Sanità

Psicoterapia e assicuratori malattia, anche la politica chiede chiarezza

I problemi emersi nel settore dal 1. luglio, ossia da quando le cure psicoterapeutiche sono passate sotto la cassa malattia di base, sono al centro di un’interpellanza interpartitica
Paolo Gianinazzi
04.10.2022 06:00

In Svizzera, dal 1. luglio di quest’anno nel mondo della psicoterapia è entrata in vigore un’importante novità: le prestazioni degli psicoterapeuti sono ora coperte dall’assicurazione malattia di base con lo scopo di permettere un accesso più semplice e rapido a questo tipo di cure. Una novità che, come avevamo riferito nell’edizione del 18 agosto, in Ticino sta però creando qualche grattacapo, sia ai pazienti che agli stessi psicoterapeuti. In sostanza, a causa di un mancato accordo fra le parti, alcuni assicuratori malattia non riconoscono ancora le fatture emesse dagli psicoterapeuti sotto la cassa malati di base. Allo stesso tempo, però, nella maggior parte dei casi non è più possibile far passare le cure sotto le complementari. E tutto ciò, ovviamente, sta creando grande incertezza nel settore. Motivo per cui in questi giorni un gruppo di parlamentari ha deciso di chiedere lumi al Consiglio di Stato tramite un’interpellanza. Concretamente, nell’atto parlamentare – presentato da Marco Noi (Verdi, primo firmatario), Claudia Crivelli Barella (Verdi), Roberta Soldati (UDC), Omar Balli (Lega), Tamara Merlo (Più Donne), Massimiliano Ay (PC), Danilo Forini (PS) e Giovanna Viscardi (PLR) – i deputati chiedono al Governo di fare chiarezza sui problemi emersi in questi mesi. «I segnali ricevuti con le prime fatturazioni inviate da psicoterapeute e psicoterapeuti indicano che diversi assicuratori malattia che non hanno sottoscritto l’accordo con i fornitori di prestazione non stanno saldando le fatture poiché non riconoscono la struttura tariffale», si legge nell’interrogazione. «Questi problemi, che sembra non siano presenti negli altri cantoni, stanno creando parecchia confusione e irritazione sia fra i pazienti sia fra i fornitori di prestazione», spiega Marco Noi al Corriere del Ticino. «Ai pazienti perché si vedono attribuiti i costi non assunti dagli assicuratori malattia né sotto l’assicurazione obbligatoria né sotto l’assicurazione complementare; agli psicoterapeuti perché gli assicuratori malattia non riconoscono le voci tariffali delle loro fatture e, di riflesso, i loro pazienti, vedendosi addebitare il costo della fattura non la pagano poiché trovano evidentemente ingiustificato tale addebito».

La motivazione addotta dagli assicuratori malattia per non saldare le fatture, viene spiegato nell’atto parlamentare, «sembra sia legata al fatto che il decreto esecutivo del Consiglio di Stato abbia definito in via provvisionale solamente il valore del punto tariffale (2,58 franchi al minuto), ma non la relativa struttura tariffale, sebbene il Consiglio di Stato abbia loro raccomandato (ndr. agli assicuratori) di volerla accettare».

Per questo motivo gli interpellanti chiedono al Consiglio di Stato se è a conoscenza del problema e soprattutto cosa sta facendo per risolvere la situazione. Inoltre, i deputati chiedono pure delucidazioni all’Esecutivo cantonale per capire come mai queste problematiche siano emerse in Ticino e non in altri cantoni.

Tutto ciò, chiosa il granconsigliere Marco Noi, «con l’auspicio che si possa trovare una soluzione coerente, in modo che da una parte i pazienti non debbano avere difficoltà e non si vedano addebitare spese che dovrebbero essere coperte dalle casse malati, dall’altra anche per far sì che i fornitori di prestazioni possano essere pagati».

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