Diritti e rovesci

È la fuga di Alcaraz

Il diciottenne spagnolo, fresco vincitore del Masters 1000 di Miami, si sente già pronto per lanciarsi all’assalto di una prova del Grande Slam
Raffaele Soldati
04.04.2022 19:07

Si dice che il tennis sia entrato in una chiara fase di svecchiamento. Vero. A testimoniarlo il successo di Carlos Alcaraz nel Masters 1000 di Miami. Il primo di una lunga serie, dicono gli addetti ai lavori. E ne è convinto soprattutto il suo coach, l’ex numero 1 al mondo Juan Carlos Ferrero, un tempo denominato Mosquito. Il successo in finale contro il norvegese Casper Ruud (7-5 6-4) ha permesso al 18.enne iberico di scavalcare l’italiano Jannik Sinner - un altro giovane molto promettente - all’11. posto del ranking mondiale. Il nuovo fenomeno è ormai a ridosso dei top 10 e le prospettive di avanzare con passi da gigante sono enormi. D’altra parte il ragazzo di Murcia, fresco dell’exploit, non ha nascosto le sue ambizioni. «Mi sento pronto per andare all’attacco del mio primo Grande Slam», ha detto con un filo di spavalderia.

Novak Djokovic (ATP 1) ha trascorso diverse settimane lontano dalle competizioni. Dopo il tormentone in Australia ha giocato a Dubai, ma è stato costretto a saltare i due Masters 1000 americani. Probabile il suo rientro a Montecarlo (10-17 aprile), primo test sulla terra rossa pensando al Roland Garros (22 maggio - 5 giugno). Due mesi di stop per Daniil Medvedev (ATP 2), operato all’ernia. Una nuova pausa prolungata per Rafael Nadal (costola fratturata a Indian Wells), primattore nella prima parte di questa stagione. Il mancino di Manacor è intanto tornato al 4. posto dell’ATP, scavalcato dal tedesco Alexander Zverev, ma sempre davanti a Stefanos Tsitsipas e Matteo Berrettini (operato alla mano destra). A contarli bene sono tanti i top-player più o meno infortunati. E poi ci sono quelli rimasti fuori per un anno o più, che contano di tornare a giocare ai loro migliori livelli. Wawrinka ha pagato lo scotto della lunga assenza al suo rientro nel Challenger di Marbella. Roger Federer lascia tutti in trepidazione dicendo che si allena con profitto pensando alla prossima estate. Il basilese non ha parlato apertamente di Wimbledon, ma è lì che tutti sognano di rivederlo. Intanto il computer dell’ATP lo ha però portato dal numero 26 al 44 nello spazio di sette giorni. Amara consolazione confermarsi n. 1 dei rossocrociati. Dietro di lui Henri Laaksonen (87.) e Marc-Andrea Hüsler (176.), che abbiamo visto uscire nei quarti di finale al Challenger Indoor di Lugano e Dominic Stricker, che ha fatto una breve apparizione al Padiglione Conza.

Si parlava di giovani e di svecchiamento del tennis. Ecco allora, in ottica elvetica, la bella sorpresa dell’Indoor cittadino, Leandro Riedi, reduce dalla settimana più bella della sua carriera nonostante la sconfitta in finale. L’ascesa dei giovani elvetici - Stricker e Riedi avevano disputato l’ultimo atto del Roland Garros juniores nel 2020 - dovrebbe indurci ad essere ottimisti. È da lì che sono passati tanti grandi nomi. Il confronto con Alcaraz, il fenomeno di Murcia, è però impietoso. Sintomatico il titolo del «Corriere della Sera» dopo l’impresa dell’iberico nell’ultimo Masters 1000: «A Miami comincia l’epopea di Alcaraz. A 18 anni riscrive gerarchie e futuro». Non è un caso che proprio questo ragazzo aveva «spremuto come un limone» Nadal a Indian Wells in semifinale. Da Rafa, campione dei 21 titoli del Grande Slam, sembra comunque aver raccolto il testimone.

Adesso che parte la stagione sulla terra rossa, sarà interessante rivedere all’opera il nuovo fenomeno. Quel briciolo di spavalderia mostrata a Miami è un valore aggiunto. In fondo sottolinea le ambizioni di chi crede nelle proprie possibilità. Uno sguardo in avanti. O magari anche indietro. Come fanno i ciclisti che vanno in fuga. Sì, questa sembra davvero essere la grande fuga di Alcaraz.