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Tre donne coraggiose rompono il muro del silenzio

Charlize Theron, Nicole Kidman e Margot Robbie sono le protagoniste di «Bombshell - La voce dello scandalo»
Le tre protagoniste nell’unica scena in cui recitano insieme.
Antonio Mariotti
01.09.2020 06:00

È una vera e propria bomba, da cui il titolo originale del film, quella che scoppia nell’estate 2016, mettendo a soqquadro il panorama mediatico statunitense. Subito dopo essere stata licenziata Gretchen Carlson, già Miss America nonché conduttrice del popolare programma Fox & Friends, denuncia per molestie sessuali Roger Ailes, leggendario amministratore delegato di Fox News, la rete televisiva di proprietà del magnate australiano Rupert Murdoch che Ailes ha contribuito in maniera sostanziale a trasformare in portabandiera dell’America più conservatrice facendone impennare gli indici d’ascolto. E tutto ciò accade mentre è in pieno svolgimento la corsa alla candidatura repubblicana alle presidenziali del successivo mese di novembre che vede in prima fila un certo Donald Trump.

Un anno prima di Weinstein

Bombshell – La voce dello scandalo racconta, seguendo le traiettorie di tre donne molto diverse tra loro, i 16 giorni successivi a questo clamoroso annuncio, durante i quali si gioca non solo il destino delle protagoniste e quello del manager accusato di molestie, ma si getta soprattutto il seme del futuro movimento #MeToo che germoglierà nell’ottobre dell’anno successivo, in seguito alla serie di denunce dello stesso tipo che travolgeranno e porteranno in carcere il produttore hollywoodiano Harvey Weinstein, e che da allora non ha cessato di far sentire la propria voce nel mondo dello spettacolo in tutto il mondo.

Diretto dallo sperimentato Jay Roach, sceneggiato dal premio Oscar Charles Randolph e interpretato da un trio di star come Charlize Theron, Nicole Kidman e Margot Robbie, Bombshell si ispira quindi a fatti realmente accaduti ma deve fare i conti anche con le regole della fiction. Nicole Kidman interpreta Gretchen Carlson che - pur se per motivi discutibili - ha avuto il merito di aprire la prima breccia nel muro di omertà che fino ad allora aveva attorniato ogni genere di atteggiamento sessista nell’ambito della società americana, ma che alla fine accetterà un assegno milionario da parte degli avvocati della Fox in cambio del suo (eterno) silenzio. Margot Robbie è invece chiamata a interpretare un personaggio di fantasia: quello di Kayla Pospisil, giovane pronta a tutto pur di sfondare nel mondo dei media (che in questo ricorda la spregiudicata Suzanne Stone interpretata proprio dalla Kidman in Da morire di Gus Van Sant che la portò alla ribalta nel 1995) ma dalla grande sensibilità che la porterà alla fine del film a porre quelle domande fondamentali che tutte le giovani donne intenzionate a far carriera negli ambiti in cui l’aspetto fisico gioca la sua parte oggi dovrebbero porsi.

La star che sfidò Trump

L’ultima componente di questo trio di donne coraggiose è Megyn Kelly (magistralmente interpretata da Charlize Theron) che nel 2016 era tra le vere star del firmamento di Fox News, conduttrice del suo show notturno di grande successo The Kelly File, attaccata brutalmente da Donald Trump per aver osato porgli una domanda sulle sue affermazioni offensive nei confronti delle donne durante un dibattito pre elettorale. Megyn esita prima di denunciare a sua volta Roger Ailes: è quella che ci perderebbe di più ma sa anche di poter mettere sul piatto della bilancia una popolarità maggiore delle altre e alla fine anche lei romperà il silenzio.

Al di là della politica

Formalmente Bombshell segue i canoni piuttosto tradizionali del film-inchiesta (perdendo per strada le iniziali sequenze in fermo immagine con la voce fuori campo delle protagoniste che ne alleggerivano il tono) mentre il cast dei personaggi secondari è di alto livello (John Lithgow è Roger Ailes, Malcolm McDowell è Rupert Murdoch). Gli autori hanno però evitato di politicizzate il proprio discorso: il sessismo non è né di destra né di sinistra e concerne soprattutto il potere di cui dispone il molestatore, a immagine del personaggio di Ailes, considerato bipartisan e che fino alla fine nega qualsiasi responsabilità, convinto di «aver fatto solo del bene» alle donne che ha aiutato a far carriera.