Cent'anni fa

Ma a Pregassona volevano solo milionari o letterati o rentiers?

Le notizie del 13 agosto 1922
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Nicola Bottani
Nicola Bottani
13.08.2022 06:00

La Nota
Il Municipio di Pregassona non vuole ospitare nelle sue scuole i sette allievi di Cureggia «perchè si tratta ragazzi di montagna con abitudini diverse da quelle dei nostri, abituati cioè a trascorrere il loro tempo nella sorveglianza delle capre». Oh buona gente di Pregassona, che cosa pretendete dunque, che il romito Comunello di Cureggia, povero di abitanti ed onusto di cittadini, vi mandi dei milionari o dei letterati o dei rentiers, i quali invece di custodire le capre custodiscono le belle cocottes, abbeverandole di champagne o di biglietti da mille? O che vi mandi di quei pupazzi attillati, impomatati, inguantati, che sanno tutte le smorfie della etichetta? Cureggia, l’alpestre paesello sacro alle facili cittadinanze e alle solenni bevute nella Sagra di San Gottardo, vi manda quello che ha. E del resto, buoni municipali di Pregassona, non c’è differenza alcuna nella scala dei valori morali fra quello che cura le capre e quello che siede in un ufficio; è ad ogni modo più rispettabile il ragazzo che cura le capre che non il fannullone straccamurelli.

Oh buoni municipali di Pregassona, non ricordate più che da un custode di porci è sbocciato Papa Sisto; da un pecoraro Giotto; da un guardiano di capre Ludovico Muratori; da un garzoncello di muratore Antonio canova e da un piccolo e rozzo scalpellino Vincenzo Vela? Nè state a sofisticare, buoni municipali di Pregassona, sulle abitudini e sulla buona educazione: molte volte c’è più creanza in un pastorello di montagna che non in certi maleducati e impertinenti figli di mamà. E del resto i piccoli caprari di Cureggia vanno a scuola appunto per istruirsi e per educarsi; se fossero già istruiti e già educati, il Comune non avrebbe bussato alle porte della vostra scuola per farveli accettare. Fate dunque generosa accoglienza ai piccoli caprari di Cureggia i quali cercano cose che a nessuno si rifiuta: l’istruzione e l’educazione, i mezzi cioè per diventare dei galantuomini e dei buoni cittadini.

Gavroche

Fra Libri e Riviste
Les quatre saisons de la fôret di Jean Nesmy, Parigi, Grasset. Dopo aver cantato la montagna ed il mare, Jean Nesmy ci dice con una grazia penetrante la poesia delle foreste nelle quattro stagioni dell’anno. Discepolo di Barrères, egli crea un legame fra la natura e lo spirito e vede negli elementi un meraviglioso maestro della vita contemplativa.

Le livre des livres, Direttore Gaston Moussé (3 rue du Marché-des-Patriarches, Parigi). Non c’è che il «Libro dei libri» che possa fornirvi nello stesso tempo una lettura attraente, varia, d’attualità, improntata ai nuovi libri, una guida imparziale di cui le critiche e le analisi – come pure gli estratti spesso illustrati – vi permettono: 1.o d’essere rapidamente e bene al corrente delle ultime produzioni; 2.o di scegliere le opere che possono piacervi.