Ventisei cantoni

Il test di Zurigo

Riuscirà il PLR zurighese a mantenere il suo seggio fra i 46 della Camera alta nell’autunno del prossimo anno?
Moreno Bernasconi
16.08.2022 06:00

Col suo milione e mezzo di abitanti, Zurigo è di gran lunga il cantone più popoloso della Svizzera. È inoltre la locomotiva trainante – economico-finanziaria e anche scientifico-tecnologica - del Paese. Ma in virtù del sistema politico svizzero (fatto per impedire la concentrazione del potere), nel Consiglio degli Stati gli spettano due seggi soltanto, come il più piccolo dei Cantoni svizzeri. La contesa per la Camera dei Cantoni sulle rive della Limmat rappresenta quindi un test politico rilevante per valutare l’evoluzione degli attuali equilibri politici non solo zurighesi ma svizzeri. E l’annuncio di Ruedi Noser di non ricandidarsi apre una contesa politica che si preannuncia piena di incognite. Riuscirà il PLR zurighese a mantenere il suo seggio fra i 46 della Camera alta nell’autunno del prossimo anno? Questo è l’interrogativo che assilla il partito: un quesito preoccupante che prelude a quello sulla sua forza e rappresentanza anche in Consiglio federale, quesito questo che verrà sciolto poco dopo le elezioni per la Camera alta, nel dicembre del prossimo anno. Finora, fin dalle origini dello Stato federale, i liberali radicali zurighesi sono stati rappresentati nel Consiglio degli Stati. Il secondo seggio è stato occupato a turno da un UDC, un rappresentante dell’Anello degli Indipendenti, un socialista…ma il primo seggio è sempre spettato a un PLR. Stavolta, però, lo spettro di sparire dalla Camera alta inquieta paurosamente i «freisinnige» zurighesi. Il secondo seggio occupato dal PS appare infatti assicurato. Il professor Daniel Jositsch, che si ripresenta, è una formidabile macchina elettorale: sia nel 2015 sia nel 2019 ha ottenuto la maggioranza assoluta già al primo turno ed è stato brillantemente eletto. I candidati PLR, invece, già dal 2011 in poi sono riusciti a conquistare il seggio soltanto al secondo turno, segno di un declino del partito che fino a tre decenni fa a Zurigo aveva un vero strapotere come rappresentante indiscusso dell’economia e la finanza svizzera. Al posto di Ruedi Noser, il PLR presenta per il Consiglio degli Stati una rappresentante femminile: la consigliera nazionale Regine Sauter. Scelta in linea di principio pagante perché, pur non avendo esperienze di esecutivo, la presidente della Camera di commercio zurighese Regine Sauter dovrebbe avere dalla sua il sostegno degli ambienti economici del Cantone. Ma il fatto di essere donna e rappresentante dell’economia basterà? In realtà, la sua elezione dipenderà in larga misura da un fattore esterno, ovvero dal comportamento dell’UDC.

Nell’elezione del 2019, il ritiro da parte dell’UDC della candidatura di Roger Köppel al secondo turno (benché avesse ottenuto il terzo miglior risultato al primo turno) è stata determinante per l’elezione di Ruedi Noser. Il grande vecchio del partito Christoph Blocher, per prevenire una eventuale débâcle di una destra divisa, invitò i suoi a votare il filoeuropeo Ruedi Noser, pur «turandosi il naso». Ma stavolta l’UDC (che resta la prima forza politica del Cantone Zurigo) farà altrettanto, rinunciando in extremis a fare quadrato attorno al proprio candidato? Difficile dirlo adesso, visto che il partito di Blocher non ha ancora elaborato la proprio strategia e fatto nomi di candidati. Molto dipenderà tuttavia dal profilo che adotterà la candidata PLR Regine Sauter in campagna elettorale. A prima vista (a giudicare dall’identikit politico che pubblica sul suo sito) sembra su posizioni meno europeiste, meno stataliste e più conservatrici di Noser. Ma se vuole mantenere il seggio PLR nella Camera dei Cantoni non basta un profilo: ci vuole un programma che possa convincere l’UDC, vero arbitro della contesa. Non sarà facile.