Ferrovia

La conferma tanto attesa: il deposito di Chiasso è salvo

In una lettera i vertici delle FFS smentiscono definitivamente la rinuncia all’officina della cittadina: «Struttura di primaria importanza, una chiusura non è oggetto di discussione» – Decisioni sul personale in primavera
©Ti-Press/Francesca Agosta
Lidia Travaini
02.12.2025 06:00

A Chiasso la preoccupazione si è trasformata in un sospiro di sollievo. A provocare entrambi gli stati d’animo sono state le FFS, e l’ultimo dei due è frutto della recente ricezione di una lettera firmata dal CEO Vincent Ducrot e dal Responsabile traffico merci Alexander Muhm. «Non è interessata dal riorientamento del traffico a carri isolati (TCI) l’officina di manutenzione di Chiasso. Tale impianto è e rimane una struttura di primaria importanza per le FFS; una sua chiusura non è oggetto di discussione», si legge nel testo datato 25 novembre. Il tema sullo sfondo è quello della riorganizzazione di FFS Cargo, un ripensamento in ottica futura legato alle perdite economiche registrate e in cui si è inserito anche il paventato smantellamento di tre depositi: a Briga, a Buchs e, appunto, a Chiasso.

Questa eventualità, emersa lo scorso settembre, aveva subito destato preoccupazione nel Basso Mendrisiotto. Le rassicurazioni espresse da Ducrot in novembre nel corso di una visita in Ticino per discutere la riorganizzazione non erano bastate a tranquillizzare le autorità momò. Tanto che pochi giorni dopo i Municipi del Basso Mendrisiotto avevano inviato uno scritto ai vertici delle FFS.

Mezzi e persone

Quella appena ricevuta dagli Esecutivi di Chiasso, Balerna, Morbio Inferiore, Novazzano e Vacallo è la risposta. «L’invio delle locomotive e dei carri merci alla manutenzione continua a essere garantito e non comporta alcuno svantaggio in termini di costi – si legge ancora nel testo a riguardo dell’officina chiassese che si occupa di TCI –. La manutenzione leggera delle locomotive continuerà a essere effettuata dalle FFS, sia per le locomotive temporaneamente noleggiate sia per quelle nuove di proprietà delle FFS».

Non sono altrettanto rassicuranti i chiarimenti dati da Ducrot e Muhm in merito al personale. Perché la salvezza del deposito ticinese, non è sinonimo di salvezza di tutti i posti di lavoro attuali. La possibile riorganizzazione dell’organico ventilata già in passato è infatti confermata nello scritto. «Il nuovo modello produttivo nel TCI e la conseguente riorganizzazione della rete di trasporto comportano un mutamento del fabbisogno di personale e di locomotive», si spiega. E ancora: «Si renderanno necessari spostamenti di personale e una riduzione del numero dei depositi (ma non quello di Chiasso, ndr). Anche le sedi del personale di manovra subiranno modifiche. Il numero esatto dei posti di lavoro coinvolti sarà discusso nella primavera 2026 con le parti sociali».

Seconda fase

Lo scorso mese di maggio FFS Cargo aveva annunciato una riorganizzazione che avrebbe portato al sacrificio di 65 posti di lavoro in tutto il Paese (di cui 40 in Ticino, ma per tutte le persone coinvolte nel frattempo è stata trovata un’alternativa) e alla dismissione di otto terminal in Svizzera (di cui due in Ticino: Cadenazzo e Lugano-Vedeggio). Quella resa nota a maggio era però solo la prima fase della riorganizzazione. «Le FFS offrono ai propri clienti nel traffico merci tre tipologie di trasporto: il traffico combinato (TC), il traffico a carri isolati (TCI) e il traffico a treni completi. Attualmente il traffico a treni completi copre i propri costi, mentre il TC e il TCI risultano fortemente deficitari. Per questo motivo si rende necessaria una trasformazione strutturale e profonda del traffico merci delle FFS», riassume Ducrot nella missiva, prima di illustrare la seconda fase della riorganizzazione. «Dopo il TC, le FFS procederanno ora al riorientamento del TCI nel traffico merci».

Il piano di riorganizzazione di FFS Cargo, ricordiamo, è stato ed è fortemente criticato da più parti. Per osteggiarlo è stato anche costituito un comitato, che parla apertamente di «smantellamento» di FFS Cargo. Anche il Governo ha incontrato più volte gli stessi vertici di FFS per discutere del progetto.

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