Il prossimo avversario

I primi tre interrogativi per avvicinare il Brasile

Dove e quanto deve progredire la Svizzera? Uno tra i diffidati Akanji ed Elvedi sarà risparmiato? E i verdeoro senza la propria stella sono più pericolosi? Vincent Cavin: «Recupero palla e gestione della pressione, le chiavi per provare a infastidirli»
© KEYSTONE / LAURENT GILLIERON
Massimo Solari
26.11.2022 06:00

La sostanza non cambia: i tre punti. Eppure, nella forma, i successi di Svizzera e Brasile hanno presentato geometrie molto diverse. Incomparabili, stando ad alcuni. E lo staff rossocrociato, presente al Lusail Stadium con Murat Yakin e un’ampia delegazione, dovrebbe essersene resa conto. Ieri, va da sé, era il giorno dei sorrisi e dei volti distesi. Disponibilità distribuita come il pane arabo sulle tavole di Doha. Nessuna esigenza di farsi prendere dal panico, insomma. Nemmeno a fronte di un avversario che non ha impressionato solo sul piano offensivo. «Ma paragonare due formazioni - il Camerun e il Brasile - scese in campo con intenzioni diverse, rischia di essere fuorviante» osserva l’assistente allenatore Vincent Cavin. Al match dei verdeoro c’era anche lui.

«È stato impressionante»

«La selezione africana - rileva la spalla di Yakin - è entrata in campo con la volontà di spezzare il nostro ritmo. Ci è riuscita e con un paio di rapidi contropiedi ha fatto dubitare la Svizzera. La tensione dell’esordio si è quindi fatta sentire, i passaggi sono diventati meno precisi, la puntualità degli interventi è andata scemando». No, il primo tempo dei rossocrociati non è stato entusiasmante. «Abbiamo importanti margini di crescita, ma la partita con il Brasile sarà totalmente diversa» ribadisce Cavin. «Il match dei sudamericani contro la Serbia è stato impressionante. Di fronte a un avversario del genere, che attacca con 4-5 uomini, la strategia va naturalmente rivista. Dovremo difenderci, molto, e lo sappiamo. I match di riferimento, su questo piano, però non mancano. Penso all’ultima trasferta in Spagna, quando siamo riusciti a infastidire Busquets e compagni con il recupero. La chiave per mettere in difficoltà il Brasile sarà la medesima». L’assistente elvetico, in merito, ritorna sul 2-0 rifilato alla Serbia: «La squadra di Tite ama attaccare ma anche difendere molto alta. Verso la porta degli sfidanti. Per contro, non apprezza arretrare o essere presa alle spalle». Ecco la via da seguire, dunque e in termini teorici, una volta emersi dalla pressione verdeoro. «Ma se il Brasile giocherà come giovedì sera, spuntarla sarà molto difficile» ammette Cavin.

La Serbia, con molta energia, ha controllato bene il fantasista del PSG. Questo sforzo, tuttavia, ha aperto spazi altrove. Spazi infine sfruttati dal Brasile
Vincent Cavin, assistente allenatore Svizzera

Ruoli e ritocchi

Tite dovrà rinunciare alla sua stella, alle prese con una caviglia malconcia. Non per forza una buona notizia, considerata l’opaca prestazione di Neymar al debutto. E altresì gettando un occhio alle alternative a disposizione. «La Serbia, con molta energia, ha controllato bene il fantasista del PSG. Questo sforzo, tuttavia, ha aperto spazi altrove. Spazi infine sfruttati dal Brasile». Il sistema difensivo della Nazionale rossocrociata, tradotto, dovrà funzionare alla perfezione. In tutte le zone del campo. Ma come la mettiamo con le diffide che gravano sulle spalle dei centrali Akanji ed Elvedi? Risparmiare uno dei due in ottica Serbia sarebbe così assurdo? Sentite Cavin: «Siamo a un Mondiale. E chi ci assicura che il terzo sarò l’incontro decisivo del girone? Non dimentichiamo che Camerun e Serbia s’incroceranno prima di noi. Il risultato in questione, insomma, potrebbe fornirci informazioni preziose». Più prezioso che all’esordio, contro la grande del gruppo, potrebbe rivelarsi invece il ruolo di Granit Xhaka, spesso ignorato dai compagni nella posizione avanzata assunta all’Arsenal e scelta per lui anche da Yakin. «Valuteremo anche il suo ruolo» conferma Cavin, ritornando sulle armi spendibili dalla Svizzera, in particolare a livello di transizioni e gestione delle ripartenze. «Murat, comunque, è stato chiaro: il terzetto di centrocampo può agire in più modi: 1+2 o 2+1». La sostanza, in questo caso, potrebbe tuttavia cambiare. Eccome.

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