Sotto la lente

Il centro chiuso per un futuro aperto

Castione: in pubblicazione il Piano di utilizzazione cantonale della struttura educativa per minorenni - L'edificio alto quattro piani sarà dotato di 10 posti
© CdT/Chiara Zocchetti
Alan Del Don
17.08.2022 06:00

«Considerato l’interesse pubblico di valenza nazionale e cantonale della realizzazione del progetto si ritiene che il disegno proposto con il Piano di utilizzazione cantonale (PUC) sia in grado di rispondere alla richiesta di una struttura sociale di questo tipo considerando anche le esigenze pianificatorie comunali». È atteso da quasi quindici anni. Ed ora il centro educativo chiuso per minorenni previsto a Castione si appresta a compiere un ulteriore, decisivo, passo avanti. Da ieri fino al 14 settembre alla cancelleria comunale è in pubblicazione, appunto, il PUC comprensivo del rapporto di pianificazione e delle norme di attuazione per l’edificazione della struttura da 6,4 milioni di franchi e da 10 posti per l’accoglienza di adolescenti tra i 15 e i 18 anni in situazione di crisi. Entro il termine di 15 giorni dalla scadenza possono essere inoltrati ricorsi al Tribunale cantonale amministrativo.

Colmato il vuoto legislativo

Il CdT ha sfogliato l’incarto che è fondato essenzialmente sul documento di una ventina di pagine risalente al marzo 2015. L’obiettivo è quello di costruire un istituto per minori (la cui gestione sarà affidata alla Fondazione Vanoni di Lugano che sta elaborando il concetto pedagogico che dovrà essere approvato dai competenti uffici cantonali) confrontati con varie forme di disagio. Tre le tipologie di prestazioni offerte. In primo luogo si prevede la presa a carico di ragazzi fra i 15 e i 18 anni (con possibilità di deroga fino a 12 anni) che si trovano in stato di crisi; annualmente, in Ticino, si tratta in media di 55 adolescenti. Secondariamente la futura struttura consentirà di ospitare utenti già collocati in altri centri educativi per l’esecuzione di misure disciplinari; una ventina i casi annui. Infine il Magistrato dei minorenni potrà far capo al CECM per l’esecuzione di pene di breve durata (al massimo 14 giorni: è a disposizione uno dei dieci posti) da scontare in regime di semilibertà; 4-5 i casi alle nostre latitudini. Lo scorso 22 febbraio il Gran Consiglio ha approvato non solo il contributo a fondo perso di 3,3 milioni, ma altresì la Legge sulle misure restrittive della libertà dei minorenni nei centri educativi. Colmando così il vuoto a livello di basi legali a Sud delle Alpi. Si punterà sulle potenzialità educative e sul (re)inserimento del ragazzo nella società.

Vis-à-vis le future Officine

Il complesso sorgerà a nord dell’abitato di Castione, praticamente a ridosso del cavalcavia che conduce alla zona industriale e a poche decine di metri (ma dall’altra parte della strada) delle moderne Officine FFS. Sarà un edificio di 4 piani con tre settori funzionali: amministrativo e ambulatoriale, lavorativo ed abitativo. Gli uffici degli educatori si troveranno al primo piano, mentre al secondo spazio alle stanze, alla camera disciplinare per gli esterni e per gli ospiti nonché a quella per le condanne. Si è optato per la soluzione del PUC - benché circoscritto ad una superficie di 1.700 metri quadrati di proprietà dello Stato - per evitare eventuali lungaggini che avrebbero potuto presentarsi qualora si fosse proceduto alla modifica del Piano regolatore di Arbedo-Castione (come peraltro il Municipio si era detto pronto a fare, essendo inoltre la zona ipotizzata per insediarvi anche i magazzini comunali). La realizzazione del centro permetterà di «aggiungere un ulteriore tassello, oggi mancante, all’attuale offerta di strutture di accoglienza» presenti in Ticino, si evidenzia nel rapporto di pianificazione. L’istituto si situerà «in un contesto abitativo, seppur ai margini della zona residenziale, e disporrà di una buona accessibilità sia viaria sia ferroviaria» alla luce della vicinanza della stazione, ubicata a soli 5 minuti a piedi.

«Nessun peggioramento»

«La pianificazione e la futura realizzazione delle opere non comporta peggioramenti della situazione presente in quanto ad oggi trattasi di una zona edificabile residenziale. Il cambio di destinazione d’uso è quindi del tutto compatibile con la funzione abitativa», si puntualizza nella documentazione tecnica. Una struttura «necessaria» per il nostro cantone, come sottolineato oramai sei mesi fa dai granconsiglieri di Lega, PLR, PPD ed UDC che si erano espressi favorevolmente all’edificazione della struttura; contrari MPS e Partito comunista; più indecisi (un po’ sì, un po’ no, qualche astenuto) PS e Verdi.

Un iter lunghissimo

All’inizio furono tre mozioni ad investire dell’argomento il Consiglio di Stato che elaborò un primo messaggio nell’ottobre 2009. Una prima proposta di centro educativo vide la luce nel marzo 2010. Lo stesso anno in cui fu depositata l’iniziativa «Le pacche sulle spalle non bastano» dei Giovani liberali radicali sottoscritta da oltre 11 mila cittadini. Nel giugno 2011 fu costituito il gruppo di lavoro e, nel gennaio 2012, fu consegnato al Governo il secondo rapporto sul delicato tema. In ottobre il Legislativo di Arbedo-Castione approvò poi le varianti di Piano regolatore, contro le quali furono interposti dei ricorsi.