Mendrisio

La proposta anti crisi: una terza via per le AIM

Una mozione interpartitica suggerisce di cambiare la forma giuridica delle AIM, passando da Aziende municipalizzate a Ente autonomo di diritto comunale - I firmatari: «Si genererebbero risorse straordinarie e sarebbe possibile nominare persone qualificate»
©CdT/Chiara Zocchetti
Lidia Travaini
05.10.2022 06:00

È una soluzione che potrebbe mettere tutti d’accordo quella oggetto di una mozione interpartitica inoltrata nelle scorse ore a Mendrisio. O meglio, così sarebbe secondo i firmatari del testo, i consiglieri comunali Gianluca Padlina (Il Centro), Luca Pestelacci (PLR) e Andrea Stephani (L’Alternativa). Il tema è di quelli spinosi, perché già discussi in passato e, a maggior ragione, perché il conflitto tra Russia e Ucraina ha innescato una «grave crisi energetica», si legge nel testo, che ha fatto aumentare sensibilmente le tariffe dell’energia anche nel capoluogo: le Aziende Industriali di Mendrisio (AIM) e la loro forma giuridica.

Le finanze comunali

La mozione propone di rinunciare alla forma giuridica attuale di Aziende municipalizzate per adottare quella di Ente autonomo di diritto comunale. La modifica consentirebbe di affrontare una doppia «crisi», si premette: «Il contesto internazionale e la crisi energetica attuali non necessitano di essere ulteriormente sviluppati, essendo perfettamente noti a tutti. Parimenti nota è pure la difficile situazione nella quale versano le finanze comunali. Il primo motivo che sta alla base della presente mozione è quindi quello di permettere al Comune, attraverso l’implementazione del cambio di forma giuridica delle AIM, di disporre di risorse straordinarie per fare fronte alla situazione straordinaria con la quale si vede attualmente confrontato». Nel testo si cita, in questo senso, soprattutto, la rivalutazione dei beni delle AIM, valutata nel 2015 in oltre 25 milioni di franchi.

Ma per i firmatari i motivi per adottare questa nuova forma giuridica sono anche altri. Tra questi vi sono il mantenimento di un certo controllo democratico e una garanzia di qualità: «La nuova forma organizzativa pur mantenendo il controllo in mano pubblica, è suscettibile di permettere la nomina in seno agli organi del nuovo Ente di persone qualificate, in grado di portare competenze tecniche specifiche, che potrebbero indubbiamente essere d’aiuto in un periodo complesso come quello che stiamo attraversando».

Privato e pubblico

Se nella mozione si parla di controllo democratico è anche perché questo è uno degli argomenti che in passato aveva fatto discutere. Un cambio di forma giuridica era infatti già stato proposto nel 2015, in un messaggio con cui il Municipio proponeva la privatizzazione delle AIM, tramite creazione di una Società anonima. L’iniziativa, seppure accolta dal Legislativo, aveva portato a un referendum e alla bocciatura in votazione popolare. «All’epoca dal fronte dei contrari all’operazione la principale critica era stata rivolta alla scelta di fare capo ad una forma societaria propria del diritto privato e non aver invece approfondito la possibilità di procedere alla creazione di un Ente autonomo di diritto pubblico», si ricorda nella mozione. Il ricorso a una forma organizzativa del diritto pubblico, quindi, «è indubbiamente suscettibile di poter ambire a trovare il sostegno anche da parte di chi aveva avversato la proposta di trasformazione delle Aziende Industriali di Mendrisio in società anonima». Almeno questa è la speranza messa nero su bianco.

La capitale come esempio

Nel 2015-2016 l’eventualità di creare un Ente autonomo di diritto comunale non era stata approfondita anche perché nessuno l’aveva ancora sposata fino a quel momento. Oggi però non è più così, si evidenzia: nel 2017 Bellinzona ha infatti imboccato questa strada costituendo l’Azienda Multiservizi Bellinzona: «In questo senso è ora disponibile un esempio di struttura societaria a cui ispirarsi». Un esempio che permette di sapere che la rivalutazione delle reti elettriche della Città di Bellinzona fatta nell’ambito del cambio di forma giuridica ha permesso di generare un ricavo eccezionale di 50 milioni di franchi.

«Tempi straordinari richiedono misure straordinarie» concludono Padlina, Pestelacci e Stephani. La forma giuridica proposta «è suscettibile di poter generare risorse straordinarie delle quali mai come in questo momento il nostro Comune avrebbe bisogno».

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