Ceresiana

Quattro mesi di siccità, e il lago è alle strette

e ripercussioni della siccità sul bacino luganese al centro dell’assemblea della locale società di pescatori, che chiede di valutare la revisione della convenzione sui livelli con l’Italia, anche pensando al Verbano
Il livello del lago in questo giorni a Ponte Tresa. ©Chiara Zocchetti
Gianni Rei
16.05.2022 06:00

Il cambiamento climatico in atto, con le sue ripercussioni sull’ambiente, è stato il leit motiv della relazione del presidente della società di pesca «la Ceresiana», Maurizio Costa, ieri all’assemblea annuale a Bioggio alla presenza tra gli altri del sindaco Eolo Alberti, del sindaco di Agno Thierry Morotti, del granconsigliere Fabio Schnellmann e del presidente della Federpesca Urs Luechinger.

Una situazione, ha esordito l’oratore, che si è potuta avvertire in modo pesante quest'anno con quasi quattro mesi di assenza totale di precipitazioni che hanno seriamente messo alle strette laghi, fiumi e fauna ittica. In proposito Costa ha ricordato come il basso livello raggiunto dal bacino luganese non abbia consentito sino ad oggi a molte barche di uscire, come pure abbia ostacolato alla foce del Vedeggio il lavoro del natante utilizzato per la pulizia della superficie lacustre. Alla luce di questo stato di cose, il presidente si è chiesto se in futuro non sia necessario rivedere la convenzione internazionale sui livelli del Ceresio stipulata nel 1964 con l’Italia, proprio perché non più attuabile con i cambiamenti climatici degli ultimi anni. Nel contempo non ha nascosto le proprie preoccupazioni anche per il livello del Verbano che la vicina Repubblica chiede oggi di mantenere alto allo scopo di poter garantire un regolare approvvigionamento delle risaie a valle, e questo, inevitabilmente, a scapito del Ceresio che con la Tresa riversa le sue acque nel grande lago prealpino. Sempre in merito alla siccità, Costa si è poi detto dispiaciuto che nei mesi invernali non si sia approfittato per dragare le foci dei fiumi soprattutto dove (Vedeggio) si sono formate enormi isole di fango e sabbia che ostacolano il regolare deflusso delle acque.

Novità sugli allevamenti

Il presidente si è quindi chinato sull’allevamento ittico, essenziale per sostenere i ripopolamenti, che sarà oggetto di grandi cambiamenti a livello cantonale in vista di una diminuzione della produzione: «Per il Cantone - ha precisato - è infatti necessario cambiare strategie e lasciare fare di più alla natura, natura che però oggi sta subendo i contraccolpi delle bizze del clima. Di conseguenza sarà necessario rinnovare i riproduttori utilizzati nei diversi stabilimenti e si dovrà trovare un sistema per procurarsi le uova da riproduttori selvatici». In merito alla pescicoltura di Maglio di Colla, gestita dalla Ceresiana, Maurizio Costa ha espresso la propria soddisfazione per l’ottimo lavoro condotto finora con una produzione annua che si attesta attorno a 1,5 milioni di uova, ma allo stesso tempo ha voluto anche ricordare l’impegno nel programma di produzione della trota fario mediterranea e prossimamente di un nuovo ceppo di trota marmorata più in sintonia con le disposizioni federali.

Guardando all’attività del sodalizio a favore dell’ambiente, il presidente si è soffermato in particolare sul progetto «alborella», volto a riportare nel Ceresio la specie scomparsa da anni, che continua la sua corsa in particolare nello stabilimento di Brusino.

Catture: dati positivi

Come in passato un capitolo particolarmente dolente resta quello relativo agli inquinamenti. Come sempre il maggior numero di episodi è stato registrato sul pian Scairolo. Uno in particolare è stato devastante con la perdita di oltre 2.000 trote da poco immesse: «Per chi lavora sul campo come noi – ha precisato Costa - non ci sono parole e resta l’amarezza di osservare come l’intenso impegno di tanti possa essere vanificato dal cattivo comportamento di pochi».

In merito ai risultati della pesca, Costa ha fornito dati positivi: Il Ceresio resta un buon lago soprattutto per quanto riguarda persico, lucioperca, coregone e salmerino, un po’ meno per la trota lacustre. La presenza del siluro è sempre fonte di preoccupazione a causa della sua voracità anche se non ai livelli raggiunti nel Verbano.

In tema di politica cantonale, il presidente ha annunciato l’arrivo delle «carte ittiche» per una nuova gestione della pesca, che tra l’altro dovrebbero apportare cambiamenti circa il numero di catture giornaliere di salmonidi e la misura minima della trota nei torrenti: modifiche che in ogni caso verranno discusse in seno alla Federpesca come confermato dal suo stesso presidente Urs Luechinger. Quest’ultimo in particolare, nel corso di un breve intervento ha reso noto l’impegno del sodalizio mantello in particolare sul fronte dei deflussi minimi volto a imporre ai gestori degli impianti idroelettrici il rilascio di maggiore acqua nei nostri corsi d’acqua, e in proposito il granconsigliere Fabio Schnellmann ha reso noto come il regolamento potrebbe giungere in Parlamento già il prossimo settembre.