Il caso

Quando i supereroi uccidono le star del cinema

Tempi bui per gli attori del grande schermo, a cominciare da Brad Pitt – Solo Tom Cruise riempie le sale, ma anche lui potrebbe avere i giorni contati...
Prisca Dindo
13.08.2022 16:57

«Non ci sono più star del cinema!». Di primo acchito, potrebbe sembrare una breve filippica di qualche nostalgico ancorato nel passato. Ma se l’affermazione porta la firma di Antony Mackie, l’attore americano divenuto famoso per il ruolo di Falcon nel Marvel Cinematic Universe, occorre aguzzare le orecchie. 

«Anthony Mackie non è una star del cinema – ha affermato il giovane attore in una clip pubblicata su Twitter, a suo tempo diventata subito virale –, Falcon è una star del cinema. Questo è il punto: una volta si andava al cinema per vedere i film di Stallone, di Tom Cruise o di Will Smith. Oggi si va per vedere X-Men. Ciò significa che l'evoluzione del supereroe ha ucciso la star che lo interpreta al cinema». 

Insomma i mostri sacri del grande schermo potrebbero essere in via di estinzione. Ne ha parlato, fra gli altri, Tom Shone sul Guardian. 

Un fiasco con Brad Pitt?

Il critico cinematografico, autore di diversi best seller, è partito dagli incassi dell’ultima fatica di Brad Pitt. In America il suo Bullet Train, film tra l’altro protagonista della serata inaugurale in Piazza Grande della settantacinquesima edizione del Locarno Film Festival, è andato bene ma non benissimo (30 milioni di dollari nel weekend inaugurale). E ciò malgrado la presenza della star americana, che continua a rifiutarsi di fare televisione. Una mosca bianca. Come Tom Cruise. Il quale, pur avendo superato Titanic al botteghino statunitense con il suo Maverick, viene ormai descritto dalla stampa come l’ultimo dei samurai. 

Ormai i volti cinematografici prestati al piccolo schermo non si contano più. Harrison Ford, Dakota Fanning, Jude Law, Emma Stone, Amy Adams, Keanu Reeves Jonah Hill, Julia Roberts, Sean Penn, Matthew McConaughey e chi più ne ha più ne metta. Pure un’icona come Meryl Streep ha ceduto alla tentazione delle serie tv. 

Una nuova formula

Secondo Shone, la formula degli studios per attirare le grandi masse al cinema è una sola: affidarsi quasi esclusivamente a film di supereroi e altri franchise di grido per i quali possono facilmente lanciare nuovi volti come star. 

«Amazon – ricorda Shone – ha pagato 465 milioni di dollari per la sua produzione legata a Il Signore degli Anelli, uno spin-off senza star, mentre gli abbonamenti ai servizi di streaming hanno cambiato il modo in cui tutti a Hollywood vengono pagati». 

Non bisogna naturalmente estremizzare. Occorre infatti prendere in considerazione il naturale processo di «invecchiamento» che si verifica periodicamente a Hollywood, quando una generazione passa a un'altra. Gli attori che negli anni Sessanta firmavano contratti esclusivi di sette anni con le case di produzioni hollywoodiane, infatti, negli anni Settanta lasciarono il posto ai vari Jack Nicholson, Robert Redford, Steve McQueen, Dustin Hoffman, Robert De Niro, Al Pacino, i quali a loro volta aprirono la strada alle stelle degli anni Ottanta e Novanta. 

Tuttavia, è innegabile che sia in atto un sensibile indebolimento del potere delle star del cinema. 

«Basta guardare l’ultima notte degli Oscar – così ha terminato Tom Shone –, per presentare i premi sono stati invitati sul palco star dello sport. Non del settore cinematografo».

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