La cifra

Oltre 11 mila dollari all'ora per essere un Top Gun

Tom Cruise ha insistito affinché lui e gli altri attori capissero davvero che cosa si prova a fare il pilota – L'accordo fra studios e Marina degli Stati Uniti
Marcello Pelizzari
27.05.2022 15:03

La cifra, volendo, non è nemmeno esagerata. Ma impressiona. 11.374 dollari. Per ogni ora di volo. Tanto hanno pagato gli studios per gli F/A 18 Super Hornet. Protagonisti, assieme a Tom Cruise, del nuovo, adrenalinico Top Gun: Maverick. Ne hanno parlato e ne stanno parlando diversi media statunitensi, fra cui Bloomberg. A prestare i velivoli è stata la Marina degli Stati Uniti, con il benestare del Pentagono. Precisazione, ovvia: Cruise e gli altri attori non hanno potuto toccare i comandi.

Nessuno come Tom

«Non ce ne sono altri come Tom Cruise», titola il Post in questo articolo. Sottolineando come l’attore, emerso giovanissimo grazie a Risky Business, di cui ricordiamo fra le altre cose l’ottima colonna sonora, sia da molti considerato l’ultima, vera star di Hollywood nel senso più classico del termine. Di sicuro, il nostro è un maniaco dei dettagli e, di riflesso, della precisione. In Maverick, ad esempio, è stato lui a insistere affinché tutti gli attori che interpretano piloti volassero per davvero a bordo di un caccia. Per capire, innanzitutto, che cosa significa stare lassù, fra accelerazioni e forze gravitazionali. Cruise, 59 anni e non sentirli volendo usare un’espressione quasi abusata, non è nuovo a simili estremismi: ha sempre interpretato in prima persona le scene più complicate, senza ricorrere a controfigure, mentre salì per la prima volta su un jet militare nel 1986, quando girò il primo Top Gun.

L'aiuto del Pentagono

Cruise, per questo sequel carico di nostalgia, ha effettuato una dozzina di voli secondo la stampa americana. Come detto, il regolamento del Pentagono impedisce al personale non militare di controllare una risorsa del dipartimento della Difesa. Lo ha specificato Glen Roberts, a capo della sezione dedicata all’entertainment. Perché sì, la Difesa americana (da tempo) supporta studios, case di produzione, produttori, registi, sceneggiatori, location manager, attori e registi nella produzione di film. Fa da consulente, insomma.

Roberts, fra le varie chicche, ha chiarito che Cruise e gli altri attori hanno viaggiato dietro ai veri piloti. Prima di salire, tuttavia, hanno completato l’addestramento base e, in particolare, hanno imparato a eiettarsi dall’aereo in caso di emergenza (ricordate Goose nel primo Top Gun? Ecco) e su come sopravvivere in mare.

La Marina, per Maverick, ha concesso l’utilizzo di aerei, portaerei e, ancora, basi militari. Roberts, di nuovo, ha preso una certa distanza dai caratteri dipinti dalla pellicola. I veri Top Gun, par di capire, non sono dediti al macchiamo né fanno della spavalderia un marchio di fabbrica. Sono, piuttosto, dei lavoratori indefessi.

Queste discrepanze, di base, non vengono combattute dal Pentagono. Un film resta un film e, dunque, non deve rappresentare fedelmente la realtà. Su un aspetto, tuttavia, la Difesa non transige: l’integrità dell’esercito dev’essere garantita, altrimenti la collaborazione con gli studios salta.

Un successo annunciato

Secondo le stime, il film dovrebbe generare circa 130 milioni di dollari ai botteghini (Stati Uniti e Canada) nel suo primo weekend di programmazione nelle sale. L’attesa, d’altronde, era spasmodica considerando che l’uscita della pellicola è stata ritardata a più riprese complice la pandemia. 

Le scene adrenaliniche, giusto per riprendere un aggettivo utilizzato a inizio articolo, sono state girate nell’agosto del 2018 a bordo dell’USS Abraham Lincoln e presso la Naval Air Station Lemoore in California. L’F/A 18 Super Hornet, di per sé, è meno avanzato rispetto all’F-35 della Lokcheed. Il perché, al di là delle esigenze di sceneggiatura, è presto detto: l’F-35 è un modello monoposto, il che avrebbe impedito a Cruise e agli altri di utilizzarlo. Buona visione.

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