La testimonianza

L’Argentina col fiato sospeso: «Ma i tifosi restano fiduciosi»

Dopo la débâcle contro l’Arabia Saudita, stasera al cospetto del Messico l’Albiceleste si gioca il futuro del suo Mondiale – L’ambasciatore svizzero a Buenos Aires Hans-Ruedi Bortis: «Per il momento prevale l’ottimismo, ma adesso serve una vittoria»
Tifosi argentini delusi a Buenos Aires dopo la prima partita contro l'Arabia Saudita. © AP
Nicola Martinetti
26.11.2022 06:00

Nessun brusco risveglio, oggi, per il popolo albiceleste. Nulla a che vedere con quanto accaduto martedì, con le sveglie puntate all’alba per poi assistere a una delle pagine più nere e sportivamente drammatiche della Selección. Nella giornata odierna, al contrario, l’Argentina vivrà una lunga e spasmodica attesa. Che si trascinerà fino alle cinque di pomeriggio, ora locale. «Da quel momento in poi, tutto il Paese si fermerà» ci racconta Hans-Ruedi Bortis, ambasciatore svizzero a Buenos Aires.

La disfatta è già stata digerita

Già. Una nazione intera col fiato sospeso davanti a maxischermi e televisori. Con gli occhi puntati sull’incontro che chiuderà la tornata di sfide odierne: Argentina-Messico. «La posta in palio è nota a tutti - rileva il diplomatico elvetico, grande appassionato di calcio -. Contro la selezione messicana vi sarà un solo risultato accettabile: la vittoria. Qualsiasi altro esito renderebbe complicatissimo un eventuale passaggio del turno. Anche perché all’ultima curva vi sarà poi la Polonia». La pressione sulle spalle di Messi e compagni sarà dunque enorme. A maggior ragione dopo la clamorosa - e per certi versi scioccante - débâcle all’esordio contro l’Arabia Saudita. «L’impatto con il Mondiale è stato sportivamente traumatico - conferma Bortis -. Nessuno qui si aspettava di incassare una sconfitta contro gli uomini di Renard. In tutta sincerità però, quella disfatta è stata digerita piuttosto velocemente. Di più: oggi non avverto una tensione smisurata. Paure e timori, per intenderci, non sono così palpabili. Anche perché al netto dell’incredibile inciampo contro i sauditi, permangono comunque l’ottimismo e la fiducia nelle qualità della selezione di Scaloni. Sì, gli argentini si sentono superiori ai messicani. Come del resto suggerisce pure la carta. E oltre che nel talento dei loro idoli, ripongono le speranze in un aspetto prettamente tecnico. Non si aspettano infatti di vedere “Memo” Ochoa e compagni proporre la medesima strategia tattica dell’Arabia Saudita, votata al contenimento e alla “distruzione” del gioco albiceleste. Messi e compagni, in soldoni, dovrebbero godere di maggiori spazi in fase offensiva. Scatenando di conseguenza l’enorme potenziale del loro attacco».

In molti sono andati a ripescare dei precedenti che lasciano ben sperare. Uno concerne proprio la selezione argentina, in particolare quella che prese parte ai Mondiali italiani del 1990
Hans-Ruedi Bortis, ambasciatore svizzero a Buenos Aires

I precedenti e la stampa

Per relativizzare la sconfitta all’esordio, in questi giorni i più scaramantici hanno temporaneamente distolto lo sguardo dall’attuale edizione. Gettando un occhio a quelle passate. «In molti sono andati a ripescare dei precedenti che lasciano ben sperare - ci spiega il diplomatico vallesano -. Uno concerne proprio la selezione argentina, in particolare quella che prese parte ai Mondiali italiani del 1990. La quale, capitanata da sua maestà Diego Armando Maradona, a Milano toppò l’esordio contro il Camerun, salvo poi rimediare arrivando in finale. Meglio, nel 2010, ha poi fatto la Spagna. Clamorosamente sconfitta dalla nostra Svizzera al debutto nella Coppa del Mondo sudafricana, ma poi capace di vincere i successivi sei incontri, aggiudicandosi il suo primo Mondiale».

Gli occhi sul trofeo dorato, tornando all’attuale Selección, li ha posati da tempo anche Lionel Messi. E con lui il resto dell’Argentina. Desiderosa di spingere la «Pulce» alla definitiva consacrazione, in quella che sarà verosimilmente la sua ultima Coppa del Mondo. «Quello attualmente in corso è un torneo speciale per il popolo albiceleste. Persino la stampa, solitamente - e giustamente - critica quando vi è da analizzare controprestazioni come contro l’Arabia Saudita, per il momento ci è andata leggera nei confronti della squadra. Non si vuole caricare di ulteriore pressione un gruppo già in difficoltà».

Tutti insieme al ristorante

In chiusura, dalla capitale argentina l’ambasciatore elvetico rivolge un pensiero anche alla Nazionale di Murat Yakin, vincente all’esordio contro il Camerun. «Vincente sì, ma non esattamente convincente. Né affascinante dal punto di vista del gioco - analizza Bortis -. Premetto che ho seguito il match in streaming poiché impegnato in un viaggio diplomatico in Uruguay. Ma da quel che ho potuto vedere vi sono ancora dei problemini da risolvere. Ad ogni buon conto l’importante era incamerare i primi tre punti e il match, da questo punto di vista, è stato un successo». Lunedì però c’è il Brasile. «I verdeoro arriveranno galvanizzati dopo il meritato successo con la Serbia. Speriamo fin troppo. Per i tanti svizzeri che vivono in Argentina, quello di lunedì sarà comunque un match speciale. Lo staff della nostra ambasciata si riunirà in un ristorante di Buenos Aires gestito da uno svizzero, per seguire il match tutti assieme. Speriamo che verranno a farci compagnia anche altri connazionali, appassionati quanto noi» chiosa il diplomatico vallesano.

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