Hockey

Nick Shore, quando la vita è tutta un derby

La competizione con i tre fratelli, la rivalità tra college del Colorado, l'esordio in NHL in una sfida tutta californiana: ora l'attaccante dell'Ambrì si appresta ad affrontare il Lugano
Fernando Lavezzo
27.09.2022 06:00

Il derby dei compleanni si è già giocato ieri, con un giorno di anticipo rispetto alla sfida della Gottardo Arena. Vicky Mantegazza, presidente bianconera, ha compiuto 57 anni. Nick Shore, attaccante biancoblù, ha invece tagliato il traguardo dei 30. «Non sono più un ventenne e questo mi fa sentire molto vecchio», scherza lo statunitense dell’Ambrì Piotta. «Spero di poter festeggiare al meglio, con una grande vittoria contro i nostri storici rivali», aggiunge. «Chissà, potrebbe essere il party di compleanno più bello di sempre. Prima, però, bisognerà battere il Lugano. Non sarà facile, ma di certo non vogliamo perdere due partite di fila».

Trent’anni, tempo di bilanci. «Sento di essere nel bel mezzo di questo splendido viaggio chiamato hockey», ci racconta il nativo di Denver. «Prima ho detto di sentirmi vecchio, ma la verità è che venire ad Ambrì e respirare questa energia, mi ha fatto ringiovanire. Ogni giorno entro in pista con l’entusiasmo di un ragazzino».

Competizione in famiglia

Ambrì contro Lugano. Il derby per eccellenza nello sport svizzero. «Non vedo l’ora, me ne hanno parlato tanto. Per me sarà un’esperienza nuova e speciale, nonostante in carriera abbia già vissuto diverse sfide di questo genere».

Sì, la vita di Nick è stata puntellata da grandi rivalità. «In un certo senso, questo spirito l’ho coltivato sin da bambino, in famiglia. Sono infatti cresciuto con tre fratelli, uno maggiore e due minori, tutti quanti giocatori di hockey. In casa siamo sempre stati in competizione per qualsiasi cosa. È normale. Allo stesso tempo, però, ci siamo sostenuti gli uni con gli altri, migliorandoci a vicenda».

Drew, il fratello più grande, ex attaccante di Kloten e Zurigo, è sempre stato l’esempio da seguire: «Mi parlava con entusiasmo della sua esperienza in Svizzera», ricorda Nick. «Ha quasi due anni in più di me, ho scelto l’hockey perché ci giocava lui. Ho anche avuto la fortuna di averlo come compagno per due stagioni alla Denver University». Quando Drew è passato al professionismo, è stato Quentin, il terzo fratello Shore, a entrare nella stessa squadra universitaria di Nick. Il 23.enne Baker, il più piccolo dei quattro, è invece tuttora al college: «È al suo ultimo anno ad Harvard, inizierà il campionato tra un paio di settimane».

Tra Colorado e California

Denver è una grande città di sport. I Colorado Avalanche hanno da poco conquistato la loro terza Stanley Cup, i Denver Broncos hanno vinto tre Super Bowl nel football americano, i Nuggets sono stati semifinalisti NBA nel 2020, i Rockies raggiunsero le World Series di baseball nel 2007. Una delle rivalità più accese, però, riguarda proprio l’hockey studentesco: Denver University contro Colorado College. Sfide appassionanti, che Nick Shore ha potuto vivere da protagonista: «Ci affrontavamo quattro volte all’anno ed erano in assoluto le partite più divertenti. Sugli spalti c’era un bellissimo ambiente, anche se non è paragonabile a quello che ci attenderà oggi».

Il destino ha voluto che anche la prima partita di Nick Shore in NHL fosse un derby. Selezionato nel 2011 dai Los Angeles Kings, il centro biancoblù debuttò il 17 gennaio del 2015 in una sfida tutta californiana contro gli Anaheim Ducks. «Me la ricordo bene. Non solo per il mio esordio, ma anche perché quel giorno ci fu la cerimonia per il ritiro della maglia di Rob Blake, leggendario difensore dei Kings. Poter far parte di quel momento storico ha reso tutto ancora più intenso».

Appena due giorni dopo, Los Angeles affrontò i Calgary Flames. Ovvero la squadra di Drew Shore. La sfida tra fratelli, però, saltò all’ultimo minuto. Nick scese regolarmente in pista, mentre il fratello maggiore venne rimandato a San Antonio, nel farm team di AHL. Oltre due anni più tardi, il 31 marzo del 2017, i due poterono finalmente coronare il sogno di affrontarsi e di farlo nel campionato più bello del mondo. Nick era ancora in forza ai Kings. Drew, invece, era appena approdato ai Vancouver Canucks dopo aver ottenuto la salvezza con il Kloten. Un derby in famiglia vinto 2-0 dal neo leventinese, anche autore di un assist in seconda. Una serata indimenticabile soprattutto per mamma Sarah e papà David, presenti in tribuna.

Vecchi compagni

Derby in famiglia, derby al college, derby in NHL. Alla lista di Nick Shore si sta per aggiungere quello ticinese: «L’atmosfera nelle piste svizzere è molto calda e per me è una continua scoperta. Due anni fa ho vinto il titolo con lo Zugo, ma avevamo quasi sempre giocato senza pubblico a causa della pandemia». In quello Zugo c’erano anche Santeri Alatalo e Calvin Thürkauf, oggi bianconeri: «Da quando sono in Ticino non abbiamo ancora avuto modo di incontrarci, sarà bello rivederli in una serata così. Soprattutto se li batterò». Insomma, un altro derby nel derby...

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