Nuoto

«Non prometto prodezze, il virus mi ha indebolito»

A causa della COVID-19 Noè Ponti non ha potuto prepararsi in modo ottimale per gli Europei di Roma
Raffaele Soldati
08.08.2022 06:00

Gli Europei di Roma (11-17 agosto) saranno un’incognita per Noè Ponti. «Non so proprio cosa aspettarmi - dice il nuotatore gambarognese - . Potrei sorprendermi nel bene e nel male. Insomma, tutto può succedere». Il perché è presto detto. Bisogna però tornare indietro di qualche settimana. Ricordate i Mondiali di Budapest? Pur nuotando diverse gare in modo eccellente, Ponti era tornato dall’Ungheria senza medaglie. E, per ironia della sorte, si era preso il coronavirus. «È molto probabile che nell’ultima competizione, quella dei 100 m delfino, avessi già contratto il virus. Di certo, quando sono tornato in patria ho avvertito tutte le spiacevoli conseguenze», precisa la medaglia di bronzo dei Giochi a Tokyo.

Duramente colpito

Una brutta faccenda. Ponti avrebbe dovuto proseguire la sua preparazione in vista di questi Europei nella Città Eterna ma inizialmente non è stato possibile. «Per una decina di giorni ero talmente debole che non ho neppure potuto mettere piede in acqua - precisa l’atleta - . I bronchi erano ancora infiammati. Mi sentivo anche un po’ affranto. Ci siamo rivolti allo pneumologo e nei dieci giorni successivi ho finalmente ricominciato a nuoticchiare sotto controllo medico. Adesso, che sono trascorse diverse settimane, non posso dire che mi sento al massimo della forma. Però va molto meglio. Detto questo, potete capire perché mi riesce difficile indicare degli obiettivi per questo appuntamento romano».

Non fosse stato colpito dalla COVID-19, sarebbe stato tutto diverso. Ponti, in questo momento, non è sicuro neppure sul programma delle gare. «Intanto mi preparo con il resto del gruppo per il viaggio a Roma - dice - . Partiamo oggi con il bus da Tenero a Milano. Poi prenderemo il treno e una volta sul posto, con calma, valuteremo le strategie. Con Massimo Meloni abbiamo già pensato che sia meglio rinunciare ai 50 m delfino per concentrarci sulla staffetta 4x200 m stile libero. Di sicuro ai 100 m delfino non rinuncerò. Siccome i 200 m delfino saranno l’ultima gara del programma, avremo tutto il tempo per decidere quale sia la scelta migliore».

Questa rassegna continentale nella capitale d’Italia ha sicuramente diversi motivi di interesse, vuoi per le competizioni, vuoi per il fatto che i miei allenatori, a incominciare da Massimo Meloni, sono proprio di Roma
Noè Ponti

Quasi come a casa

Per Ponti gli Europei di Roma hanno un significato particolare? «Ogni gara - sottolinea - di per sé ha un suo significato. Questa rassegna continentale nella capitale d’Italia ha sicuramente diversi motivi di interesse, vuoi per le competizioni, vuoi per il fatto che i miei allenatori, a incominciare da Massimo Meloni, sono proprio di Roma. Non dico che sia come gareggiare in casa, ma quasi. Ho molti amici tra i nuotatori azzurri e so che molti miei tifosi verranno per sostenermi. Purtroppo, viste le mie condizioni attuali, non posso promettere nulla. Dico solo che, come sempre, mi impegnerò al massimo».

La comprensione del tecnico

Se Noè Ponti è moderatamente ottimista, quali sono le sensazioni di Meloni, che pure era presente al Centro nazionale sportivo di Tenero insieme al gruppo allargato di Swiss Swimming? «Il coronavirus ha sicuramente indebolito parecchio il mio pupillo, che però ha un enorme potenziale ed è sempre in grado di sorprendermi. Dopo la gara sui 100 m delfino a Budapest mi ero un po’ arrabbiato con Noè. Mi aveva detto che c’era qualcosa che non andava. Non avrei mai pensato che avesse contratto il virus e che quella fosse la causa del modo con il quale aveva affrontato la competizione. Quando me ne sono reso conto, ho naturalmente fatto marcia indietro. Mi sono scusato con lui per non aver capito la situazione e tutto si è chiarito. Pochi giorni dopo ho contratto anch’io la COVID-19. Avevo male alle gambe e faticavo a camminare. Ognuno reagisce in modo diverso a questo virus. Noè ha avuto bisogno di diverso tempo per rimettersi in sesto. Ancora adesso non è al 100% delle sue possibilità. Ma questo non significa che non possa comunque ottenere qualcosa di buono da questo appuntamento. Dico solo che per ricuperare venti giorni di pausa ci vogliono circa due mesi di lavoro in piscina». Il tecnico ricorda infine i tempi nuotati da Ponti a Budapest: 23’’08 sui 50 delfino, 51’’11 sui 100 delfino e 1.54’’20’’ sui 200 delfino: «Questi per me sono tempi che valgono medaglie agli Europei di Roma. Non dico di più».