L'intervista

«In Svizzera possiamo ancora concederci i piaceri della vita»

A tu per tu con Nicolò Paganini, Consigliere nazionale del Centro del Canton San Gallo
Nicolò Paganini, qui con Alain Berset, è anche presidente dell’Associazione svizzera delle birrerie. (KEYSTONE/Gian Ehrenzeller)
Andrea Stern
Andrea Stern
20.08.2023 15:00

Il «nostro» Nicolò Paganini parla poco l’italiano e non suona né il violino né altri strumenti. In compenso è consigliere nazionale del Centro, sommelier della birra e presidente dell’Associazione svizzera delle birrerie, presidente della Federazione svizzera del turismo, presidente di Migros Ostschweiz, già direttore dell’OLMA di San Gallo e molto altro. E, a differenza del celebre artista genovese, il «nostro» Paganini ripete.

Signor Paganini, lei ha un nome pesante.
«Mi piace molto chiamarmi così. Mi viene sempre chiesto se sono un violinista e quando vado in Italia trovo una strada con il mio nome in ogni città. È bellissimo».

Invece lei non è né musicista, né italiano.
«Esatto, mio padre è originario di Campocologno, in Valposchiavo, io sono cresciuto in Turgovia e ho sempre vissuto nella Svizzera orientale. E mi piace molto la musica classica, ma non suono alcuno strumento».

Perché i suoi genitori l’hanno chiamata così?
«Probabilmente hanno pensato che un Fritz Paganini non avrebbe suonato tanto bene... No, credo che abbiano voluto scegliere nomi che stessero bene insieme al nostro cognome, mio fratello si chiama Claudio. Poi, certo, probabilmente c’era anche un po’ di ammirazione per il compositore».

Lei, come sommelier e presidente dell’Associazione svizzera delle birrerie, cosa ha pensato quando ha visto il presidente Alain Berset alla Street Parade con una lattina di Heineken?
«Era una Heineken? Io ho visto il sigaro, non mi ero accorto della marca. Posso immaginare che su quel carro ci fosse solo quella birra. Non ci darei troppo peso. Poi Heineken ha birrifici anche in Svizzera, a Coira e Lucerna».

È una buona pubblicità per la birra?
«Un consigliere federale che beve birra?».

Berset un influencer? Un po' sì, ma non sopravvaluterei la cosa

Sì.
«Fondamentalmente sì. Io non ho niente contro il vino ma mi fa piacere che in un caldo pomeriggio estivo il presidente della Confederazione abbia scelto di dissetarsi con una birra. Tuttavia, non penso che sarà questo a far esplodere le vendite di birra...».

Berset non è un influencer?
«Un po’ sì. Ma non sopravvaluterei la cosa».

C’è anche chi ha storto il naso di fronte a un ministro della sanità pubblica che si fa ritrarre mentre fuma e beve birra.
«Io credo che un sigaro o una bella birra a una festa siano tra i piaceri della vita che in Svizzera possiamo ancora concederci. È una questione di misura. Avesse bevuto un fusto intero, sarebbe stato un altro paio di maniche. Ma non vedo alcun problema se un consigliere federale si gusta una birra su un carro».

Lei, quale birra beve?
«Dipende molto dall’occasione e dal contesto. Quando fa caldo bevo volentieri una Lager, quando mangio piuttosto una buona IPA... Ci sono così tante varietà di birre in Svizzera... E il Ticino è speciale, co n il suo sommelier campione del mondo, Giuliano Genoni, il primo svizzero ad aver mai ottenuto questo titolo».

Anche lei è sommelier della birra.
«Anch’io ho fatto la formazione di sommelier, ma oggi la uso poco, vado raramente a fare degustazioni. Giuliano Genoni è fantastico, ha una grande cultura, è bellissimo sentirlo parlare di birre».

Da presidente di Migros Ostschweiz ho votato a favore dell'alcool sugli scaffali: più comodo per i clienti

Ha già bevuto con Genoni?
«Certo, a fine aprile ho anche avuto il piacere di conferirgli l’onorificenza dell’ordine della birra «ad gloriam cerevisiae» nella categoria oro».

Lei è anche presidente di Migros Ostschweiz. Ha votato pro o contro l’alcool sugli scaffali?
«Sono presidente solo dal 1° luglio. Ad ogni modo avevo votato a favore, penso che per i clienti sarebbe stato più comodo se avessero potuto mettere nel cestino della Migros anche una bottiglia di vino o qualche birra. Ma i soci hanno deciso diversamente, va bene così, non sarò di certo io a risollevare il tema».

Le piace la birra «Non»?
«Sì, l’ho provata, mi piace. Oltretutto viene prodotta a San Gallo».

Però è pur sempre una birra senz’alcool.
«Le birre senz’alcool stanno migliorando molto, in qualità e in varietà, sono sempre più simili alle birre normali. Io ne bevo volentieri, per esempio dopo lo sport, quando ho tanta sete e non voglio bere alcool».

Lei è stato direttore dell’OLMA di San Gallo. Si può dire che è la fiera più importante in Svizzera?
«Penso di sì. Anche la BEA di Berna è importante, ma a livello di pubblico credo che l’OLMA sia la fiera più significativa».

Ha capito la decisione del Ticino di rinunciare alla partecipazione all’OLMA?
«Sinceramente no. Capisco la volontà di risparmiare, ma trovo un peccato che il Ticino si sia tirato indietro dopo aver preso un primo impegno. Io non sono più direttore dal 2020, ma l’attuale direzione si è trovata in una situazione difficile. Alla fine è stato deciso di coinvolgere il canton San Gallo ma penso che tutti avrebbero preferito scoprire un altro cantone, il Ticino, piuttosto che il proprio».

La chiusura del tunnel di base del San Gottardo è uno svantaggio per il turismo ticinese, ma non una tragedia: non drammatizzerei troppo

Il ritorno economico per il Ticino sarebbe stato ben superiore rispetto agli 1,2 milioni di spesa, no?
«L’OLMA, con 350.000 visitatori, è un enorme volano promozionale. Soprattutto per cantoni come il Ticino, o i Grigioni, che sono amati dalla gente. Ma forse il vostro cantone potrà recuperare in un’altra occasione, mi farebbe molto piacere».

Ora il Ticino subisce la chiusura del tunnel di base del San Gottardo. Come presidente della Federazione svizzera del turismo, cosa ne pensa?
«Sicuramente non è un vantaggio per il turismo. Ma neanche una tragedia. Io non drammatizzerei troppo. Il tunnel di base esiste solo dal 2016. Prima si veniva comunque in Ticino e sono convinto che si continuerà a venirci anche in questo periodo di chiusura forzata».

Molti operatori turistici sono preoccupati.
«La chiusura può essere sicuramente un problema per chi fa avanti e indietro di frequente, per i pendolari. Ma non credo che il turista rinuncerà a un weekend in Ticino perché deve passare dalla linea di montagna, che oltretutto offre splendidi panorami».

Lei dove ha trascorso le sue vacanze estive?
«Sono stato in Ticino per una settimana, poi ancora qualche giorno per il Festival del Film. La prima settimana abbiamo preso in affitto un appartamento a Gordola, con una bellissima vista sul piano di Magadino e sul lago. Ogni mattina uscivamo in e-bike... È stato bellissimo».

Qual è il posto più bello della Svizzera?
«(ride)... No, a questa domanda non posso rispondere, come presidente della Federazione svizzera del turismo posso solo perderci...».

Quindi non è il Ticino?
«Il Ticino mi piace con il suo ambiente mediterraneo, ma mi piacciono anche le montagne, la Svizzera orientale... Ci sono così tanti bei posti in Svizzera! Comunque diciamo pure che il Ticino è sicuramente ai primi posti».

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