Ghiaccio Bollente

Sogni e promesse di Vicky Mantegazza

Le parole della presidente dell'HCL invitano ad alcune riflessioni — Per combattere dubbi e delusioni del popolo bianconero servono autocritica e chiarezza
Flavio Viglezio
02.02.2023 20:30

Vicky Mantegazza è dunque tornata a parlare, dopo un lungo silenzio. Nell’intervista rilasciata oggi al Corriere del Ticino, la presidente dell’HC Lugano ha fatto il punto della situazione tra un presente ricco di insidie e un futuro pieno zeppo di incognite. Non ha pronunciato frasi ad effetto – nessuno d’altra parte se le aspettava – ma le sue parole invitano comunque ad alcune riflessioni. Le scuse ai tifosi per la prestazione con il Friburgo – dovute, ma non scontate – non nascondono la delusione per alcuni attacchi personali. «Impregnati di sessismo, ma non solo», ha confessato Vicky Mantegazza. La mamma dei cretini, purtroppo, è sempre incinta ed esternazioni di questo tenore vanno condannate sempre e comunque.

Dalla delusione alla preoccupazione per il rendimento della squadra bianconera, il passo è breve. Ed allora la presidente ha promesso per fine stagione un’analisi profonda della situazione in cui tutte le componenti del club verranno messe in discussione. Bene, se non che di queste promesse è piena la storia recente della società della Cornèr Arena. E poi, cosa potrebbe concretamente cambiare? Vicky Mantegazza ha già espresso la sua piena fiducia nel tecnico Luca Gianinazzi e nel direttore sportivo Hnat Domenichelli: ad inizio febbraio, con il Lugano 11. in classifica. Il bilancio andrebbe invece fatto a bocce ferme, a mente fredda, valutando oggettivamente l’operato di entrambi. Per non essere costretti a gestire, nelle prime fasi del prossimo campionato, nuove situazioni scabrose come accaduto in questa stagione, con il rapporto tra il gruppo e Chris McSorley ampiamente compromesso già in agosto.

E – per quel che concerne il prossimo futuro – sarà fondamentale per il club fissare obiettivi chiari e, soprattutto, raggiungibili. Perché tante incomprensioni – e anche qualche figuraccia a livello di comunicazione – nascono proprio da questo equivoco. L’ambizione di riportare un titolo a Lugano – stando alle parole della presidente – potrebbe diventare più semplicemente un sogno. Come abbia fatto l’HCL – o come ancora faccia – a pensare alla conquista del titolo nonostante una costante riduzione del budget, rimane un mistero.

Il popolo bianconero ha bisogno di chiarezza, in questi mesi intrisi di dubbi e delusioni. E di un’autocritica che fino ad oggi è stata pressoché inesistente. Vicky Mantegazza non vede – o preferisce non vedere – la disaffezione di un pubblico sempre più sconcertato. E sempre più abituato alla sconfitta. Il Lugano dovrebbe essere grato dei fischi che riceve: significa che c’è ancora un cuore che batte in tribuna, che si ribella alla mediocrità dei risultati. Il giorno in cui tutti lasceranno la Cornèr Arena in silenzio, dopo una sconfitta, ci sarà davvero da preoccuparsi.

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