Quell'appartamento di lusso che fa male all'immagine di Svetlana Alexievich

OCCHI SULL'EST - 6. PUNTATA - Stampa e social media criticano il Premio Nobel per la letteratura e ironizzano: dopo aver sempre puntato il dito contro il regime acquista un'abitazione in mezzo ai rappresentanti del potere
Svetlana Alexievich alla presentazione di una delle sue opere.
Andrea Colandrea
07.07.2016 06:00

MINSK (dal nostro inviato) - Da quando la giornalista-scrittrice Svetlana Alexievich, con la propria produzione letteraria, ha convinto la severa giuria dell'Accademia svedese di conferirle il Premio Nobel per la letteratura un anno fa, nella Bielorussia di Alexander Lukashenko è passata molta acqua sotto i ponti. Il Paese con al timone l'autoritario leader al potere da ventidue anni e al quinto mandato presidenziale, oggi è in affanno per cercare nuovi agganci con l'America e soprattutto con l'Unione europea, per scongiurare una crisi economica pronunciata, che ha già colpito la Russia e che quindi non può non farsi sentire anche nel suo ex Paese satellite, che con essa continua a mantenere i più stretti rapporti politici ed economici.

Tuttavia, dopo anni di battaglie in nome degli errori del sistema sovietico (non solo in senso politico) e della denuncia, ad alta voce, del potere figlio della nomenklatura, può capitare che anche un personaggio molto noto come la Alexievich, possa commettere qualche scivolone. Proprio la scrittrice dissidente, che più di qualcuno, in seno all'opinione pubblica, ha accostato alla compianta Anna Politkovskaja, e che ha fatto delle sue critiche a Vladimir Putin e al presidente Lukashenko una costante ormai da anni, ha infatti acquistato un appartamento nel centro di Minsk edificato da un imprenditore molto noto nel Paese, che di recente è anche finito in carcere per questioni fiscali e affari poco trasparenti. Alexievich, che sulla vicenda per ora non ancora filtrata all'estero, ha preferito non esprimersi, è, per così dire, stata messa sotto i riflettori dalla parte sbagliata. Siti di informazione online come Citydog e Vitebsk News sono stati tra i primi a raccontare la vicenda, ma è sui social media che gli i bielorussi hanno preso di mira la scrittrice, criticandola anche aspramente.

Diventata famosa con opere quali "Ragazzi di zinco", "Preghiera per Chernobyl" o "Tempo di seconda mano", per citare alcuni dei suoi libri di maggior successo, la scrittrice ha sempre affermato che nei drammi che coinvolgono le persone "è meglio ricordare che dimenticare". Certo, ma ora è qualcun altro che le rinfaccia doppiogiochismo e opportunismo. Com'è possibile, ci si chiede, che una persona che critica il potere acquisti casa proprio in mezzo a coloro che lo esercitano e peraltro un edificio costruito da chi fino a poco fa era vicinissimo agli ambienti governativi?

Sono numerosi i cittadini che le hanno rinfacciato di aver criticato il sistema per anni, fino ora a venirne "assorbita" acquistando l'appartamento di tre stanze di standing superiore nella casa definita "u Troezkoego". L'immobile, che peraltro, secondo una fetta degli abitanti di Minsk, deturperebbe la zona e sarebbe ritenuta un deprecabile esempio di "kitch", si trova nella zona VIP definita "Isola delle lacrime": un nome che si riferisce alla presenza, nell'antistante parco, del monumento dedicato alle madri dei caduti della guerra in Afghanistan. L'immobile del distretto della città vecchia bagnata dal fiume Svisloc, si trova a un tiro di schioppo dall'area dove domenica scorsa, 3 luglio, si era svolta l'imponente parata militare in occasione del Giorno dell'indipendenza. Insomma, un'area esclusiva per ricchi, per chi si è impegnato una vita in favore dei meno agiati.

Ma può bastare un appartamento lussuoso nel mastodontico complesso costruito dal faccendiere Yuri Cizh a offuscare l'immagine del Premio Nobel 2015 per la letteratura? La vicenda, per la verità, a Minsk non pare interessare più di tanto. Non sappiamo quanto liberamente. Fatto sta che fino ad un anno fa la scrittrice di origini russo-ucraine allergica ai regimi dittatoriali, viveva a Parigi. Si dice che fosse stata allontanata dalla Bielorussia quale persona non grata, anche se lo stesso presidente Lukashenko, che ovviamente non l'ha mai amata, aveva espresso pubblicamente orgoglio, forse a denti stretti, per il prestigioso premio assegnato alla connazionale.

Inoltre, da quanto era noto fino poco fa, la vendita dei libri di Svetlana Alexievich era stata proibita in Bielorussia come in Russia. Ci siamo recati in alcune note librerie del centro e ormai questi libri sono bene esposti, in lingua russa e bielorussa, a beneficio di tutti coloro che volessero acquistarli. I tempi sono evidentemente cambiati, ed è passato, appunto, solo un anno! La giuria che nel 2015 aveva assegnato il Premio Nobel alla letterata 68.enne, era rimasta impressionata da "La scrittura polifonica, un monumento alla sofferenza e al coraggio nel nostro tempo". Virtù che però, secondo una parte dei cittadini bielorussi, ha fatto ora difetto alla stessa scrittrice nel prendere le distanze, e non solo in senso figurato, dai simboli del potere. Anche questa è la Bielorussia moderna. Un Paese che vuole crescere e che, in un senso e nell'altro, per garantirsi un futuro, pare avere fretta di voltare pagina.

Andrea Colandrea