo predecessore, rapporti con la famiglia di Eltsin.
Non solo l’immagine da duro, ma anche le prove di forza: in contrasto con Eltsin, Putin è sempre apparso atletico, controllato, calcolato. Durante gli anni ’90 Eltsin, ubriaco, corrotto e malato, non aveva grandi indici di approvazione pubblica. I media criticavano i suoi fallimenti e le sue carenze. In tv venivano trasmesse scene della disastrosa guerra russa in Cecenia (1996-1998). Secondo questo articolo di Lilia Shevtsova, «l'odierno sistema di potere personale, insieme a uno stato corrotto e a una società demoralizzata, è l'eredità di Eltsin». Putin, negli anni, ha cercato di dipingersi un ritratto sempre più in contrapposizione con Eltsin: le immagini a cavallo, a pesca, a torso nudo, le gare di judo, le prove di virilità sulla scia dell’orgoglio russo. Il tutto in un tentativo di riguadagnare l’importanza nel mondo che l’Unione Sovietica era solita ricoprire prima del crollo. Se Eltsin talvolta esagerava con il chiasso, Putin è apparso subito più freddo, distaccato, calcolatore.
All’epoca forse Eltsin si aspettava che l’ex agente del KGB seguisse con continuità le direttive date dalla sua stretta cerchia, quella degli uomini che un tempo avevano influenzato la politica russa.
Una volta salito al potere, però, Putin ha iniziato a costruire una sua sfera di influenza, discostandosi dal precedente status quo, circondandosi di ex compagni del KGB e dai suoi vecchi amici di San Pietroburgo. Il potere degli oligarchi dell’era Eltsin è stato ridimensionato e conferito nelle mani di fidati lealisti del Cremlino. Putin ha costruito un sistema di potere che ruota tutto intorno a lui, riducendo la cerchia. Ma l’entourage di Putin non esercita su di lui un’influenza come quella che «la famiglia» esercitava su Eltsin. Amici di infanzia, ex membri del KGB: Putin, anche oggi, sembra non fidarsi fino in fondo di nessuno. E se Eltsin voleva condurre il suo Paese fuori dalla sfera comunista, Putin ora guarda ai fasti antichi.