Cantonali

«Alleanza storica e coraggiosa»

L'Assemblea dei Verdi ha ratificato il progetto politico per le elezioni di aprile – Marco Noi: «Puntiamo al raddoppio dell'area progressista in Governo»
Le due candidate al Consiglio di Stato Samantha Bourgoin e Nara Valsangiacomo. © CdT/Chiara Zocchetti
Francesco Pellegrinelli
27.11.2022 18:30

Mancava solamente l’ultimo sigillo, quello dell’Assemblea dei Verdi del Ticino. Oggi, l’organo sovrano degli ecologisti, riunito in sessione straordinaria a Riva San Vitale, ha approvato il progetto politico delle prossime cantonali di aprile.

All’unanimità, l’Assemblea ha quindi confermato l’alleanza con il PS per la lista del Consiglio di Stato; i nomi delle candidate ecologiste, ossia Samantha Bourgoin e Nara Valsangiacomo; e infine la cosiddetta Piattaforma elettorale, vale a dire il programma condiviso da entrambi i partiti che i candidati eletti si impegnano a rispettare durante la prossima legislatura. 

«Obiettivo raddoppio»

«Puntiamo al raddoppio dell’area progressista in Governo», ha esordito il co-cordinatore Marco Noi. «Un obiettivo difficile ma non impossibile», ha affermato il deputato dopo aver ricordato l’iter che ha sancito l’alleanza con il partito socialista. «Siamo stati incaricati dalla base di verificare le condizioni per un’eventuale lista d’area per il Governo. Con il PS è stata trovata un’intesa. Con altri partiti, invece, non è stato possibile». Il co-cordinatore ha poi ribadito che il tempo delle politiche disgiuntive - di chi, insomma, vuole correre da solo per fini elettorali - è finito: «Servono accordi che ci consentano di vincere le grandi sfide», quelle ambientali, in primo luogo, ma anche sociali. «Non c’è tempo da perdere», ha detto Noi. «Le battaglie da vincere sono oggi. Oppure sarà tardi». Di qui, appunto, «l’unione storica e coraggiosa che mira a meglio rappresentare nel Consiglio di Stato le diverse sfaccettature della popolazione ticinese».   Insomma, non si tratta di «fondere i due partiti, ma di collaborare per un Ticino migliore». Per il Gran consiglio, invece, i Verdi continueranno a correre da soli, con un programma specifico e calibrato integralmente sui valori e sui temi del partito ecologista. Su questo punto, l’assemblea ha chiesto ai vertici una maggiore difesa - in termini comunicativi - dei temi tipicamente ambientali, oggi invece ad appannaggio di tutti i partiti «colorati di verde». «Sono i nostri temi. Non lasciamoceli sfuggire di mano», è stato ribadito in sala. Sempre in vista di aprile, l’obiettivo a livello legislativo «è consolidare e rafforzare la presenza in Parlamento», ha detto il co-coordinatore, prima di gettare uno sguardo alle elezioni federali di ottobre. «Gli obiettivi vanno di pari passo», ha osservato Noi, ricordando come i risultati delle cantonali si ripercuoteranno sulla corsa a Berna qualche mese più tardi. «Puntiamo alla conferma del seggio verde alle Camere federali, coscienti del fatto che il discorso per gli Stati rimane aperto. Nel limite del possibile, l’obiettivo è rafforzare la presenza progressista».  Un obiettivo condiviso anche dalla consigliera nazionale Greta Gysin, che ha ricordato come l’alleanza rossoverde nel 2019 abbia permesso all’area di «stravincere». Per questo motivo, Gysin ha ribadito il suo pieno appoggio al progetto politico e alle candidate, entrambe donne, elogiando, nel contempo, il valore di una lista a maggioranza femminile, «l’unica di questa tornata elettorale».

I giovani e la società civile

Grande attenzione, inoltre, è stata posta all’apertura verso la società civile - con il quinto nome di Boas Erez, a fianco dei socialisti, Marina Carobbio, consigliera agli Stati, e Jannick Demaria - e all’apertura verso i giovani. «Sono loro, i giovani, che vivono la questione climatica e ambientale con un’angolatura nuova. Per questo motivo è giusto che sulla lista compaia un loro rappresentante», ha commentato un membro dell’assemblea, riconoscendo la bontà dell’operato del Gruppo operativo.  A questo proposito, la deputata Claudia Crivelli Barella ha ribadito la priorità dei temi ambientali su quelli sociali. «Prima c’è l’ecologia, poi i temi sociali». Barella ha tuttavia riconosciuto la necessità di «fare rete con chi ci crede: abbiamo bisogno di veri ecologisti, e non di partiti che utilizzano la causa verde per scopi puramente elettorali», ha chiosato la capogruppo, prima di annunciare che dopo 12 anni lascerà l’attività parlamentare per motivi professionali. «Oggi c’è più bisogno di me nello studio come psicoterapeuta, che in Parlamento», ha concluso.

In questo articolo: