Banche

Timori per Credit Suisse, il titolo sulle montagne russe

Dopo il tonfo in apertura, che ha portato l’azione al minimo di 3,52 franchi (-11%), la quotazione è risalita – Brusa: «Il corso è arrivato a livelli molto bassi, ormai il rischio è limitato, rimane cruciale la data del 27 ottobre»
Roberto Giannetti
03.10.2022 21:00

Il titolo del Credit Suisse oggi ha aperto le contattazioni in calo dell’11% per toccare quota 3,52 franchi, ossia il minimo di sempre (ricordiamo che il titolo valeva 96 franchi nel 2007). Nel corso delle contrattazioni si è ripreso e ha chiuso a quota 3,94 franchi (-0,93%).

A far scattare le vendite è stata l’impennata dei credit default swap, i valori che offrono copertura contro un dissesto. Ciò significa che il mercato sta prezzando in modo aggressivo il fallimento di una delle maggiori banche svizzere», si legge in un commento di Swissquote.

Buona base di capitale

Venerdì la direzione aveva cercato di rassicurare i dipendenti: in una comunicazione interna ha sostenuto che l’andamento del corso delle azioni non deve nascondere la solida base di capitale e la posizione di liquidità della banca. Ma oggi il Financial Times ha affermato che i vertici di Credit Suisse hanno trascorso il fine settimana cercando di rassicurare i grandi clienti e gli investitori sulla sua stabilità finanziaria. La banca avrebbe smentito le recenti notizie di stampa su un possibile aumento di capitale, aggiunge il quotidiano britannico.

Come giudicare la situazione del secondo istituto elvetico? Lo abbiamo chiesto a Victor Brusa, della BV Trading di Chiasso. «I problemi del Credit Suisse - spiega - adesso provengono dal settore l’immobiliare, mentre hanno smentito l’aumento di capitale di cui si parlava settimana scorsa, che aveva spaventato molto i mercati».

«Infatti il fondo immobiliare Credit Suisse Real Estate Fund Green Property - prosegue - ha rinviato l’aumento di capitale che era stato annunciato per il quarto trimestre a causa dell’elevata volatilità del settore e del contesto di mercato che si è notevolmente deteriorato. Questa notizia riguarda solo la parte immobiliare della banca, ma ha contribuito al tonfo del titolo avvenuto oggi. Chiaramente, gioca anche la speculazione. Infatti malgrado il CEO dell’istituto Ulrich Körner abbia assicurato che la banca dispone di capitali e liquidità sufficienti, il titolo scende».

Molti timori

«Il prossimo 27 ottobre - aggiunge - la banca annuncerà la sua nuova strategia, e non si escludono tagli massicci al personale. L’aumento dei credit default swap mettono in luce le preoccupazioni degli investitori sul futuro della banca».

«D’altra parte - precisa - il terzo trimestre del 2022 è andato male per le Borse, e anche l’ultimo trimestre non lascia ben sperare. Nel settore finanziario le masse gestite sono scese pesantemente, e questo fa soffrire tutti gli istituti, nonostante il ritorno a tassi positivi. Quando i mercati sono così negativi è difficile guadagnare. I principali indici azionari in media hanno perso fra il 15 e i l 20%, e anche le obbligazioni, a dipendenza della scadenza, si sono adeguate al forte rialzo dei tassi di interesse. Insomma, saliti i rendimenti, scesi i prezzi. E questo pesa anche sul Credit Suisse».

«Ma per quanto riguarda l’istituto - nota - ormai il downside risk è molto contenuto, perché già quando era a 6 forse poteva risultare interessante. E a questi livelli ancora di più, visto che il rischio al ribasso è di soli 3,5 franchi. Fra un po’ sarà un "penny stock". Insomma, non è un titolo che costa 50 franchi e può scendere a 30. Con le dovute attenzioni, vista anche la situazione internazionale, potrebbe diventare interessante. Ma per un eventuale acquisto secondo me bisogna aspettare la data cruciale del 27 ottobre, quando verrà annunciato il piano di ristrutturazione. Vedremo se sarà lacrime e sangue oppure sarà più soft».

Nessun interesse del mercato

«Tuttavia, nonostante queste considerazioni, non vedo interesse da parte del mercato, neanche da parte degli speculatori. E questo la dice lunga sulla sfiducia verso il futuro dlel’istituto. Qualcuno potrebbe dirsi, rischio 3,5 franchi per azione, sperando che magari risalga un po’. Ma non lo fa praticamente nessuno».

«Negli scorsi mesi - conclude - avevo già segnalato che poteva esserci interesse per il Credit Suisse da parte di qualche banca importante. Ma in seguito sono uscite altre notizie negative, come le cause legali che sono emerse ultimamente, e per il momento non si vede nessun interessato alla banca».