La spiegazione

Perché con il maltempo aumenta il rischio di non potabilità dell'acqua?

Nelle ultime 48 ore diversi Comuni ticinesi hanno emesso un divieto – Il laboratorio cantonale: «Per ripristinare la bontà della fonte occorre attendere l'esito delle analisi»
© CdT/Chiara Zocchetti
Francesco Pellegrinelli
28.08.2023 18:30

Lumino, Preonzo, Moleno, Bodio, Maggia, Brissago e Ronco sopra Ascona e Mergoscia. Tra gli effetti collaterali del maltempo va menzionata anche la non potabilità dell’acqua. Nelle ultime 48 ore sono stati emessi otto divieti in altrettanti comuni. Il motivo? «Le forti piogge hanno causato problemi agli acquedotti», fanno sapere i Comuni. Ma di quali problemi parliamo? «Durante le forti piogge, i motivi per la dichiarazione di non potabilità sono generalmente due», spiega il Laboratorio cantonale. «Esiste un parametro microbiologico, che stabilisce una soglia massima di batteri fecali nelle acque; e un parametro fisico, che stabilisce un grado massimo di torbidità».

Nel caso in cui si supera anche solo una di queste due soglie, il Comune è obbligato diramare un avviso di non potabilità, spiega ancora il Laboratorio cantonale. Se però c’è un dubbio fondato che l’acqua possa essere pericolosa per la salute, si dirama la non potabilità preventiva, senza quindi attendere l’esito delle analisi, aggiunge l’esperto. Ma perché con il maltempo cresce il rischio di non potabilità? «Quando piove c’è molta acqua superficiale. Il rischio che questa si infiltri nelle captazioni producendo un inquinamento a livello microbiologico o di torbidità è pertanto maggiore».

Generalmente il periodo di non potabilità può durare alcuni giorni, a dipendenza dell’intensità e della durata delle piogge. «In caso di presenza di batteri fecali o di torbidità bisogna effettuare lo spurgo della rete e una disinfezione». La legge stabilisce che sia il Comune stesso, attraverso l’azienda che gestisce l’impianto, a eseguire l’autocontrollo delle proprie acque. «Visti i quantitativi eccezionali delle precipitazioni, non è insolito che otto comuni abbiano diramato contemporaneamente l’avviso», commenta l’esperto.

Ma come vanno a finire batteri fecali in una sorgente e quindi nell’acqua potabile? «Come detto, quando piove, l’acqua di scorrimento superficiale aumenta. Questa si può contaminare con quello che trova sul terreno (per esempio batteri fecali e sostanze organiche) e infiltrandosi nella captazione ne può causare la non potabilità». 

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