Sanità

«Tutti i pazienti fumavano erba»

Il 1. agosto è stato abrogato il divieto di usare canapa a fini medici – Per i trattamenti non è più necessario chiedere un permesso speciale all'autorità federale – Ma secondo Franziska Quadri, tetraplegica da 13 anni, i prezzi sono troppo alti e i dottori ancora poco informati

Il primo d’agosto non è stata celebrata solo la festa nazionale. Per alcuni pazienti si è trattato di una data speciale: da lunedì il divieto della canapa medicinale è stato stralciato dalla legge sugli stupefacenti. Farmaci a base di canapa possono ora essere prescritti senza l’autorizzazione dell’Ufficio federale della salute pubblica (UFSP). «La libertà terapeutica è così garantita», si legge sul sito della Confederazione. L’Associazione Medical Cannabis (Medcan), ente a favore della promozione dell’uso medicinale della cannabis, si dice «felice» della conquista ottenuta, ma anche convinta che «il lavoro didattico sia solo all’inizio» e che «i prezzi dei pochi farmaci svizzeri a base di cannabis siano chiaramente troppo alti».

Contro i dolori cronici

Questi preparati sono usati in particolare da malati per i quali il principio attivo THC può alleviare i dolori cronici. Grazie alla modifica di legge, la coltivazione, la lavorazione, la fabbricazione e la vendita della marijuana medicinale sottostanno ora al sistema di autorizzazione di Swissmedic (che in Svizzera omologa gli agenti terapeutici), alla stessa stregua degli altri stupefacenti utilizzati a fini medici. Per monitorare l’evoluzione della prescrizione di farmaci a base di marijuana e dei suoi effetti, si sta inoltre svolgendo un rilevamento di dati: nei prossimi anni, i medici saranno infatti obbligati a trasmettere all’UFSP informazioni sui trattamenti. La raccolta di queste informazioni servirà da base per una valutazione scientifica della revisione della legge e fornirà un quadro di riferimento ai Cantoni e ai medici.  

Dati che dicono poco

La Medcan resta però pessimista. I medici non avranno né il tempo né la voglia di seguire i pazienti in modo intensivo, ci dice Franziska Quadri, presidente dell’associazione. «Basta vedere cosa succede in Germania, dove sono stati pubblicati i dati di 5 anni di monitoraggio. In sostanza non servono a nulla». Per ora, afferma la zurighese, i dati dicono poco sulle proprietà terapeutiche della cannabis. «Bisogna sfruttare meglio le competenze dei pazienti stessi», spesso interconnessi a livello internazionale e tesorieri di un sapere che la scienza finora non ha potuto fare suo. La Medcan è quindi in trattativa con vari gruppi di interesse per creare una propria banca dati. 

«Si torna al mercato nero»

Quadri, rimasta paralizzata dal collo in giú 13 anni fa dopo un grave incidente in parapendio, usa prodotti a base di cannabis contro il dolore cronico che la assilla. La donna fa cosí parte di un gruppo di pazienti che in Svizzera – secondo stime dell’UFSP – raggiunge le 100.000 persone. Si tratta di pazienti affetti da sclerosi multipla, epilessia, cancro, tetraplegia o paraplegia. Tuttavia, di questi 100.000 individui, nel 2018 solo 3.000 avevano un permesso speciale. Quadri ritiene che nei prossimi tempi la situazione non cambierà molto. Lei stessa ha un permesso speciale, che però non usa. Molti dei pazienti che ottengono un permesso, spiega, «prova i farmaci per un po’, come ho fatto io, e poi torna al mercato nero, in quanto i medicinali legali non sono abbastanza forti e troppo costosi». 

 Quadri consuma fino a 500 mg di THC al giorno - sotto forma di creme per la pelle, burro da ingerire, oli e fiori, di cui inala i vapori. «Attualmente in Svizzera ci sono 3-4 farmaci approvati, solitamente preparati in farmacia. Un flaconcino di estratto di cannabis costa 700 franchi». Non è possibile ottenere né creme, né fiori, né burro. «Se dovessi affidarmi solo ai rimedi legali, per ottenere lo stesso risultato dovrei consumare un flaconcino al giorno». I costi mensili ammonterebbero a 21.000 franchi. «Si calcoli che 1 mg di THC legale costa fino a 1.200 franchi. Sul mercato nero 50»

Rimborsi difficili da ottenere

Anche dopo la modifica di legge, i trattamenti sono rimborsati dall'assicurazione sanitaria obbligatoria solo in casi eccezionali. Il motivo, scrive l’UFSP sul suo sito, è la mancanza di prove dell’efficacia. «Le cassi malati vogliono studi. Preferibilmente uno per ogni malattia», afferma ancora Quadri. «Ma questo non accadrà nel prossimo futuro».

Non è insomma chiaro se ora la prescrizione sarà meno complicata, come annunciato dall'UFSP. «Spesso il paziente deve aver assunto tutti i farmaci a disposizione prima di poter provare la cannabis», scrive la Medcan in un comunicato. Anche i medici stessi, secondo l’associazione, possono diventare un ostacolo poiché la canapa non viene trattata durante la loro formazione. «I medici non hanno esperienza in questo campo», afferma Quadri, per la quale è necessario fare un lavoro educativo presso i professionisti della salute.

«Così va molto meglio»

Quadri ha iniziato a fare uso di canapa subito dopo l’incidente che l’ha paralizzata, appena uscita dalle cure intense. «In ospedale ho notato che tutti i pazienti in sedia a rotelle uscivano a fumare erba. Allora ho provato anche io. E mi sono accorta dell’effetto analgesico». Inizialmente, per combattere il dolore, l’oggi 47.enne ha seguito la terapia prescritta dai medici, ma le controindicazioni erano troppo percepibili. Con la canapa, afferma Quadri, va molto meglio. Nel corso degli anni però le dosi sono aumentate, ammette la paziente, a cui pesa non sapere esattamente quanta sia la qualità dei prodotti che compra sul mercato nero. La sensazione di essere “fatta” delle prime volte è sparita, dice. «La mente resta vigile, mentre i crampi e gli spasmi se ne vanno». «Va poi detto che i preparati del farmacista non sempre contengono il tipo di canapa che uno ha bisogno. C’è quello che aiuta contro i dolori, quello per concentrarsi meglio, quello che favorisce il sonno… In farmacia prendi ciò che ti danno. E spesso non sai nemmeno cosa sia». Su due punti Quadri è però ottimista: la modifica di legge è una conferma da parte della politica che la cannabis abbia proprietà medicinali. E a medio termine è probabile arrivino sul mercato nuovi prodotti: «Negli ultimi mesi siamo stati contattati da molte aziende», spiega la presidente di Medcan. «L'industria farmaceutica sta aspettando dietro le quinte, pronta a entrare sul mercato della cannabis».