Atletica

La notte magica di Petrucciani

Agli Europei di Monaco il ticinese firma l’impresa sui 400 m, mettendosi al collo una storica e al contempo clamorosa medaglia d’argento – «È un risultato incredibile, è stato bellissimo» ha gioito il 22.enne, autore del miglior tempo personale (45’’03) e a un soffio dal record nazionale
Ambrogio Sala
17.08.2022 23:14

Alzino la mano coloro che si aspettavano una medaglia di Ricky Petrucciani, almeno prima di questi Europei. Eppure Ricky compie un autentico capolavoro tattico e porta in Ticino una medaglia storica: parte aggressivo come al solito, prende fiato nella seconda curva, tanto da entrare quarto in rettilineo, ma con le energie necessarie per sprintare fino a un incredibile argento! In una finale in cui il britannico Mattew Hudson-Smith è inavvicinabile con 44”53, l’unico europeo sotto i 45” in stagione, gli altri 7 sono racchiusi in 37 miseri centesimi, neppure tre metri. Tutto poteva accadere e lui, partito in ottava corsia, privo di riferimenti, nulla aveva da perdere.

Eccola, finalmente, quella svolta alla stagione che stava cercando da parecchio tempo: ha dovuto attendere gli Europei, dopo aver masticato amaro agli Assoluti di Zurigo e ai Mondiali di Eugene, con il tarlo dell’incertezza agonistica e qualche inevitabile dubbio sulla preparazione, nonostante i confortanti esiti degli allenamenti. A Monaco Ricky si è ricordato di essere campione europeo U23, correndo una splendida qualifica in 45”26 , danzando al fianco del suo compagno di fatica Davide Re. La gioia espressa al termine della prova stava a dimostrare la ritrovata fiducia, quella che gli ha permesso di conquistare la finale, il giorno successivo con una prova autoritaria conclusa in 45”55. Restava solo un quesito a cui rispondere: avrà recuperato le fatiche dei turni preliminari? La risposta è inequivocabile, riflessa in un sontuoso 45”03. Miglior tempo personale. A soli quattro centesimi dal record svizzero. Comunque storia. Petrucciani è infatti il primo ticinese a mettersi al collo una medaglia a un Europeo outdoor. Il tutto a 28 anni dal bronzo conquistato ad Helsinki da Mathias Rusterholz.

«Ho imitato Steph Curry»

Il successo del 22.enne ha dell’incredibile. E il diretto interessato, ai microfoni della RSI, non ha potuto che confermarlo: «Cosa provo? Non ci credo. Non ci credo! Dopo una stagione del genere, vincere una medaglia è qualcosa d’incredibile. Per dire: ero già contento di aver conquistato la finale». Il meglio, però, doveva ancora venire. «Il mio allenatore mi aveva chiesto di spingere fino alla fine, indipendentemente dalla posizione a inizio rettilineo. L’ho fatto ed è stato bellissimo». Eccome. «Avevo bisogno di velocità, per questa ragione nelle ultime settimane avevo provato alcuni 100 m». Ha funzionato. E così, il gesto del sonno esibito al pubblico poco prima di lanciare uno storico giro di pista, si è trasformato in un sogno. Un sogno d’argento. «Ho imitato il mio idolo, la stella dell’NBA Steph Curry. Peccato solo per il tempo, a tanto così dal record nazionale».

Tra gioia e delusione

Altro sapore hanno le due medaglie d’argento conquistate da Ehammer e Kambudj nelle elettrizzanti ed inaspettate finali di martedì, nonostante siano di prestigioso valore per i nostri colori. Lasciano ancora l’acre sensazione della delusione, accomunate dal fatto che i nostri atleti hanno condotto la gara fin dall’inizio, per essere superati nell’ultima prova da Niklas Kaul, e rispettivamente ultimo metro da Gina Luckenkemper.

Con 10”99, Kambundji  ha corso per la sesta volta in stagione sotto gli 11”, ma il suo rallentamento finale desta non poca preoccupazione in vista dei 200 metri di oggi, in cui resta comunque la chiara favorita considerando che Dina Asher Smith che la precede nelle liste stagionali non ha concluso la finale dei 100. E il discorso non cambia in prospettiva staffetta veloce, con la qualifica prevista nella tarda mattinata di venerdì. Anche qui il quartetto elvetico punta in alto. Già, a condizione che Mujinga possa fare la differenza nella sua seconda frazione.

Gli altri svizzeri

In finale dei 110 ostacoli Jason Joseph e Finley Gaio sono 4. e 5. con 13”35 e 13”50. Peccato, davvero. Anche Angelica Moser raccoglie lo scomodo 4. rango con 4m55 nell’asta; l’altro quattrocentista  Lionel Spitz è da parte sua 7.  in 45”66, mentre Annik Kälin è 5. nell’heptathlon con 3.725 punti al termine della prima giornata.

Correlati