L'analisi

Luca Fazzini: «Le situazioni speciali hanno fatto la differenza, ma siamo sulla strada giusta»

L'attaccante del Lugano commenta il 5-2 incassato a Rapperswil, figlio di quattro reti incassate in inferiorità numerica
© KEYSTONE / PATRICK B. KRAEMER
Flavio Viglezio
29.01.2023 23:15

Si è fermata a quattro vittorie la striscia positiva del Lugano. A dare di nuovo un dispiacere ai bianconeri è stato il Rapperswil, ormai solida realtà dell’hockey elvetico. La squadra di Luca Gianinazzi torna in Ticino con parecchi rimpianti, figli di una prestazione oltremodo positiva, e con la consapevolezza di aver trovato una qualità di gioco che lascia ben sperare per il prossimo futuro.

Così fa male

Fatto è che, in cinque contro cinque, la formazione migliore in pista è stata proprio il Lugano. Che è però stato tradito dal box-play: il Rapperswil ha avuto quattro opportunità di giocare con un uomo di movimento in più, e le ha sfruttate tutte. Vero, in power-play i sangallesi possono essere micidiali, ma i bianconeri possono recitare il mea culpa per non essere mai riusciti a proteggere nel dovuto modo Niklas Schlegel. «Sì - conferma Luca Fazzini - gli special teams hanno fatto la differenza. Avevamo studiato il loro power-play al video, ma non siamo riusciti a contrastarli. Purtroppo sono stati più bravi di noi: fa male, ma bisogna accettarlo».

Quante occasioni

Già, fa male. Il Lugano avrebbe davvero meritato qualcosa di più. Ha giocato con la giusta attitudine, portando sul ghiaccio tanto impegno. E si è creato una marea di occasioni che - per una ragione o per l’altra - non è riuscito a capitalizzare. Forse a causa di una certa mancanza di cattiveria agonistica sotto porta. «Abbiamo messo tanti dischi sulla porta - prosegue Fazzini - e forse ci è mancata anche un po’ di fortuna. Io per esempio ho preso un palo e mi è stata annullata una rete per una regola un po’ assurda. Non so se non siamo stati abbastanza «cattivi» sotto porta. Ma la differenza, lo ripeto, l’ha fatta il nostro box-play».

Episodi decisivi

Non ha mai mollato, il Lugano. È tornato due volte in partita e ha trovato le risorse per andare a realizzare anche la rete del terzo pareggio con il Fazz. Ma gli arbitri - dopo un coach challenge chiesto dal Rapperswil - l’hanno annullata per una millimetrica invasione di porta di Troy Josephs. «La regola è questa, purtroppo», commenta laconicamente Fazzini. Che preferisce non commentare la prestazione nettamente insufficiente dei due arbitri principali, incapaci per tutto l’incontro di applicare un metro di giudizio imparziale. Sia chiaro, il Lugano non ha perso per colpa dei direttori di gara, dai quali è però lecito attendersi una maggiore uniformità di decisione.

Con il fuoco sacro

A questo Lugano non rimane allora che ingoiare il boccone amaro il più velocemente possibile, con la consapevolezza di poter recitare un ruolo importante in questo finale di stagione. «Abbiamo dimostrato - chiosa Fazzini - di avere il fuoco sacro. Abbiamo lottato fino alla fine».

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