Con Marco una complicità che resta
Tutte le mattine, quando apro la porta del mio ufficio, vedo la foto di Marco che mi sorride dall’alto. A dire il vero, quando le cose vanno bene mi sembra un sorriso, quando sono preoccupato e non so bene cosa fare mi sembra piuttosto una smorfia di rimprovero. Sia come sia, tutte le mattine lui è lì che mi guarda.
Può essere una consolazione, ogni tanto, ma non è purtroppo un aiuto.
Quando si parte per un’avventura si è in molti, motivati, spensierati e curiosi. Poi piano piano si rimane in pochi e si va avanti. Con Marco eravamo rimasti noi due in un’avventura politica iniziata a Lugano nel 1992 e sfociata nella presenza assieme in Municipio. Nel 2013 ci siamo trovati nel cuore di una città con tanti problemi, quasi tutti nascosti da un sistema politico opaco e connivente, che preferiva nascondere la polvere sotto il tappeto invece di far pulizia ed evitare che la polvere si accumulasse. E la decantata ricchezza di Lugano, che poi si è rivelata essere presunta, faceva da collante al sistema.
Insieme, con complicità e ognuno con le proprie competenze, abbiamo continuato l’entusiasmante avventura per dare una nuova dinamica alla nostra città. In tutta trasparenza, cercando di coinvolgere la parte migliore dei nostri cittadini e dell’amministrazione.
Abbiamo sanato il dissesto finanziario, abbiamo riformato l’amministrazione, abbiamo creato gli strumenti per una gestione coerente della città grazie a un piano finanziario, linee di sviluppo, regolamenti aggiornati, e abbiamo avviato una riflessione condivisa sul futuro della città con il progetto del piano direttore comunale.
Oggi i dati e i risultati ci dicono che quanto con Marco abbiamo seminato nei suoi anni di sindaco della Città sta dando i suoi frutti.
Se per me – e penso anche per i miei colleghi municipali – è stato possibile superare la scomparsa di Marco dando continuità alle idee e ai progetti, è soprattutto per l’enorme lavoro che aveva fatto lui, per ciò che aveva creato e predisposto con tenacia e passione. Tuttavia, dal lato umano e personale, quanto precede è solo una piccola consolazione.
Per me è stato facile fare il municipale con un sindaco come lui ma non è facile fare il sindaco senza di lui. Senza potermi confrontare con un compagno di avventura sincero e schietto, che aveva anche idee e visioni diverse dalle mie, ma sempre capace di costruire. Soprattutto in questo anno dove le sfide e i problemi non sono mancati.
Ho voluto prendere il suo posto di sindaco perché glielo dovevo e poi, in fin dei conti, un anno fa in quella situazione nessun altro voleva prendersi questa responsabilità. Non è facile - sono molto diverso da Marco: ognuno ha il suo stile e il suo modo di gestire la città - ma ogni mattina quando apro la porta del suo ufficio (che è diventato il mio) e lo vedo sorridente e gioviale nella foto che oggi si trova nel patio di Palazzo Civico e da domani spero torni nel mio ufficio, gli dico: mi hai proprio fatto un brutto scherzo, adesso però dammi una mano a fare il meglio per la nostra città che entrambi amiamo moltissimo. Ti prometto che farò di tutto per non deluderti.