Calcio

Tutti pazzi per la Kings League, la nuova frontiera del pallone

La prima edizione della competizione ideata da Gerard Piqué si è conclusa domenica scorsa, con la Final Four disputata al Camp Nou di Barcellona davanti a più di 92.000 spettatori - Il seguito via streaming ha invece avuto picchi di oltre 2 milioni di utenti
L’ultimo atto nell’iconico stadio catalano ha premiato la squadra denominata «El Barrio», che ha sconfitto l’«Aniquiladores FC». © EPA/MARTA PEREZ
Nicola Martinetti
30.03.2023 06:00

Un successo totale. Planetario. Ed estremamente promettente in ottica futura. No, non ci stiamo riferendo al debutto di Luis de la Fuente sulla panchina della Spagna. Del resto la sconfitta rimediata in Scozia dalle Furie Rosse, dopo l’illusoria vittoria contro la Norvegia, ha fatto storcere il naso a diversi tifosi, ancora scottati dalla delusione patita all’ultimo Mondiale. A calamitare l’attenzione del mondo pallonaro iberico - e non solo - durante la pausa internazionale, in attesa di tempi migliori per la Roja, è stato qualcos’altro. Un evento innovativo e unico nel suo genere. Accattivante e per certi versi pionieristico: la Final Four della Kings League.

Numeri da capogiro

Il pazzo torneo di calcio a sette ideato dall’ex difensore del Barcellona Gerard Piqué, promosso insieme al popolare streamer spagnolo Ibai Llanos, ha conosciuto il suo epilogo - ma anche il suo apice - domenica scorsa. Un’apoteosi andata in scena nientemeno che al Camp Nou, che ha scritto la parola fine sulla prima, seguitissima stagione della competizione. Facendo registrare numeri che ben evidenziano la portata di quello che ormai, a tutti gli effetti, è passato dall’essere considerato un fenomeno, a una realtà concreta e in rapida ascesa. Le cifre del resto non mentono. Domenica scorsa l’iconico stadio catalano ha accolto 92.522 spettatori, che hanno deciso di mobilitarsi per seguire l’evento in loco. A questi, poi, vanno aggiunti milioni di utenti - oltre i due il picco massimo - che si sono sintonizzati sulle varie piattaforme streaming (Twitch, YouTube, TikTok) per non perdersi l’avvenimento. Tantissimi dei quali, peraltro, appartenenti al target auspicato dai promotori: la «generazione Z». A riprova che l’innovativo format scelto per il torneo ha fatto clamorosamente centro.

Un suggerimento da cogliere

Un aspetto, quest’ultimo, che forse più di ogni altro invita a riflettere. Fornendo materiale di studio alle cosiddette istituzioni tradizionali, come le federazioni internazionali e le leghe nazionali, che da decenni gestiscono il calcio secondo canoni classici e ben radicati. E che, negli ultimi anni, hanno progressivamente perso appeal agli occhi dei più giovani. Sempre meno interessati - lo dicono le statistiche - ai loro prodotti. Ecco, in questo contesto la Kings League ha dal canto suo sbancato. Trovando il grimaldello giusto per far breccia in una fascia di pubblico che forse, oggi come oggi, vede e vive il calcio in maniera diversa. Più aperta. Concedendo maggiore libertà a istituzioni e interpreti, a patto di ricevere in cambio un prodotto seducente. Il paradigma di un mondo del pallone statico e conservatore, che solleva polemiche a ogni minima variazione su un tema che perdura da decenni, è stato insomma stravolto. In favore, almeno in questo caso specifico, di un dinamismo in totale controtendenza. Qualcuno già parla di nuova frontiera del calcio. Accostando quanto messo in piedi con successo da Piqué e soci all’ambizioso progetto della Superlega, dal canto suo naufragata ancora prima di vedere la luce. A loro dire, la Kings League è un suggerimento che le istituzioni tradizionali dovrebbero cogliere. Prendendo nota.

Un'espansione a tutto tondo

Fedele alla via tracciata, nel frattempo, l’ex nazionale spagnolo ha intenzione di continuare a lavorare alla sua creatura. Migliorandola ed espandendola. Archiviata la prima stagione - la «Winter Split», una sorta di «Apertura» sudamericana -, a maggio si ripartirà con la seconda («Summer Split», una «Clausura»). Ma il progetto è destinato ad estendersi oltre i confini spagnoli. È infatti in cantiere l’istituzione di una Kings League brasiliana. E a tal proposito, tramite uno spot pubblicitario, l’ex centrale blaugrana ha annunciato che tra i promotori di questa nuova costola vi sarà anche Neymar, nel ruolo di proprietario di una squadra. Il quale, tra gli altri, sarà affiancato dal connazionale Ronaldinho, che a sua volta sarà a capo di una compagine. Il Brasile tuttavia, nei disegni degli organizzatori, non dovrebbe essere l’unica altra nazione ad accogliere una competizione che si vorrebbe sempre più globale. Con la speranza, magari già entro l’autunno del 2024, di riuscire poi a creare un torneo internazionale atto a far competere le migliori realtà di ogni Paese. Una sorta di Mondiale per club ad hoc. Le idee di Piqué e soci, comunque, sembrano essere illimitate. E presto si espanderanno in ogni direzione. A maggio ad esempio, assieme alla «Summer Split», aprirà i battenti anche la neonata Queens League dedicata alle calciatrici. Si terrà di sabato, il giorno prima degli incontri della Kings League. Ad agosto e dicembre, invece, spazio alla Prince Cup pensata per i bambini. Per ampliare ulteriormente gli orizzonti. E, forse, contribuire a cambiare il calcio tradizionale.

Che cos'è la Kings League?

È un torneo di calcio a sette, nato indoor, fondato nel 2022 dall’ex calciatore Gerard Piqué e promosso insieme allo streamer Ibai Llanos. Ogni squadra dispone di dodici posti in rosa: dieci fissi e due wild card dedicate a giocatori professionisti o celebrità. L’11. giocatore è attivo tutta la stagione, il 12. può cambiare. I match della prima edizione, trasmessi su Twitch, TikTok e YouTube, hanno incluso personaggi come Ronaldinho, Chicharito Hernandez e Javier Saviola. Oltre ai dirigenti Iker Casillas e il Kun Agüero.

Come si gioca?

Le regole si discostano da quelle del calcio tradizionale, per aggiungere divertimento. Per esempio, l’avvio degli incontri è in stile pallanuoto, con i giocatori che partono da fondocampo. Vi sono inoltre diverse carte jolly - da pescare a partita in corso - atte a stravolgere l’andamento dei match: privare una squadra di un giocatore, ottenere un rigore o raddoppiare il valore di ogni gol.
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