Quando l’avocado diventa oro verde, come i diamanti insanguinati

L’America, innamorata del frutto verde delle diete salutari, potrebbe vedere diminuire la presenza di questo prodotto sugli scaffali dei supermercati. Gli Stati Uniti, infatti, hanno deciso di bloccare temporaneamente le esportazioni di avocado dal Messico. La notizia è arrivata proprio durante uno degli eventi più importanti per l’avocado: il Super Bowl di Los Angeles (Avocados From Mexico, nell’ultimo decennio, ha sponsorizzato moltissimo gli avocado durante questo evento). I ristoratori e consumatori americani non hanno avuto molto tempo per prepararsi alla carenza del prodotto sul mercato. La California e la Florida non riescono a supplire alla domanda sempre crescente dei consumatori. La maggior parte degli avocado messicani va negli Stati Uniti, nonostante ci siano produzioni locali nelle citate California e Florida. Più dell’80% delle importazioni americane di avocado proviene dal Messico, il prezzo medio di 1,43 dollari a unità era già salito dall’anno scorso e ora il calorico frutto potrebbe essere molto più difficile da reperire. Il Messico è in cima alla lista degli esportatori mondiali di avocado, davanti ai Paesi Bassi, uno dei principali centri di esportazione non produttivi, e al Perù. I prezzi degli avocado sono abbastanza instabili: l’anno scorso, livelli di spedizione più elevati significavano prezzi leggermente più bassi, ma la forte domanda nel 2021 ha aumentato i prezzi. Questo nuovo blocco alle importazioni è stato un duro colpo per lo stato di Michoacán, l’unica regione autorizzata in Messico a inviare avocado negli Stati Uniti.
Un problema già noto
Ma le vicende intorno all’oro verde, così come viene chiamato l’avocado, non sono tutte trasparenti. E se le esportazioni sono state sospese per due settimane a causa di minacce ricevute da uno dei diversi ispettori agricoli incaricati di controllare le coltivazioni messicane, i problemi attorno all’esportazione del frutto dal Messico non sono nuovi. Già nel 2019, una squadra di ispettori statunitensi sarebbe stata rapinata da una banda sotto la minaccia delle armi. In Messico, di fronte all’inasprimento della guerra alla droga da parte del governo, i cartelli hanno diversificato i loro flussi di reddito illeciti con altre attività, guardando all’oro verde. Nel 2019, un’analisi di Verisk Maplecroft spiegava come gli avocado messicani costituissero un’industria multimiliardaria per il Messico e avessero attirato le attenzioni dei gruppi criminali organizzati, rischiando di diventare una nuova «merce di conflitto», anche perché «dalla coltivazione al trasporto, la violenza e la corruzione pervade la supply chain dell’avocado in Messico», tra «uccisioni, moderna schiavitù, lavoro minorile e degradazione ambientale» nella regione del Michoacán. I gruppi criminali, attratti dai profitti, secondo il report, si dedicano «sia all’estorsione che alla coltivazione diretta, di solito su terreni sottratti ai contadini locali o ricavati da boschi protetti». Anche la tracciabilità sarebbe un problema. Per arginare il problema della tracciabilità del prodotto, un ruolo chiave è svolto dagli ispettori statunitensi in Messico. Gli ispettori, come quello che è stato minacciato, controllano ogni fase del processo di supply chain, partendo dal frutteto e arrivando ai trasporti e alle aree di spedizione. Il controllo è anche per scongiurare la presenza di malattie e parassiti nei frutti. Fino al 1997 gli USA avevano limitato le esportazioni a causa di parassiti importati nei frutteti Usa dai frutteti messicani.
L’oro verde
Ma il boicottaggio in toto dell’avocado e la mano dei cartelli sul mercato messicano, che conta esportazioni annuali per un totale di 2,4 miliardi di dollari, è un problema soprattutto per gli agricoltori onesti e le laboriose famiglie che si sostentano grazie a questo frutto. Le bande messicane sono anche responsabili della limitazione della produzione e delle spedizioni al fine di aumentare i prezzi dell’oro verde, ai danni di tutta la catena. E quindi, gli avocado stanno diventando un oro verde un po’ come i diamanti insanguinati o i minerali di conflitto.
Dopo le violenze, restano in ginocchio
La sospensione delle esportazioni «rimarrà in vigore per tutto il tempo necessario per garantire che vengano intraprese le azioni appropriate e la sicurezza del personale che lavora in Messico», ha dichiarato in una nota il Dipartimento dell’agricoltura degli Stati Uniti (USDA-APHIS). Ma anche un divieto di esportazione di un paio di settimane o pochi mesi potrebbe ridurre la disponibilità e innalzare i prezzi, avendo un disastroso effetto negativo sull’economica locale messicana, mettendo in ginocchio i piccoli produttori già bersaglio di violenze e minacce da parte di gruppi criminali organizzati. Il blocco rende forse anche molto più facile per le imprese criminali attrarre, tra onesti contadini, persone in difficoltà senza mezzi di sostentamento.
L’Associazione dei produttori e confezionatori esportatori di avocado del Messico (APEAM) sta partecipando attivamente per risolvere il problema tra i due Paesi.
L’APEAM, che rappresenta 29.000 coltivatori di avocado e 65 centri di confezionamento, ha affermato che questi fatti hanno avuto un impatto negativo sull’industria interna e sugli «oltre 300.000 posti di lavoro» del comparto. Il suo consiglio di amministrazione si è detto disponibile a collaborare con le autorità messicane e statunitensi ai fini di riprendere l’esportazione il prima possibile.
Il mercato dell’avocado è in crescita continua. Anche altri Paesi, come il Perù (secondo esportatore), la Colombia, il Cile, l’Africa, la Repubblica Dominicana, il Marocco e la Tanzania hanno guardato al potenziale economico del frutto. Il Messico mantiene ancora il primato di leader mondiale per quanto riguarda l’esportazione di avocado. Ciò, secondo un documento di New Zeland Avocado è dovuto soprattutto alle condizioni climatiche favorevoli. Sempre secondo New Zeland Avocado, il Nord America resta il maggior importatore di avocado, seguita dall’Europa.