Quegli scatti custoditi all’Archivio di Stato

L’Archivio di Stato ha concluso con Manuela Christener, l’erede di Giosanna Crivelli, una convenzione per il deposito, presso l’istituto dell’archivio di Stato, del lascito fotografico della fotografa luganese scomparsa nel 2017 all’età di 68 anni. Nata nel 1949, dopo gli studi liceali Giosanna Crivelli ha frequentato la Bayerische Staatslehranstalt für Photographie a Monaco di Baviera (1971-73) e dal 1975 ha iniziato il lavoro come fotografa indipendente. I suoi scatti sono stati pubblicati su numerose riviste e monografie. In particolare, dal 1988 ha collaborato con «Illustrazione Ticinese», pubblicando servizi fotografici e curando la rubrica Escursioni In Ticino. Il suo interesse per il territorio ticinese si è manifestato anche con le pubblicazioni dedicate al San Gottardo, alle montagne del Sottoceneri, alla Greina, alla Valle Maggia, al Piano di Magadino o al Monte Generoso.
Tra suoi progetti vanno annoverati anche i corsi di fotolinguaggio, condotti assieme a Mariapia Borgnini nelle classi del Pretirocinio d’integrazione del Cantone Ticino, che hanno ispirato il libro Fotolinguaggio (2003). Con I luoghi del respiro (2014), ha invece voluto trasporre concettualmente i suoi problemi di salute in una serie di brevi passeggiate nelle pianure ticinesi. L’ampia e variegata attività di Giosanna Crivelli, sviluppatasi su un quarantennio, si riflette compiutamente nel suo archivio. Esso è composto di alcune decine di migliaia di documenti, sia analogici sia digitali, dai quali emerge, accanto allo slancio poetico ed artistico che contraddistingue la sua produzione più nota, la connotazione documentale di quegli scatti, numerosissimi e poco conosciuti, che non sono stati pubblicati nei libri e nei periodici, né esposti in mostre personali o collettive.
Si tratta quindi di un archivio complesso e ancora in larga parte inesplorato, caratterizzato da un valore non solo artistico bensì anche storico e sociale. Presso l’Archivio di Stato, le fotografie di Giosanna Crivelli andranno ad aggiungersi ai numerosi altri fondi fotografici dell’istituto e nel corso dei prossimi mesi saranno oggetto di ricondizionamento e di inventariazione. Esse saranno in seguito disponibili sul Catalogo dei fondi fotografici dell’Archivio di Stato (www.ti.ch/archivio-foto).