Vent’anni

Gli sguardi di Open Doors su altri mondi

Continua l’iniziativa a sostegno del cinema più fragile e alla scoperta di nuovi talenti del futuro
I premiati di Open Doors all’evento in piazza Grande.
Viviana Viri
12.08.2022 06:00

Tra le ricorrenze di questa edizione il Locarno Film Festival segna un altro importante traguardo: i vent’anni del suo progetto «Open Doors». Un’iniziativa che, sostenendo la produzione cinematografica di Paesi in cui il cinema indipendente è più fragile, è cresciuta in sordina all’interno del Festival, fino a diventarne una parte fondamentale e tra le più interessanti. «Open Doors fornisce uno spazio in cui i talenti emergenti di diverse regioni del mondo possono trovare sostegno in ogni fase del loro percorso creativo e professionale e in cui la discussione e la reinvenzione del cinema di oggi possano avvenire liberamente», ci spiega Zsuzsi Bankuti, responsabile ad interim di Open Doors. «Oltre a dare la possibilità a registi e produttori di realizzare i loro film, l’obiettivo finale di questo progetto è stabilire relazioni con l’intera scena cinematografica dei Paesi interessati aiutandola a crescere e sviluppare la propria voce», ci spiega Zsuzsi Bankuti. «Il nostro obiettivo è fornire uno spazio di riconoscimento per i registi e dare loro accesso a reti, risorse creative e ispirazione, che possono poi condividere con la propria comunità di cineasti». Nato in collaborazione con la Direzione dello sviluppo e della cooperazione (DSC), Open Doors a cadenza triennale si interessa a una regione specifica dell’est e del sud del mondo ed è composto principalmente da tre iniziative: «Open Doors Hub», una piattaforma di coproduzione internazionale che ogni anno seleziona otto progetti di lungometraggio; «Open Doors Lab», un programma di formazione personalizzato in cui vengono forniti gli strumenti necessari per sviluppare un progetto; e infine «Open Doors Screening», la sezione del Festival che propone al pubblico e all’industria lungometraggi e cortometraggi dalla regione focus offrendo una panoramica sui talenti attuali. Il nuovo focus geografico, iniziato quest’anno e dedicato ai Paesi dell’America Latina e dei Caraibi, ha permesso a progetti in fase di sviluppo e realtà cinematografiche di quest’area di raggiungere e confrontarsi con il pubblico e i membri dell’industria presenti al Festival. «Durante questa edizione ci siamo particolarmente concentrati sulla scelta di Paesi di questa regione che consideravamo sottorappresentati sulla scena internazionale, escludendo Paesi più visibili come Argentina, Brasile, Messico e Cile. In questo modo siamo riusciti a mettere Locarno in una posizione diversa da altri mercati europei e iniziative laboratoriali», sottolinea Zsuzsi Bankuti. «Credo che l’aspetto più importante sia poter aiutare queste regioni ad andare oltre la colonizzazione del loro cinema riconquistando la propria essenza, e questo significa permettergli di sviluppare la propria voce, raccontare le loro storie e produrre il proprio cinema. Uno degli obiettivi fondamentali di Open Doors rimane infatti quello di esplorare le storie delle persone che vivono in questi Paesi e non quelle che gli altri Paesi raccontano di loro. Per festeggiare questi vent’anni stiamo, inoltre, pianificando di portare dalla prossima primavera una selezione di film di Open Doors nei cinema svizzeri».

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