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Nel Locarnese «La donna crea» da 20 anni

La rassegna che riunisce spettacoli creati e interpretati da donne torna dal 23 aprile al 4 giugno ad animare la stagione Osa! insieme alle «Voci audaci»
Tra gli spettacoli proposti c’è anche «Annie» della compagnia La cavalcade en Scène. © Marco Ragaini
Nadia LischereRed. AgendaSette
23.04.2021 11:55

Storie, melodie, canti, danze, incontri che riflettono in modo poetico, serio, ironico sui differenti aspetti della sensibilità femminile, toccandone archetipi, sogni e vissuti. È questa la formula vincente del festival La donna crea, che da ormai 20 anni arricchisce il cartellone culturale del Locarnese con spettacoli scritti, diretti e/o interpretati da donne e legati di volta in volta da un filo conduttore. Dalla fragilità che diventa forza, dagli amori diversi alle passioni, dalla natura all’immaginazione, dalla ritualità nel quotidiano ai mille motivi che hanno le donne per dire «me ne vado». Solo per citare alcuni dei temi trattati. Quest’anno, invece, «il fil rouge è “Donne radice” e ci invita a esplorare le profondità che ci nutrono, il contatto con la terra», annuncia l’ideatrice nonché direttrice artistica Santuzza Oberholzer presentando gli eventi che dal 23 aprile al 4 giugno animano la ventesima edizione del festival che, insieme alla rassegna Voci audaci, compone la stagione primaverile promossa dall’Organico scena artistica (Osa!).

Tra tradizione e novità

Doris Femminis e Masha Dimitri inaugurano la 20. edizione de «La donna crea» ripercorrendo le proprie radici. © Yvonne Bohler/Archivio CdT
Doris Femminis e Masha Dimitri inaugurano la 20. edizione de «La donna crea» ripercorrendo le proprie radici. © Yvonne Bohler/Archivio CdT

A introdurre il tema della rassegna, come da tradizione, una «chiacchierata», che quest’anno vede protagoniste l’artista a tutto tondo Masha Dimitri e l’infermiera e scrittrice Doris Femminis, autrice di Chiara cantante e altre capraie e di Fuori per sempre (che le è valso il Premio svizzero di letteratura 2020). «Doris ha una scrittura che profuma di terra - evidenzia Oberholzer - sia che si occupi delle capraie della Valle Bavona, sia che si occupi del disagio psichiatrico giovanile contemporaneo». Da qui il desiderio di approfondire il tema delle radici, «che avevamo già in mente da un po’ di tempo e che è stato scelto anche grazie al lockdown», rivela spiegando che «la situazione degli ultimi mesi ha portato molte persone, compresi artisti e organizzatori, a guardarsi dentro, per andare oltre».
Cresciute in valle e da lì partite per affrontare il mondo, Femminis e Dimitri intrecciano nei loro racconti storie minute di un paese e di una famiglia, riflettendo su ciò che rappresentano per loro le radici. L’appuntamento con le artiste è per venerdì 23 alle 18.00 nella cornice del PalaCinema di Locarno. Location che rappresenta una novità nel cartellone 2021, «che abbiamo continuamente rimaneggiato e riadattato alla situazione del momento» per un totale di otto eventi proposti in diverse sale e piazze di Locarno, Losone, Minusio e Gambarogno. Si conferma così la natura itinerante che da sempre contraddistingue la programmazione Osa!.
Dopo l’appuntamento inaugurale, la 20. edizione de La donna crea proseguirà sabato 24 aprile alle 20.30, nella Sala di Cambusateatro a Locarno con la prima assoluta dello spettacolo Quello che resta, produzione della compagnia Corpi Narranti che si ispira al mito di Calypso. La storia d’amore tra la divinità marina e Ulisse viene esplorata dalla coreografa e danzatrice Angela Calia fino alla perdita e alla rinascita del femminile.

Classici, leggende e «Voci audaci»

Santuzza Oberholzer (seduta a sinistra) insieme ad alcuni membri della compagnia Teatro dei Fauni interpreti di «Anime e Sassi». © Dona De Carli
Santuzza Oberholzer (seduta a sinistra) insieme ad alcuni membri della compagnia Teatro dei Fauni interpreti di «Anime e Sassi». © Dona De Carli

Dalla mitologia greca si passerà, il 30 aprile alle 20.30, a un grande classico della letteratura ticinese: Il fondo del sacco di Plinio Martini riletto in scena al Teatro di Locarno da Margherita Saltamacchia, con l’accompagnamento musicale di Daniele Dell’Agnola. «Ci è sembrato bello riproporlo e fare così un “gioco di specchi” con Chiara cantante e altre capraie: cioè fra la Valle Bavona della Femminis e la Valle Bavona dello stesso periodo narrata da Martini», illustra Oberholzer.
È ambientato nel Novecento ma in un villaggio immaginario anche Anime e sassi, spettacolo a tappe che il Teatro dei Fauni proporrà il 23 e il 29 maggio, con partenza alle 16.00, dalle piazze Chiesa a Piazzogna e San Giorgio a Losone. Un percorso animato da racconti, musica e canti popolari durante il quale si rievocheranno in scena «le storie dei nostri antenati le cui professioni e sopravvivenza erano legate alla natura - dalle donne che si occupavano della lavorazione dei bachi da seta ai boscaioli - ma anche alcune leggende della Mesolcina incentrate sulle streghe». Lo spettacolo, parte del progetto «Antenati con le radici», non mancherà di coinvolgere gli spettatori, che nel finale si trasformeranno negli abitanti del villaggio. «Attraverso questi spettacoli, in generale ma in particolare Anime e Sassi, si riesce a creare quel rito collettivo da cui il teatro deriva», sottolinea la direttrice artistica.
Il festival La donna crea si concluderà il 4 giugno alle 20.30 al Teatro di Minusio con Annie della compagnia La cavalcade en Scène che racconta la storia vera di una giovane madre che a fine ’800 intraprese il giro del mondo in bicicletta.
La rassegna Voci audaci invece prevede il 14 maggio a Losone il tradizionale Circlesong e il 21 maggio a Minusio un concerto folk con i Lolomis, oltre a sei workshop di canto e improvvisazione (13-16 maggio, info e iscrizioni: [email protected]).
«Questa primavera, purtroppo, non è stato possibile proporre spettacoli per i bambini, a parte Anime e sassi che è per tutti – sottolinea la direttrice artistica – ma l’appuntamento è con il festival Il castello incantato promosso dal Teatro dei Fauni dal 14 agosto al 4 settembre».

Esclusivamente dal vivo

Una scena dello spettacolo di danza «Quello che resta» di e con Angela Calia.
Una scena dello spettacolo di danza «Quello che resta» di e con Angela Calia.

Questa che Osa! si augura di poter realizzare per intero, va detto, è la quarta versione del programma primaverile. «Eravamo pronti da tempo – rivela Oberholzer – e ci teniamo tantissimo a partire subito, perché abbiamo visto ancora in autunno quanta gioia c’era nel pubblico: ricordo che durante i concerti Incanta l’attimo c’era una forte elettricità emotiva nell’aria. Questo è il nostro pane, la nostra paga più bella». Niente di paragonabile a un evento online: «Crediamo che la forza dei nostri mestieri sia l’arte dal vivo. Gli eventi online sono un’altra cosa e non ci interessano. Mentre il fatto di incontrarsi e creare emozioni condivise attorno a una storia, a una melodia, a un canto, questo sì, che è una cosa di cui siamo convinti abbiamo bisogno tutti».
Gli eventi sono proposti nel rispetto delle direttive anti-COVID e quindi con un numero di posti limitato. Prenotazioni: [email protected]. Programma completo e aggiornamenti su www.organicoscenaartistica.ch.

Scoprite di più su «La donna crea» e sull’associazione Organico scena artistica sfogliando l’edizione n. 16 della rivista AgendaSette, in allegato venerdì 23 aprile al Corriere del Ticino e sempre a portata di mano con l’app CdT Digital.

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