Hockey

«Dover partire mi rende triste, ma è soltanto un arrivederci»

Domani Nando Eggenberger farà ritorno a Rapperswil, concludendo il suo prestito ad Ambrì - L’ala elvetica pensa però già al futuro: «Io e la mia compagna stiamo cercando casa a Bellinzona»
Il classe 1999, qui ritratto durante la Coppa Spengler, ha aiutato l’Ambrì a conquistare il torneo grigionese. © Keystone/Melanie Duchene
Nicola Martinetti
31.01.2023 06:00

Nando, fra poche ore si concluderà il tuo prestito ad Ambrì, un regalo che avevi trovato sotto l’albero di Natale lo scorso 24 dicembre. Come ti senti?

«La verità è che sono un po’ triste, lo dico con la massima sincerità. In queste settimane ho potuto toccare con mano ciò che mi attenderà a partire dalla prossima stagione e avrei voluto rimanere definitivamente in Leventina, per poter dare una mano alla squadra in questo elettrizzante finale di campionato. Purtroppo le cose stanno in maniera diversa, non posso farci nulla. Ho ancora un contratto valido con il Rapperswil e sono pronto ad onorarlo dando il massimo per i sangallesi. Mi consola comunque il fatto che, in fondo, si tratta solo di un arrivederci».

Come suggerivi, a cavallo fra il vecchio e il nuovo anno hai potuto vivere un assaggio di quello che sarà il tuo futuro. Nessun ripensamento?

«No, affatto (ride, ndr)! Anzi, semmai questa esperienza ha rinforzato la convinzione di aver fatto la scelta giusta in merito al prosieguo della mia carriera. Sono approdato ad Ambrì in un momento di difficoltà sul piano personale, dopo una prima parte di stagione piuttosto complicata. Il club leventinese mi ha permesso di rilanciarmi dandomi fiducia e opportunità, accogliendomi nel migliore dei modi. Oggi, grazie a questo, mi sento rinato. Non potrei insomma chiedere di meglio, in prospettiva, per il mio futuro».

La squadra, quando farai ritorno tra qualche mese, potrebbe però essere un pochino differente...

«Vero, ma in fondo non credo più di tanto. Parliamo al massimo di qualche elemento qua e là, ma lo zoccolo duro rimarrà invariato. E poi, al netto del gruppo, ho apprezzato l’esperienza biancoblù nel suo insieme. Il club è ben strutturato e nella nuova pista non manca niente. Inoltre il sistema di gioco scelto dallo staff tecnico si sposa a meraviglia con le mie caratteristiche. Senza dimenticare le grandi emozioni che i tifosi leventinesi trasmettono alla squadra ad ogni partita, o la bellezza del vostro cantone. Insomma, fremo dalla voglia di iniziare la preparazione estiva e aprire questo nuovo capitolo, integrandomi definitivamente in questa nuova realtà».

Nel frattempo, a quanto si dice, hai già iniziato a portarti avanti con il lavoro...

«Confermo, in queste settimane io e la mia compagna ci siamo mossi per trovare appartamento in Ticino. Non ci trasferiremo a Gordola - dove lei ha già un’abitazione - perché sarebbe un po’ scomodo per gli spostamenti quotidiani alla Gottardo Arena. Credo che ci sistemeremo a Bellinzona, come peraltro diversi altri giocatori. Anzi, posso svelarvi di più: siamo attualmente in attesa di conferma per un bel posticino che ci ha conquistati. Spero che il tutto vada in porto, anche perché l’idea di tornare a discutere di immobili in italiano, data la mia padronanza della lingua, mi mette in soggezione (altra risata, ndr)».

Facendo gli scongiuri del caso, su una mensola del nuovo appartamento potrai esibire alcune delle foto scattate a Davos lo scorso 31 dicembre...

«Non ci avevo ancora pensato, ma è certamente un’idea. Foto o non foto, quell’esperienza alla Coppa Spengler rimarrà per sempre impressa nella mia memoria. Si è trattato infatti del primo trofeo conquistato in carriera e ne vado fierissimo, perché legati ad esso ho anche tanti bei ricordi di questo gruppo. Il quale, proprio nella “mia” Davos, mi ha peraltro accolto a braccia aperte. In quei giorni di fine 2022 tutto è combaciato alla perfezione».

Stasera, come detto, scenderai un’ultima volta in pista con gli attuali compagni, poi li dovrai salutare per qualche mese. Da domani, comunque, ti aggregherai a una squadra che è terza in classifica e che verosimilmente si qualificherà direttamente per i playoff. Poteva insomma andarti peggio...

«Sicuramente, non c’è da lamentarsi. Poi adoro giocare i playoff, è la fase più bella della stagione e farò di tutto affinché il Rappi possa rimanere in corsa il più a lungo possibile. Quando prima parlavo di dispiacere e tristezza nel fare ritorno là, mi riferivo più che altro al fatto che ad Ambrì mi sono davvero trovato a mio agio. In poche settimane mi sono immerso nelle dinamiche del gruppo e della stagione che il club sta vivendo. In questo momento, per rendere l’idea, in testa ho solo la corsa ai pre-playoff e la volontà di qualificare la squadra alla fase calda della stagione. Per questo ti ho detto che sono un po’ giù di corda, perché ora dovrò nuovamente cambiare paradigma e reinserirmi in un contesto differente. Questo continuo avanti e indietro non è particolarmente piacevole, né semplice da gestire».

La squadra di Luca Cereda, anche in tua assenza, continuerà a lottare per un posto nei pre-playoff. Credi che alla fine riuscirà a qualificarsi?

«A mio avviso hanno delle buone possibilità di riuscirci. Il gruppo ha tanto talento e gioca un buon hockey. Possono vincere contro chiunque e questa sarà la chiave in vista delle prossime settimane. Se riusciranno ad esprimersi come sanno, raccogliendo punti con costanza, non vedo perché non dovrebbero centrare la qualificazione».

Intanto stasera ti toccherà congedarti dai compagni. Hai già pensato a cosa dirai nello spogliatoio della Bossard Arena?

«Darò loro appuntamento nei playoff (ride, ndr). No, scherzi a parte non ci ho ancora pensato, ma credo che li ringrazierò per come mi hanno trattato in queste settimane. Mi hanno subito fatto sentire parte integrante del gruppo e non era scontato. Penso che in quel momento il sentimento di frustrazione per non poterli più aiutare si farà ancora più intenso. Proverò a mitigarlo in precedenza, segnando una tripletta allo Zugo (sorride, ndr)».