Siccità

Tra divieti e raccomandazioni, il Mendrisiotto alza la guardia

I comuni del distretto stanno vivendo giorni complicati a causa della penuria di acqua - In alcune zone la situazione è particolarmente preoccupante e senza un cambio di rotta si prospetta un razionamento
©CdT/Chiara Zocchetti

Mentre i viticoltori in collina corrono ai ripari per salvare il raccolto, nei comuni del Mendrisiotto sale il livello di guardia. Lentamente, la siccità di questi mesi sta prosciugando sorgenti e falde. E nonostante il quadro sia molto variegato, tra le autorità l’impressione è che la popolazione non si sia ancora resa conto della gravità della situazione. Alcuni Comuni hanno emesso veri e propri divieti per limitare l’utilizzo dell’acqua a scopi domestici. Altri, invece, per ora si sono limitati alle raccomandazioni, mentre si studiano, laddove possibile, alternative.

Mendrisio, Coldrerio e Breggia

«La situazione è seria», commenta il sindaco di Mendrisio, Samuele Cavadini. La città ha emesso un divieto e ora sta monitorando l’evoluzione: «Nonostante il problema non sia diffuso in egual misura su tutto il comune, la rete idrica è sotto pressione». A soffrire maggiormente sono i quartieri di collina, Meride, Besazio, Tremona e Arzo. «Dobbiamo renderci conto che non possiamo continuare a sprecare l’acqua per lavare l’auto o irrigare il giardino». La città ha quindi deciso di passare alle maniere forti: «Qualche constatazione l’abbiamo già fatta, adesso partiranno le multe». «Il momento è delicato», sostiene Claudio Masciari dell’Ufficio tecnico di Coldrerio. «Anche noi abbiamo dovuto diramare il divieto. Ci siamo resi conto che i picchi di consumo si registrano di notte. Ciò significa che l’acqua viene utilizzata per irrigare i giardini privati». Nel frattempo, la situazione delle falde peggiora di giorno in giorno: «Il livello dei pozzi a cui facciamo capo ha raggiunto i minimi storici». Una situazione inedita, che ha imposto all’Esecutivo di correre ai ripari per scongiurare un ulteriore abbassamento del livello delle falde. «Del resto, dai consumi appare evidente che la popolazione non si sia resa conto del problema. Il prossimo passo è il razionamento dell’acqua, con i rubinetti chiusi per diverse ore al giorno». Uno scenario che ritroviamo anche a Breggia. Pur non avendo al momento emanato divieti, il comune sta controllando lo stato di salute delle sorgenti: «Fino a qualche settimana fa, l’acqua sorgiva era sufficiente. Negli ultimi giorni, i quantitativi sono diminuiti fino al 50%», spiega Giuliano Arrigo, responsabile del servizio Acqua del Comune. Ora, le autorità guardano già avanti, riflettendo su un possibile piano B: «Se la portata delle sorgenti dovesse calare ancora, saremmo costretti ad attingere l’acqua dal fiume Breggia, caricandola nei serbatoi e trattandola per renderla potabile».

Stabio, Riva e Novazzano

A Stabio, l’acqua non è mai stata un problema. La falda in zona Santa Margherita è tra quelle più ricche. Eppure, «iniziamo a spaventarci anche noi», confida il sindaco Simone Castelletti. Ieri il Comune ha emesso il suo avviso per un uso parsimonioso, estendendo nel contempo l’utilizzo del pozzo Savoy, di acqua non potabile, agli agricoltori: «Solitamente, il Comune se ne serve per irrigare il verde pubblico, ora anche gli agricoltori potranno farlo attingendo dalla medesima fonte». A Riva San Vitale, i due pozzi in falda «sono pienamente funzionanti», spiega la segretaria comunale, Lorenza Capponi. Nonostante l’acqua non manchi - e, anzi, venga pompata al vicino comune di Capolago - il Comune intende comunque inviare un avviso per sensibilizzare la popolazione contro gli sprechi. Simile la situazione a Novazzano: «Finora non ci sono grandi problemi», spiega l’Ufficio tecnico comunale. «Per il momento ci limitiamo a raccomandare un uso moderato».

Castel San Pietro

Chi invece cronicamente soffre la mancanza di acqua è Castel San Pietro, che riceve aiuto da Mendrisio e Balerna. Nel comune, già a inizio luglio, è scattato il divieto di bagnare i giardini e riempire le piscine. «Per ora - conferma Massimo Cristinelli, responsabile dell’Ufficio tecnico - ci siamo limitati a inviare un paio di lettere ai cittadini che irrigavano di notte, per richiamarli all’ordine». Si cerca, insomma, di puntare sulla prevenzione, prima di arrivare alle multe. «Confidiamo nella responsabilità di ciascuno, anche perché la situazione meteorologica non accenna a migliorare. Speriamo di non dover razionare l’acqua».

Chiasso e vicini

Chiasso, insieme a Vacallo, Balerna e Morbio Inferiore, fa capo all’azienda fornitrice AGE SA, che sfrutta principalmente il pozzo Prà Tiro e la sorgente della Rovagina. «La situazione non è peggiorata. Ma neppure migliorata», commenta il direttore di AGE, Corrado Noseda. «Per i quattro comuni che riforniamo, al momento, ci siamo limitati ad appellarci al buon senso dei cittadini. È una raccomandazione, non ancora un divieto. Ma tutto dipenderà dall’evoluzione dei prossimi giorni». Per ristabilire la situazione, prosegue Noseda, non basterà comunque un temporale serale: dovrebbe piovere per qualche giorno. «Se l’invito alla popolazione non dovesse bastare, saremmo costretti anche noi a imporre i divieti».  

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