Toni minacciosi contro la maestra: arriva la polizia

Che fra un genitore e i docenti dei suoi figli possano crearsi a volte delle tensioni, è una cosa piuttosto frequente e per certi versi comprensibile, quasi fisiologica. Il disaccordo può nascere per vari motivi: dagli orari di entrata e uscita fino alla gestione di un raffreddore, dal menù della mensa alle assenze prolungate. Succede. Quello che è capitato in una scuola elementare di un quartiere di Lugano, però, va oltre il normale contrasto. Infatti è stata chiamata in causa la polizia. Secondo informazioni che abbiamo raccolto da più fonti, è nato tutto da una discussione fra il papà di un bambino – ed è per tutelare il piccolo che non abbiamo identificato la sede scolastica teatro dei fatti – e un’insegnante. Il confronto ad un certo punto è salito d’intensità assumendo toni minacciosi nei confronti della docente. L’invettiva si è poi estesa a tutto l’istituto, che ha ritenuto di segnalare l’accaduto alla polizia. Da quel momento, gli agenti di quartiere hanno intensificato la loro presenza all’esterno della sede scolastica.
Nessuna denuncia
«Qualcuno ha superato i limiti di un dialogo costruttivo – si limita a confermare la municipale responsabile della sicurezza Karin Valenzano Rossi – ed è triste quando le istituzioni sono chiamate a intervenire a causa di comportamenti che non ci si aspetta da una persona adulta». Fatti del genere in ambito scolastico non sono tuttavia ricorrenti. «Parliamo per fortuna di eccezioni. Comunque, come facciamo anche in altre situazioni non legate al mondo della scuola, abbiamo subito aumentato la presenza della polizia per garantire sicurezza e con la speranza che abbia un effetto deterrente. È nostro compito farlo, se qualcuno segnala una situazione di insicurezza». Al momento tutto sembra essersi fermato lì: sulla vicenda non risultano infatti denunce pendenti al Ministero pubblico.
Un paio di volte all’anno
«Situazioni come questa – precisa il municipale responsabile delle scuole cittadine Lorenzo Quadri – capitano un paio di volte all’anno. Per una maggiore sicurezza di tutti e per tranquillizzare gli animi, viene chiesta la collaborazione della polizia, che tuttavia non ha mai dovuto intervenire concretamente». Secondo Quadri comunque non si può parlare di una casistica in aumento negli ultimi anni. «Si può dire che è aumentato in termini assoluti il numero di famiglie seguite da uno o più servizi. Non tutte queste situazioni sfociano in un conflitto con le autorità. Anzi, spesso i genitori sono contenti che il Comune intervenga. Altre volte, invece, non condividono le misure adottate e può crearsi tensione».