L'attualità di Corecco
Sono passati 27 anni dalla morte di monsignor Eugenio Corecco ma domenica scorsa - in occasione della consacrazione della piazza dedicatagli dalla sua Bodio - le parole del compianto vescovo risuonavano come se fossero state appena pronunciate. «È incredibile come il suo messaggio sia rimasto attuale» afferma Stefano Imelli, sindaco diBodio.
Due esempi su tutti. «Ad esempio nel 1994, dopo l’annuncio della chiusura della Monteforno, lui riunì tutti i parroci delle Tre Valli e celebrò la Messa davanti ai cancelli dello stabilimento - ricorda Imelli -. Allora sottolineò che Gesù Cristo aveva detto di non rubare, mentre lì si stava rubando il lavoro. La Monteforno era una delle migliori acciaierie d’Europa e venne chiusa solo perché gli altri stabilimenti della Von Roll erano in difficoltà. Oggi non abbiamo più acciaierie in centro Europa, sono tutte all’Est o in Asia. E proprio in questi tempi di tensioni internazionali ci rendiamo conto di quanto sarebbe stato importante mantenere un’acciaieria come la Monteforno, che per di più riciclava ferro usato. Se solo qualcuno avesse ascoltato monsignor Corecco...».
L’altra frase ricordata dal sindaco di Bodio è «siate forti nella fede». Una frase che fece da titolo della prima lettera pastorale dell’allora vescovo di Lugano. «Oggi tendiamo a mettere da parte la fede, a pensare che la scienza abbia ormai risolto tutto - afferma Imelli -. Ma durante la recente pandemia mi è capitato sia come sindaco sia come direttore di scuola media di trovarmi di fronte a uomini di scienza che ammettevano di non sapere da che parte andare. Ecco, forse la fede non è qualcosa che appartiene al passato».
Emozioni e ricordi
Imelli non è il solo a essersi emozionato domenica scorsa all’inaugurazione del Sagrato Monsignor Eugenio Corecco, davanti alla chiesa parrocchiale. Tutto il paese di Bodio è ancora molto legato a un vescovo che qui aveva le sue origini, qui era stato ordinato sacerdote, qui era sempre stato molto legato.«Ricordo che anche da vescovo partecipava sempre alle riunioni del patriziato - prosegue il sindaco -. Ancora poco prima di morire volle a tutti i costi partecipare all’inaugurazione di una teleferica patriziale. Arrivò qui molto provato, tutti si preoccuparono per lui. Ma dopo una giornata passata sui monti della sua Bodio, sembrava aver ripreso tutto il suo vigore».
Monsignor Corecco morì nel 1995, dopo una lunga battaglia contro una rara forma di cancro. Una malattia che lui seppe trasformare in un valore, nell’opportnità di riflettere al proprio destino.
Le confraternite
I preziosi insegnamenti di Corecco sono più volte riaffiorati durante la cerimonia di domenica, avvenuta a margine della riunione di tutte le confraternite della Diocesi di Lugano, organizzata quest’anno dal confratello Michele Guerra. «Ci tenevo che l’assemblea delle confraternite si tenesse in Bassa Leventina - spiega colui che è anche secondo vicepresidente del Gran Consiglio - in modo che non fosse una semplice riunione tra confratelli ma anche l’occasione di inaugurare qualcosa che resterà in futuro in ricordo di un grande vescovo originario di Bodio».
L’iniziativa di Guerra è stata molto apprezzata dai confratelli, grati e orgogliosi di fare parte di una realtà antica che in Ticino è ancora particolarmente attiva. «Dopo aver contribuito a fondare il Forum Omnium Gentium Confraternitatum, noi ticinesi abbiamo organizzato nel 2020 il primo forum paneuropeo delle confraternite - ricorda Guerra -. Un successo mondiale che ha permesso di mettere in risalto il ruolo sociale delle confraternite, che sono state in seguito inserite sotto la diretta supervisione del dicastero più importante del Vaticano, diretto da Monsignor Rino Fisichella».