Malcantone

Il curioso caso di Renera

Bioggio si era detta disponibile ad annettere la frazione di Cademario, che però ha rifiutato – È uno degli strascichi polemici del mancato inserimento del Comune di collina nel nuovo progetto aggregativo
Giuliano Gasperi
28.03.2022 06:00

Che i rapporti fra Cademario e Bioggio, ultimamente, non siano eccelsi lo sanno anche i sassi. L’esclusione del Comune collinare dal progetto aggregativo che include anche Aranno, Vernate e Neggio ha generato diverse crepe nel rapporto fra i due Municipi, come testimonia il carteggio che Cademario ha pubblicato sul suo sito (e Bioggio non ha gradito) per annunciare la sua rinuncia definitiva alla fusione (o meglio, a quella fusione, anche se questa parola, dalle parti del Kurhaus, non vogliono sentirla per un po’). Lo scambio di lettere, che ha visto coinvolto anche il Cantone, testimonia fino a dove si è spinta l’inimicizia istituzionale tra i due Comuni. Fino a Renera: la frazione contesa.

Un piccolo mondo a parte

Renera potrebbe finire in una di quelle domande che si fanno (o si facevano) ai cronisti alle prime armi per mettere alla prova la loro conoscenza del territorio. Pur essendo parte di Cademario, la frazione è più vicina al nucleo di Bioggio, ed è da là che saliamo. Dopo qualche tornante, il brusio dell’autostrada ha lasciato spazio al cinguettio di piccoli uccelli. La mattina, qui, capita d’incontrare i caprioli, mentre di notte scorrazzano i cinghiali. È un bel posto, Renera. «Si sta bene» ci conferma una signora mentre dà una ripulita alla sua auto. Poche case, tutto abbastanza curato, un’atmosfera tranquilla e un prato da cui osservare il fondovalle. Bioggio dista sette minuti in macchina, il centro di Cademario una quindicina. Oppure si può salire a piedi dal Sentee di mort, ma al momento è chiuso a causa di smottamenti.

Richieste e sondaggi

Per gli abitanti di Renera, Bioggio è un punto di riferimento vicino e comodo. È per questo che il Municipio guidato da Eolo Alberti, alcuni mesi fa, su sollecitazione di «diversi vostri cittadini», come leggiamo in una delle lettere fra i Comuni, aveva proposto all’Esecutivo di Cademario di annettere Renera a Bioggio. «A questa frazione diamo noi tutti i servizi – ci ha ribadito il sindaco – dalla scuola ai rifiuti, all’acqua potabile. Saremmo stati d’accordo a integrarla nel nostro territorio, ma non se n’è fatto nulla». Bioggio ha parlato di un «perentorio preavviso negativo» da parte di Cademario. «Non è esattamente come dicono loro» ha risposto, da noi contattato, il sindaco Enzo Zanotti. «Abbiamo chiesto agli abitanti di Renera dove preferissero andare e la maggioranza ha voluto restare parte di Cademario. Bioggio fornisce diversi servizi alla frazione, è vero, ma li paghiamo tutti».

Ospiti finiti chissà dove

La questione sembra ormai accantonata, anche fra i viottoli di Renera. «L’idea era stata lanciata da alcuni abitanti, mentre altri non erano d’accordo – ci racconta un residente – poi non si è più sentito niente. Qui, comunque non ci è mai mancato nulla». Il piccolo borgo immerso nel verde rimane com’è, con le sue particolarità. «Quando aspettiamo delle persone qui – racconta con un sorriso la signora che abbiamo incontrato in paese – è sempre un problema spiegare dove ci troviamo, e a volte capita che qualcuno salga per errore fino al nucleo di Cademario...».

L'idea di Porza

Anche se Cademario fosse stata d’accordo a cedere Renera a Bioggio, i Municipi avrebbero dovuto coinvolgere il Cantone e seguire l’iter della legge sulle aggregazioni e separazioni (appunto) dei Comuni. Sono casi rari. Nel Luganese, una possibilità in tal senso era stata ventilata tempo fa dal sindaco di Porza Franco Citterio, disposto a discutere di un’eventuale cessione a Lugano, «a determinate condizioni», del suo territorio urbano, fra via Trevano e la Resega.

Il carteggio finisce su Internet

Dicevamo dello scambio di lettere sulla fusione. Bioggio si è detta contraria ad includere Cademario per motivi finanziari e di rapporti. Il Municipio ha ricordato la questione di Renera, parlato di potenziali collaborazioni mai concretizzate, «e non certo per nostra cattiva volontà», si è detto impossibilitato ad «abbracciare e sostenere un progetto che comporta un aumento del moltiplicatore oltre una certa misura» (fattore chiave nel no dei cittadini di Bioggio alla fusione con Aranno e Cademario nel 2015) e ha ricordato «i cospicui impegni e gli investimenti con cui il vostro Comune è e sarà confrontato». Cademario ci ha provato a fornire delle rassicurazioni in tal senso, ad esempio citando alcuni sussidi confermati anche in caso di fusione e il buon gettito delle persone fisiche, ma non è servito, come non è servito coinvolgere il Dipartimento delle Istituzioni. A quel punto Cademario ha dovuto arrendersi. «Non vi è stata la volontà di sostenere la nostra partecipazione, da parte né del Cantone né dei Comuni coinvolti – ha scritto il Municipio ai cittadini – e ci rammarichiamo per questo atteggiamento poco costruttivo». «Ma i progetti aggregativi nascono dal territorio, non sono pilotati dal Cantone» ci ha ricordato il capo della Sezione Enti Locali Marzio Della Santa. «Il consenso deve maturare dal basso». Bellinzona tuttavia sembra avere un ruolo meno propositivo rispetto al passato. «Noi in questo caso abbiamo cercato di sensibilizzare le parti, ma vediamo che imporre la nostra visione alle realtà locali porta al fallimento».