Circolazione

Alla guida con targhe finte, in Ticino una decina di casi all’anno

Chi le utilizza rischia fino a tre anni di carcere – Anche in caso di furto o smarrimento non è consentito adoperare dei sostituti fabbricati in casa – Lo scorso anno il Tribunale federale aveva bacchettato la Polizia basilese per aver usato un’auto civetta fittiziamente immatricolata a Soletta
©CdT/Archivio
Nico Nonella
31.07.2020 06:00

Alterate, contraffatte oppure addirittura disegnate a mano su un pezzo di carta e appese ai propri veicoli. In Svizzera non mancano casi di automobilisti pizzicati alla guida di autoveicoli con targhe «non ufficiali». Una bravata che però può costare molto caro, visto che la Legge federale sulla circolazione stradale prevede una pena detentiva fino a tre anni per chi utilizza targhe alterate o contraffatte. L’ultimo caso balzato agli onori della cronaca è quello di un automobilista vallesano che aveva inutilmente ricorso fino al Tribunale federale per contestare una pena pecuniaria sospesa e una multa di 800 franchi per uso abusivo di targhe d’immatricolazione. L’uomo, che aveva perso la targa in Italia, aveva deciso di utilizzare un pezzo di plastica come sostituto. A differenza di molti casi emersi negli scorsi anni, la contraffazione era stata fatta «in buona fede», ma ciò non è bastato a convincere l’Alta corte federale.

Infrazioni gravi

Casi di alterazione o contraffazione delle targhe, in passato, sono avvenuti anche alle nostre latitudini. Da noi contattato, il Ministero pubblico parla di una decina di procedimenti penali aperti ogni anno e spesso a questo genere di infrazione si accompagnano anche altre irregolarità o reati più gravi. In caso di smarrimento o furto delle targhe, bisogna immediatamente annunciare l’accaduto alla Polizia. La segnalazione è possibile anche tramite un modulo online. Sarà ancora possibile circolare sul territorio nazionale, mentre non sarà invece consentito spostarsi oltreconfine fintanto che non si otterranno le nuove targhe (il veicolo deve sempre essere munito della targa anteriore e posteriore, ndr).

Furti e smarrimenti

Furti o smarrimentio non sono episodi rari e, in media, ne vengono segnalati poco più di due al giorno. Dai dati della Sezione della circolazione emerge che nel 2018 i furti o gli smarrimenti di targhe segnalati ammontavano a 795, in netta diminuzione rispetto ai 1.062 del 2018, ai 1.129 del 2017, ai 955 del 2016 e agli 856 del 2015. «In questa specifica statistica non facciamo differenza tra lo smarrimento e il furto, in quanto per la Sezione della circolazione il risultato è lo stesso», ci spiega l’aggiunto caposezione della circolazione Aldo Barboni. «La Polizia cantonale registra i termini di blocco della targa nei loro sistemi che in base alla tipologia di “scomparsa”».

Alcuni precedenti

Come detto, l’automobilista vallesano aveva agito in buona fede per poter circolare ancora in Italia. Non altrettanto si può dire di un 63.enne di Winterthur che a inizio febbraio aveva cercato di beffare le autorità viaggiando a bordo di un’auto con targhe disegnate a mano. Per non farsi mancare nulla, l’uomo era pure risultato senza patente. Lo scorso settembre, invece, un cittadino monzese era stato pizzicato dalla polizia locale a circolare con a una vettura le cui targhe erano risultate un doppione falsificato. Nell’estate di due anni fa, un 43.enne italiano residente in Svizzera era stato intercettato dalle telecamere di sicurezza di Cantù mentre viaggiava in sella a una moto con una targa ticinese contraffatta e senza la patente, che gli era stata revocata.

Quando sgarrano gli agenti

Ancora più eclatante era stato un episodio emerso da una sentenza del Tribunale federale risalente all’8 agosto dello scorso anno. In quel caso, ad utilizzare delle targhe contraffatte era stata nientemeno che la Polizia cantonale basilese. Il caso risale al 15 dicembre del 2016, quando un automobilista era stato intercettato sull’A2 da un veicolo civetta e multato per il mancato rispetto della distanza di sicurezza. L’automobile delle forze dell’ordine, però, aveva una finta targa del canton Soletta e l’automobilista aveva contestato la sanzione in sede giudiziaria. Contattata da TeleBasel, la polizia basilese aveva confermato che questa prassi viene adottata per non rendere riconoscibili le automobili civetta sulla base di una convenzione orale con la sezione della circolazione solettese risalente al 2006. Il 9 ottobre di due anni fa il Tribunale cantonale di Basilea Campagna aveva confermato la multa ma allo stesso tempo ravvisato una violazione del principio di legalità per quanto riguarda l’uso della targa fittizia. La sentenza era stata confermata in ultima istanza anche dal Tribunale federale. In buona sostanza, alla Polizia non è concesso utilizzare automobili civetta con finte targhe di altri Cantoni.