Taca la bala

L'arbitra non fischia

Nonostante la presenza in diversi campionati nazionali di prima categoria di direttori di gara femminili, il prossimo Europeo sarà diretto unicamente da terne maschili
Tarcisio Bullo
Tarcisio Bullo
03.05.2024 06:00

La notizia del debutto in Super League della quarantenne Desirée Grundbacher, designata per arbitrare lo scorso 20 aprile Yverdon-Stade Losanna, non ha avuto molta eco, eppure si tratta di un evento importante per il calcio rossocrociato, che ai massimi livelli aveva perso, poco tempo fa, l’unica donna arbitro su cui poteva contare, ossia Esther Staubli, ritiratasi dall’attività. Grazie a Grundbacher la continuità della presenza femminile è assicurata ed è un bene per il nostro movimento arbitrale, che aveva avuto in Nicole Petignat, prima donna in assoluto a dirigere un incontro internazionale tra gli uomini nel lontano 2003 (AIK Stoccolma-Fylkir Reykjavík in coppa Uefa), un validissimo pioniere, capace di farsi onore in molte partite di Super League e di meritarsi anche una finale di Coppa svizzera.

In fondo, la promozione di una donna arbitro (arbitra: certificato dalla grammatica italiana) ai massimi livelli del calcio nazionale non dovrebbe nemmeno più fare notizia, com’è accaduto giustamente in Svizzera, un Paese che dal punto di vista arbitrale è stato tra i primi a promuovere la parità di genere. Tutt’al più, non passa inosservato il fatto che addirittura una terna tutta al femminile diriga un incontro di vertice, com’è successo recentemente nella Serie A italiana tra Inter e Torino, con la “squadra” di Maria Sole Ferrieri Caputi.

A far notizia, per contro, è il fatto che nonostante la presenza in diversi campionati nazionali di prima categoria di arbitri donna, il prossimo Europeo di calcio sarà diretto unicamente da terne maschili. Nella squadra che verrà messa in campo dal responsabile degli arbitri dell’UEFA, l’italiano Roberto Rosetti, non c’è stata infatti nessuna convocazione per i fischietti del gentil sesso e nemmeno la pluri osannata francese Stéphanie Frappart è stata ritenuta all’altezza dell’evento. Rosetti non ha dato spiegazioni, si è limitato a dire che in Germania vuole solo i migliori e ha convocato 18 nominativi che fanno parte del gruppo élite dell’Uefa, il quale conta 33 arbitri.

Non saremo noi a criticare il designatore arbitrale, che conosce i suoi direttori di gara e anzi merita un plauso per non essersi fatto condizionare da scelte di natura politica. Stéphanie Frappart, che era stata convocata sia per gli Europei del 2021, sia per il Mondiale in Qatar del 2022, stando a chi l’ha vista all’opera quest’anno nel massimo campionato francese è reduce da una stagione incolore e costellata da molte decisioni discutibili. Non solo dovrà accontentarsi di seguire da casa l’Europeo, ma addirittura non è stata nemmeno convocata per l’Olimpiade di Parigi, dopo essere stata protagonista invece sia nel 2016, sia nel 2021.

Il lavoro da fare per portare ai massimi livelli l’arbitraggio femminile sembra ancora parecchio, nonostante l’impegno dell’Uefa e della Fifa che vogliono il coinvolgimento delle donne nel mondo arbitrale. La bocciatura della Frappart si presta persino ad una lettura in chiave negativa per il movimento calcistico: probabilmente, sussurrano voci fuori dal coro, quando è stata voluta per arbitrare ai massimi livelli, la francese è stata spinta anche da circostanze politiche: era cioè necessario dimostrare che il mondo del calcio non è impregnato da maschilismo. Del resto, il fatto che non faccia parte del miglior gruppo degli arbitri europei (parliamo del gruppo élite, la Frappart appartiene al secondo gruppo) potrebbe essere eloquente in proposito. Resta il fatto che nei principali campionati continentali maschili la presenza di arbitri donne è sporadica e la Premier inglese ha dovuto attendere fino allo scorso mese di dicembre prima di vedere una signora dirigere un incontro (Rebecca Welch in Fulham-Burnley).