Commento

Gli eccessi e gli scandali di Downing Street

Bei tempi per l’Inghilterra, quando al gossip provvedeva Buckingham Palace e alla politica ci pensava Downing Street: adesso, a quanto pare, le parti si sono rovesciate
Antonio Caprarica
04.08.2022 06:00

Bei tempi per l’Inghilterra, quando al gossip provvedeva Buckingham Palace e alla politica ci pensava Downing Street. Adesso, a quanto pare, le parti si sono rovesciate. E sarà pure un antiquato modo di dire ma è proprio vero: la classe non è acqua. Sua Maestà Elisabetta ha lasciato una Londra più torrida di Marrakesh per trovare rifugio come ogni anno a Balmoral, tra le amate alture scozzesi, all’insegna di una semplicità spartana. Niente feste né ricevimenti, si cena presto e ci si sveglia all’alba, se i guai dell’età lo consentiranno lo svago sarà soprattutto qualche passeggiata in brughiera adesso che l’artrosi inibisce alla sovrana il piacere di cavalcare.

Gli inglesi strozzati e angosciati dal caro-vita più furioso d’Europa riscoprono deliziati le virtù sparagnine della loro regina. Per eccessi e scandali tutti sanno che adesso bisogna guardare altrove. A Downing Street.

Boris Johnson, com’è noto, è stato dimissionato dal suo stesso partito conservatore agli inizi di luglio ma ha procrastinato l’abbandono dell’incarico di primo ministro per ben due mesi, fino al 5 settembre. Senso dello Stato? Macché. Solo il desiderio di celebrare in pompa magna, nella sontuosa tenuta campagnola dei premier ai Chequers, la festa di matrimonio (il terzo) che aveva dovuto rinviare l’anno scorso causa pandemia.

La neo-signora Johnson, Carrie Symonds (ventiquattr’anni più giovane di lui), non intendeva certo rinunciare - per una ragione così banale come le dimissioni – allo sfarzoso ricevimento in una sede istituzionale con l’upper crust, ovvero la crema della buona società. Purtroppo per lei, e per lo spericolato consorte, quando i piani della festa sono trapelati sulla stampa, l’indignazione del pubblico è stata tale da indurre la coppia a una precipitosa marcia indietro.

Niente paura. A Boris non sono mai mancati i generosi finanziatori. Soprattutto quelli a cui ha fatto avere il titolo di lord. E in mancanza dei Chequers, ecco venire in soccorso lord Bamford, che ha spalancato ai Johnson, e ai loro 200 invitati tra parenti e amici, i cancelli di Daylesford House, la sua meravigliosa tenuta negli esclusivi Cotswolds. I cancelli per modo dire, dal momento che la maggior parte degli ospiti hanno preferito arrivare in elicottero, tranne qualche antiquato fruitore di Rolls- Royce.

La dispendiosa stravaganza (a sbafo?) ha suscitato furore. Liz Truss, grande favorita per la successione di Johnson, ha provato a difendere il diritto della coppia a festeggiare il loro “gran giorno”. Giusto, come no. Magari però tra poche settimane da privato cittadino, invece che premier in carica benché sfiduciato? Sarebbe bastato a mostrare maggior senso delle istituzioni, per non parlare di un po’ più di rispetto per chi non arriva a fine mese.

Per fortuna degli inglesi, c’è chi si accontenta di una vacanza in solitudine a Balmoral. Come la trisavola Victoria, al massimo Elisabetta visita gli angoli più remoti del suo regno sulle Highlands e prende il the coi fittavoli della grande tenuta. Sarebbe per Sua Maestà una sospirata estate sonnacchiosa, se non ci fossero sempre i parenti a procurarle qualche sgradito fremito.

Non esce bene Carlo dallo scoop del Sunday Times che ha rivelato i finanziamenti milionari dei fratellastri di Osama Bin Laden alla Fondazione benefica del principe di Galles. È vero, loro non c’entrano niente col terrorismo, e notoriamente pecunia non olet, soprattutto per le buone cause. Ma il futuro re d’Inghilterra non farebbe bene a tenersi alla larga da controverse frequentazioni?

Penso che per quanto ultrasettantenne lo aspetti una bella tirata d’orecchi quando andrà a trovare Mammà a Balmoral, dove è atteso anche il nipote William con famiglia. Benché invitati, nessuno immagina invece che compaiano pure i Sussex, impegnati nelle loro imprese commerciali in America.

Meghan sta per lanciare il suo podcast dedicato alla storia del sessismo e del suo impatto sulle donne, Harry darà alle stampe in tardo autunno la tanto attesa, e temuta, autobiografia. Visto che fino ad ora i super lucrosi contratti della coppia con Netflix e Spotify hanno prodotto solo un fallimentare podcast di mezz’ora, è tempo che i due ci sbalordiscano se vogliono guadagnarsi le decine di milioni di dollari assicurati dagli sponsor americani. Lascino almeno che la nonna vegliarda si goda tranquilla l’estate.