Aviazione

Sei un dirigente? Vai a smistare i bagagli

Qantas, la compagnia di bandiera australiana, ha chiesto ai propri dirigenti di abbandonare momentaneamente la camicia e sposare la fatica nella speranza di limitare i disagi per i passeggeri
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Marcello Pelizzari
08.08.2022 11:00

Sei un dirigente? Lavori ore e ore dietro a una scrivania e davanti a un computer? Basta, o quantomeno dacci un taglio. E prova qualcosa di nuovo, dando una mano alla compagnia. Come? Rimboccandoti le maniche e lavorando nello smistamento bagagli. La proposta arriva dall’Australia e più precisamente dal vettore di bandiera, Qantas, confrontato (come tutti) a una mancanza di personale tanto a terra quanto nei cieli.  

Che cosa dice il memo

A proporre lo scambio, tramite un memo interno, è stato il capo delle operazioni, Colin Hughes, hanno riferito diversi media. La misura d’emergenza, leggiamo, ha una durata di tre mesi. 

In caso di risposta affermativa, i dirigenti interessati verrebbero subito catapultati in pista, agli aeroporti di Sydney e Melbourne, per un corso intensivo. Si comincia da metà agosto, come supporto ai partner di terra di Qantas alle prese, appunto, con una carenza di dipendenti senza precedenti (o quasi).  

Secondo le stime, la mossa farà convogliare in un settore caldo e delicato un centinaio di manager, almeno. I quali, va da sé, dovranno abbandonare giacca e cravatta per indossare una tuta. Quindi, dovranno scansionare e smistare bagagli. Una valigia dopo l’altra. Come fosse una catena infinita. Qantas, è stato precisato nel memo, chiede solo un aiuto momentaneo e non si aspetta certo che qualcuno opti per questo cambio di carriera permanentemente. 

1.600 posti tagliati

Durante le fasi più acute della pandemia, e in Australia di lockdown ce ne sono stati parecchi, soprattutto a Melbourne, 1.600 e oltre impiegati nel settore bagagli sono stati licenziati. Il servizio, nel frattempo, era stato appaltato ad aziende terze: la Corte federale australiana, però, ha giudicato illegale questa decisione provocando l’ira di Qantas, che si opporrà in appello. 

Un tempo fiore all’occhiello, la compagnia di bandiera in questi mesi si è dovuta scusare a più riprese con passeggeri frustrati e arrabbiati, costretti a sopportare voli in ritardo o addirittura cancellati. Niente di nuovo, si dirà, ma lunghe code in aeroporto e bagagli smarriti non erano certo lo standard per il vettore. Qantas, ora, conta di limitare i danni programmando meno voli del previsto e assumendo più persone. 

L’ammissione di colpa

Uno dei massimi dirigenti della compagnia, Andrew David, ha ammesso che Qantas ha dovuto affrontare parecchi problemi nell’uscita dalla pandemia. Un portavoce del vettore ha pure dichiarato che la compagnia aerea si sta impegnando a migliorare i propri servizi: «Siamo stati chiari sul fatto che le nostre prestazioni operative non sono state all’altezza delle aspettative dei nostri clienti o degli standard che ci aspettiamo da noi stessi, e ci siamo impegnati al massimo per migliorare le nostre prestazioni». 

Se per caso passaste dall’Australia prossimamente, all’atterraggio date un’occhiata a terra. Può darsi che a occuparci delle vostre valigie ci sia qualcuno che, fino a pochi giorni prima, lavorava comodamente seduto su una scrivania. Con la camicia, la cravatta e l’aria condizionata. Chiamatelo karma: sono stati proprio i dirigenti, con la loro visione a corto termine, a provocare (in parte) questo casino.