Mendrisio

Tutti a vedere la Svizzera, sempre che regga il campo

A fine agosto è previsto l’incontro di calcio tra le nazionali Under 17 della Svizzera e dell’Italia, ma il periodo di siccità sta mettendo a dura prova il manto erboso del Comunale – Per salvaguardare i campi si spera nella pioggia, in attesa che vengano attivati due ulteriori pozzi
©Chiara Zocchetti
Stefano Lippmann
13.08.2022 06:00

Alcuni giocatori potremo vederli, tra qualche anno, calcare i campi da calcio delle maggiori squadre europee. Stiamo parlando dei convocati che si affronteranno, il prossimo 25 agosto alle 11.30 allo stadio comunale di Mendrisio. Quel giorno, infatti, si affronteranno due nazionali Under 17: quella svizzera contro quella italiana. In Città è tutto pronto e l’evento è organizzato da tempo. Ma ora, a causa del perdurare del periodo di siccità, si è inserito l’imprevisto: il terreno da gioco. Il manto erboso del Comunale, infatti, sta soffrendo e rischia di non poter soddisfare gli standard che le partite di questo livello impongono. Lo sa bene anche il capodicastero sport e tempo libero della Città, Paolo Danielli il quale, da noi interpellato, spiega di aver «provveduto a informare il responsabile della Federazione svizzera di calcio della situazione». I problemi, come anticipato, riguardano la tenuta del campo. «Abbiamo informato la Federazione – continua Danielli – spiegando anche quale sia la situazione del Mendrisiotto, affinché possano comprendere causa e origine». La palla, dunque, ora è tra i piedi della Federazione la quale a breve dovrà esprimere le proprie osservazioni. Ad ogni modo, al momento, il match tra nazionali giovanili è ancora in calendario.

Una situazione mai vissuta

Per il capodicastero, l’essersi trovati in questa situazione, non è assolutamente da ricondurre a una noncuranza del Comune, bensì alla pioggia che non vuole arrivare e al caldo che perdura. E a Mendrisio non c’è solo il Comunale. Ci sono i tre terreni da gioco del centro sportivo Adorna, il campo di Ligornetto, quello di Arzo e di Rancate (oltre alle aree verdi e i parchi). In questi ultimi due campi, in particolar modo, la situazione è difficile. «Anche il responsabile del verde pubblico della Città, con decenni di carriera alle spalle – commenta Danielli – mi ha detto che è la prima volta che vede una situazione del genere». E allora ecco che si cerca di correre il più possibile ai ripari. «I campi vengono bagnati abbastanza regolarmente, ovviamente con l’acqua non potabile».

Due pozzi in più

Ma da dove viene prelevata l’acqua per irrigare i campi? Una domanda alla quale Danielli risponde volentieri, anche perché di questi tempi, le telefonate da parte dei cittadini che chiedono lumi, sono parecchie. «So che non è facile capire – ammette il nostro interlocutore – ma l’acqua che usiamo è anche quella che diamo agli agricoltori». Nulla a che vedere, quindi, con l’acqua potabile dell’acquedotto comunale. A Mendrisio, in sostanza, per questo tipo di irrigazione si fa capo a un pozzo presente al centro sportivo Adorna. A settembre, inoltre, sarà attivato anche un pozzo nei pressi del campo sportivo di Rancate. Doveva entrare in funzione prima, ci racconta il Municipale, ma dei ritardi nella fornitura, hanno dilatato i tempi. Infine, nel corso del prossimo anno darà man forte anche un terzo pozzo che sarà realizzato allo stadio di Mendrisio. «Abbiamo svolto le analisi con un geologo e con gli addetti delle AIM, nel sottosuolo l’acqua c’è, la presenza è costante e le captazioni non andranno a inficiare la portata delle altre sorgenti» rassicura Danielli.

Con il naso all’insù

I campi, s’è detto più volte, soffrono «e il lavoro fatto fino ad ora con le bonze e le cisterne aiuta fino a un certo punto». D’altro canto, interrompere completamente l’irrigazione, ci spiega Danielli, «avrebbe portato a risultati nefasti». Si spera, dunque, che pluvio faccia la sua parte. «La situazione non è ancora compromessa. Se torna la pioggia non si prevedono grossi interventi per ripristinare l’erba». Se la siccità dovesse invece perdurare, non è da escludere che la Città sia chiamata a investire discrete somme per rifare i manti erbosi.