Tra i paletti

Eccezionale normalità

Marco Odermatt, vincitore del gigante alle finali di Méribel, ha chiuso la stagione di Coppa del mondo con un ennesimo sigillo
Il bacio di Marco Odermatt al grande globo di cristallo, che premia il vincitore della classifica generale di Coppa del mondo. © Keystone/Urs Flueeler
Raffaele Soldati
20.03.2022 21:10

Coppa del mondodi sci alpino si è conclusa a Méribel con altre note positive per gli elvetici. Giusto un paio, è vero. Ma quanto basta per dare un ulteriore significato a questa stagione eccezionale. Qualcuno, giustamente, potrebbe ricordarci ancora una volta le tante medaglie conquistate ai Giochi olimpici di Pechino. E, magari, potrebbe anche farci notare che, non fosse stato per i nostri campioni dello sci, il bilancio olimpico sarebbe stato magretto. Non vogliamo pensarci. D’altra parte non avrebbe tanto senso riflettere oggi, ad oltre un mese dal grande evento, sugli exploit rossocrociati in Cina. Quello di cui è giusto parlare in questi giorni è la generale di Coppa tornata in mani rossocrociate grazie a Marco Odermatt. Di questo 24.enne nidvaldese si è detto tutto e di più. Lo si è definito il nuovo fenomeno dello sci. E lui non si è lasciato impressionare dalla responsabilità che tutti, non solo i dirigenti di Swiss Ski, gli abbiamo affidato.

Anche a Méribel Marco ha lasciato un’impronta. Sabato ha firmato l’ultimo gigante della stagione davanti a Lucas Braathen e Loïc Meillard. Con il trofeo della specialità già in tasca, Odermatt ha commentato velocemente il suo ultimo exploit: «È fantastico vincere la gara e ricevere il giorno stesso il globo che ti spetta». Sul fenomeno giusto due dati, tanto per dare l’idea di quanto ha fatto in questa stagione. Venticinque partenze in CdM, sedici podi e un otto su otto nella sua specialità preferita. I punti conquistati sono stati 1639, con una media di 65,5. Questo significa qualcosa in più di un podio in ogni gara affrontata. Cinque i successi ottenuti in gigante, oltre all’oro olimpico. Cosa chiedere di più? A noi basterebbe il suo sorriso con l’aggiunta della sua simpatia. Marco è stato capace di accettare il suo nuovo ruolo e di non dare troppo peso alle (poche) sconfitte. Sempre solidale con i compagni di squadra, ma anche con gli avversari. Dai quali, a sua volta, ha ricevuto molte attestazioni di stima. Questo è quello che ci piace dei campioni. Essere grandi nella normalità. Qualcosa di più, dobbiamo dirlo, ci aspettavamo dalle porte strette, dove i più forti parlano invece norvegese. Ultima gara firmata da Atle Lie McGrath, mentre il trofeo è stato assegnato a Henrik Kristoffersen, che ha battuto l’austriaco Manuel Feller e lo stesso McGrath. Nel ranking finale i due migliori elvetici (Daniel Yule e Loïc Meillard) si sono divisi il sesto posto. Annata difficile invece per Luca Aerni e Ramon Zenhäusern.

Sul fronte femminile, la Coppa generale ha premiato Mikaela Shiffrin. Un quarto grande globo per l’americana, che ha dovuto fare i conti con tanti alti e bassi. Il suo è stato un ritorno da lontano. Ha lottato con se stessa e, prima ancora, con la malignità di chi ha voluto prenderla di mira dopo la rassegna olimpica fallita, almeno sul piano dei risultati. Lì dove, tra le altre, avevano brindato Lara Gut-Behrami, Michelle Gisin, Corinne Suter e la slovacca Petra Vlhova (pupilla di Mauro Pini), lei era rimasta nell’ombra. Però è tornata ai più alti livelli nel finale di stagione. Gli ultimi successi sono andati alla slovena Andreja Slokar (slalom) e a Federica Brignone (gigante) con la Vlhova due volte terza. Le coppe di disciplina sono state vinte dalla Vlhova (slalom) e dalla francese Tessa Worley (gigante).

In una stagione in cui l’Austria has ritrovato la leadership nella Coppa per Nazioni, la Svizzera si è presa una minirivincita nell’ultima gara a squadre. Il successo conquistato venerdì proprio davanti alle Aquile nel team event, ci ha ricordato che lo sci rossocrociato ha saputo farsi valere anche con diversi altri atleti/e ai quali è mancata la regolarità. Battuti dagli austriaci nella classifica per Nazioni, venerdì i nostri si sono tolti una piccola e tardiva soddisfazione.

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