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(S)consolati d'Italia

Pratiche in ritardo e poco personale: la situazione dei consolati italiani all'estero non è affatto buona – Si spera in nuove assunzioni
Per ottenere un documento si aspettano mesi. © CdT/Archivio
Andrea Bertagni
Andrea Bertagni
04.12.2022 17:45

Sì, la situazione è critica». Simone Billi, parlamentare italiano della Lega residente in Svizzera eletto lo scorso novembre nella Circoscrizione Europa, ha ben presente in quali condizioni versano i consolati italiani all’estero, Svizzera compresa. Manca personale - dal 2010 a oggi i dipendenti della rete consolare sono passati da 5.000 a 2.500 - le pratiche si accumulano e prima di ottenere documenti, appuntamenti e carte d’identità elettroniche (quelle cartacee non sono più accettate in diversi Paese europei) bisogna aspettare mesi.

Anche in Ticino, dove gli italiani iscritti all’Anagrafe degli italiani residenti all’estero (AIRE) sono oltre 120 mila, c’è chi proprio non ce la fa più e chiede soluzioni (vedi articolo a lato). «Il Ministero degli Affari esteri è al corrente del problema e come Commissione Esteri alla Camera stiamo cercando di portare a casa qualche risultato», dice Billi che della Commissione Esteri è capogruppo della Lega.

Le cause

Per il momento serve dunque ancora pazienza. Anche perché «la rete consolare soffre di una carenza di personale cronica che ha diverse cause - riprende Billi -. La prima è la spending review della Pubblica Amministrazione partita con il Governo Monti, che ha impattato pesantemente anche le risorse dei consolati. La seconda è l’aumento esponenziale degli italiani iscritti all’AIRE passati da circa 3 milioni nel 2006 a 6 milioni oggi. La pandemia ha inoltre costretto alla chiusura o al lavoro parziale molti consolati, aumentandone ulteriormente gli arretrati». A tutto ciò si sono aggiunte «le tre tornate elettorali del 2022: le elezioni dei Comites, il referendum e le elezioni politiche, hanno ulteriormente aggravato la situazione».

Le soluzioni

Qualcosa però alla Camera e alla Farnesina (sede del Ministero degli Affari Esteri) si sta muovendo e risponde al nome di «nuove assunzioni», precisa Billi. Che continua. «Se tutto andrà come previsto si parla di 400-600 nuove assunzioni nella fascia dei dipendenti di ruolo e di altre assunzioni nella fascia dei cosiddetti digitatori, lavoratori che possono essere impiegati quasi immediatamente a tempo determinato e potranno recuperare e smaltire le pratiche arretrate».

La legge di Bilancio

Certo, tutto questo non avverrà dall’oggi al domani, «perché la macchina della Farnesina è enorme, si muove lentamente e ha molte priorità», sottolinea il deputato, che resta ottimista e che spera di inserire le nuove assunzioni nella legge di Bilancio 2023, la cui bozza è stata presentata alcun giorni fa dalla premier Giorgia Meloni e presto inizierà il suo iter parlamentare. «Con il mio intervento in Aula del 23 novembre scorso ho chiesto al governo di intraprendere tutte le iniziative necessarie per risolvere questi problemi, recuperando gli arretrati e potenziando i consolati», afferma il deputato.

I risultati

Di sicuro comunque vada «bisognerà insistere perché non tutti a Roma - riprende Billi - vedono il potenziamento della rete consolare come una priorità». Nonostante ciò qualche soddisfazione gli italiani all’estero l’hanno ottenuta. «Qualche nuova assunzione c’è stata, così come c’è stato l’arrivo di nuovi consoli - sottolinea il parlamentare -. Inoltre, grazie all’intervento dell’ex sottosegretario agli Affari Esteri e alla Cooperazione Internazionale, Guglielmo Picchi, siamo anche riusciti a far aprire due nuovi consolati a Manchester e alle Canarie».

Risultati non da poco che però non bastano. Almeno oggi. Perché rimanendo in Svizzera anche i consolati di Basilea (sede che sta inoltre aspettando di avere il nuovo console) e Zurigo, dopo quello di Lugano, sono in grandi difficoltà e stanno facendo molta fatica a rispondere e a soddisfare tutte le richieste degli oltre 650 mila italiani residenti nella Confederazione.