Processo

«Clandestini trasportati con straordinaria intensità»

Condannati ed espulsi i tre uomini accusati di aver accompagnato da Varese alla Germania, pernottando a Paradiso, circa 240 clandestini – La Corte ha giudicato anche l’inchiesta: «Ci sono carenze e mancanze, abbiamo avuto problemi nell’accertamento dei fatti»
© Shutterstock
Lidia Travaini
30.03.2023 19:11

Bisognava fermali prima? I viaggi fatti durante quel mese abbondante in cui il trio era già stato identificato, così come l’attività da passatori, sono da considerare nella ponderazione della pena? Questa e altre domande sono state sollevate dagli avvocati difensori dei tre uomini alla sbarra anche oggi, per il secondo giorno consecutivo, perché accusati di usura aggravata, incitazione all’entrata; alla partenza o al soggiorno illegale; tentato riciclaggio di denaro e truffa (subordinatamente ottenimento illecito di prestazioni di un’assicurazione sociale o dell’aiuto sociale). Per il giudice Amos Pagnamenta ciò che conta sono però i fatti: gli 80 viaggi circa fatti per portare clandestini in Svizzera, per 240 persone circa. Il presidente della Corte delle assise criminali riunita a Lugano non ha infatti abbracciato le richieste della difesa. O meglio, lo ha fatto solo in minima parte. Perché il trio, seppur con responsabilità diverse, ha «trasportato con straordinaria intensità, anche 4-5 volte al giorno» clandestini tra il luglio e il settembre del 2022, ha detto Pagnamenta pronunciando la sentenza. Prima da Varese a Paradiso, e poi da Paradiso alla Germania, facendoli anche pernottare in Ticino, a casa di uno dei tre.

Alla sbarra vi erano tre cittadini iracheni, due di 46 anni difesi da Yasar Ravi e Andrea Cantaluppi e un 39.enne assistito da Davide Ceroni. Avvocati che, nelle loro arringhe difensive, hanno chieste riduzioni massicce delle pene proposte dalla procuratrice Chiara Buzzi mercoledì (che aveva suggerito condanne tra i 20 mesi sospesi e i 3 anni e 9 mesi, più l’espulsione dalla Svizzera), chiedendo in particolar modo che i periodi di carcerazione fossero ridotti al minimo (se non assenti).

Andrea Cantaluppi, patrocinatore dell’imputato che ha ospitato a casa sua i clandestini si è soffermato sul reato di usura, contestandolo: «Ha sbagliato ad ospitare persone a casa sua, ma chiedeva un centinaio di franchi, per me la cifra non è sproporzionata e queste persone non si trovavano nemmeno in stato di necessità». Davide Ceroni, patrocinatore del 39.enne che ha avuto il ruolo più marginale si è invece concentrato proprio su questo aspetto: «Il mio cliente non ha avuto alcun ruolo decisionale o di coordinamento in questa storia, e non ha guadagnato praticamente nulla». Il legale si è espresso anche sull’atto d’accusa: «Molte cifre non tornano, si fa confusione ad esempio sul numero di viaggi e di passeggeri, questo elemento è centrale, perché non abbiamo il numero di passeggeri preciso sulla tratta tra il Ticino e la Germania». Tratta di cui si è occupato proprio il 39.enne.

Il reato di truffa è infine stato protagonista dell’arringa di Yasar Ravi, che ha parlato di come il suo assistito si sia trovato all’improvviso senza un lavoro a causa di una problema di salute (percependo rendite dal Cantone). «Bisogna capire anche la ragione per cui l’imputato ha fatto un grande numero di trasporti: è la situazione difficile che si è creata», ha detto non tanto per giustificare l’uomo, ma per spiegare la necessità di guadagnare.

Fino a 3 anni

Le linee difensive non hanno però convinto la Corte. Le sentenze decise sono di 10 mesi da espiare per il 39.enne, riconosciuto colpevole per 10 trasporti in Germania; di 2 anni e 8 mesi (14 mesi da espiare) per il 46.enne difeso da Andrea Cantaluppi, e 3 anni (14 mesi da espiare) per il 46.enne patrocinato da Yasar Ravi. «È evidente che era in grado di lavorare», ha detto parlando di lui Pagnamenta. I reati di usura aggravata e di truffa non sono però stati riconosciuti. In relazione al reato di truffa, Pagnamenta ha chiarito che l’atto d’accusa non è stato rinviato al Ministero pubblico solo perché tale reato non è stato confermato. Il giudice non ha infatti risparmiato critiche a chi ha condotto l’inchiesta. «Ci sono carenze e mancanze, la Corte ha incontrato diversi problemi nell’accertamento dei fatti, ci sono diverse incongruenze sulle cifre». Espulsione, infine, per tutti e tre.

L'ambulanza in Tribunale

Il processo ha vissuto una sorta di colpo di scena. Uno degli imputati, circa mezzora dopo l’inizio del dibattimento si è infatti accasciato improvvisamente a terra. Immediato l’intervento, prima degli agenti di polizia presenti in aula penale, poi dei paramedici. L’uomo è stato trasportato in ospedale per quella che si sospetta una crisi epilettica e il processo è poi proseguito senza di lui. 

Correlati
L'operazione «Quindici» ferma la banda irachena
Alla sbarra tre cittadini iracheni che, in pochi mesi, hanno trasportato più di duecento clandestini dal Nord Italia alla Germania – Le forze dell’ordine, grazie anche alle intercettazioni ambientali e ai tracciamenti con il GPS, hanno stroncato l’organizzazione criminale internazionale