Ticino

Pioggia e grandine distruggono il raccolto

Nottata di forti temporali e vento su gran parte del territorio - Disagi soprattutto nel Locarnese, con raffiche fino a 117 km/h - Grossi danni alla produzione ortofrutticola - Marco Bassi: «Troppo tardi per riseminare tutto, una parte della merce è purtroppo persa»
© CdT/Gabriele Putzu
Martina Salvini
01.07.2022 20:38

«Siamo abituati a lavorare con la natura, e talvolta anche a subirne la furia. Eppure, i nostri anziani non ricordano nulla di simile: la grandine, stavolta, ha distrutto tutto». Non nasconde l’amarezza, Marco Bassi, direttore della Federazione ortofrutticola ticinese (FOFT) dopo la nuova ondata di maltempo che si è abbattuta sul Ticino.

Nella notte, i violenti temporali hanno provocato allagamenti e cadute di alberi. Nel Locarnese, i pompieri sono stati sollecitati almeno una quindicina di volte: la zona più colpita è stata quella di Losone, dove si è lavorato a lungo per liberare strade e cantine. Alle forti piogge si sono sommati i venti tempestosi, con raffiche fino a 129 km/h a Cimetta (Cardada) e 117 km/h a Locarno. «Il violento temporale che aveva precedentemente causato numerosi danni in varie località del Piemonte - ha spiegato MeteoSvizzera - ha poi raggiunto il Locarnese, causando un forte downburst. A Locarno-Monti è stata registrata la raffica di vento da temporale più forte dall’inizio delle misure nel 1981». Il mix esplosivo di vento, grandine e pioggia ha lasciato segni evidenti sui campi coltivati. «Normalmente - racconta il direttore della FOFT - con il maltempo si danneggiano soprattutto le insalate. Stavolta, però, i danni non si contano solo sul piano di Magadino, ma sono stati rovinati anche i campi di mais. Una pianta che, per la sua robustezza, è generalmente in grado di sopportare meglio la grandine. E, allo stesso modo, sono stati compromessi i campi di soia e girasole».

Insalata ma non solo

A colpire, è soprattutto l’estensione dei danni. «Praticamente è stata risparmiata solo l’area di Cadenazzo, mentre il raccolto delle altre zone è andato perso», commenta il direttore della FOFT. «Di fronte a questa situazione, non possiamo fare altro che sperare di avere un po’ di tregua». Anche perché a inizio luglio è troppo tardi per pensare di ripiantare tutto. «Risemineremo, ma è comunque troppo tardi per poter rimpiazzare quanto è andato perso».

La conseguenza? Dovremo rinunciare, almeno per qualche settimana, agli ortaggi ticinesi nei supermercati. «Il maltempo ha danneggiato irreparabilmente la merce a foglia, e non solo. L’insalata verrà ripiantata e per fortuna ha un periodo di crescita piuttosto corto. Occorrerà attendere 6-8 settimane, ma possiamo farcela». Il vero problema, sostiene Bassi, sono gli altri prodotti: «Scordiamoci i finocchi e il sedano. E addirittura le carote che, nonostante crescano sotto terra, hanno subito danni». Difficile, al momento, avere una stima esatta della perdita economica. «Per fare una stima, bisognerebbe catalogare le superfici e le colture. Mio figlio sostiene che, solo per la sua azienda, ci siano perdite per mezzo milione di franchi. Ma oltre al danno diretto, ci sono le conseguenze indirette. Se adesso non riesco a servire il mio cliente, lo perdo. Ma chi mi assicura che in futuro lo riuscirò a recuperare?».

Sempre più complicato

Negli ultimi anni, osserva Bassi, il clima appare in continuo peggioramento. «Prima le ondate di canicola e siccità, e poi le violente grandinate. Il nostro lavoro diventa sempre più complicato, ma non possiamo fare altro che adeguarci, se non vogliamo perdere tutto». Sì, ma quali sono le possibilità? «Per fortuna diversi nostri associati hanno le serre. E, fatta eccezione per alcuni danni provocati dalla grandine alle strutture, questo ha permesso di salvare una parte del raccolto». In futuro, secondo il direttore della FOFT, la serra diventerà uno strumento sempre più prezioso, benché non rappresenti la soluzione a tutti i problemi. «Trasferire tutte le coltivazioni in serra non è possibile. Tuttavia, sul modello della Svizzera interna, ci sono prodotti - come l’insalata - che sempre più vengono coltivati all’interno, in modo da riuscire a salvare la merce in caso di maltempo. Vedendo i danni di questi giorni, dobbiamo metterci il cuore in pace e cercare vie alternative, perché passare mesi interi a lavorare la terra per ritrovarsi con l’intera merce rovinata per un acquazzone è molto frustrante. Non è solo un problema di costi e di spese, ma ne risente anche il morale».